Taranto, si apre uno spiraglio per i lavoratori ex Marcegaglia

Taranto, si apre uno spiraglio per i lavoratori ex Marcegaglia
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Venerdì 30 Ottobre 2015, 20:37 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 09:41

Un cuscinetto di 12 mesi in più. Su proposta dei sindacati, si aprono spiragli nella vertenza Marcegaglia: la palla passa alla Regione che, con l’avallo del Mise, potrebbe allungare la cassa integrazione in scadenza tra due settimane.

La richiesta di un incontro con il governatore Michele Emiliano è già stata inviata ieri dopo un’assemblea all’interno dei capannoni ormai dismessi. Lavoratori e sindacati hanno incontrato le istituzioni del territorio. Il pressing su Bari serve per avere una proroga di qualche mese. Tempo fondamentale per trovare un nuovo operatore che rilevi lo stabilimento e assorba 84 lavoratori.

«Abbiamo parlato con gli interlocutori del territorio, parlamentari, consiglieri regionali e comunali - ha spiegato Piero Berrettini, segretario della Fim Cisl di Taranto, a nome di tutti i sindacati - finalmente ci accorgiamo che ci viene riconosciuta una straordinarietà.

Noi abbiamo bisogno solo di tempo per tornare a lavorare, non vogliamo restare a casa. Vogliamo conservare questa dignità. La vicenda Otlec è stato uno schiaffo morale a tutti, un bluff di otto mesi. Lo Stato italiano deve assumersi la responsabilità di quello che è successo. L’indicazione più importante è che la Regione ha capito l’entità del problema, Taranto è stata dichiarata area di crisi industriale complessa e Marcegaglia è all’interno».

Un passo indietro per ripercorrere quel bluff che rende paradossale e unica la vertenza. Dopo la decisione di Marcegaglia di lasciare il capoluogo jonico, il Mise prendeva le redini della vertenza. Il 3 dicembre dello scorso anno, un annuncio in pompa magna: la salvezza della produzione passava dall’azienda Otlec.

Strette di mano e sorrisi al ministero dello Sviluppo economico alla presenza dell’allora presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, dell’assessore regionale alle Attività Produttive Leo Caroli, dei vertici aziendali, di Confindustria Taranto, delle organizzazioni sindacali e delle Rsu.

L’azienda piemontese rilevava il sito jonico di Buildtech. Tutto fatto, dunque. Anzi, no. Gli stessi sindacati avevano accolto tiepidamente quell’accordo. Non convinceva la scommessa della Otlec con numeri certamente non imponenti: 21 milioni di fatturato all’anno e circa 15 investiti sul sito tarantino. Si parlava di varie agevolazioni da Marcegaglia sui fitti e anche dalla Regione Puglia ma la storia aveva delle lacune.

Neanche sei mesi dopo, altro annuncio. Questa volta, senza fanfare: Otlec rinunciava a causa di “difficoltà nell’attuazione del piano industriale particolarmente nel ramo energetico e anche connesse alla mancanza di tempestività nella promulgazione dei bandi regionali per il sostegno allo sviluppo e al mancato ottenimento del credito dal sistema bancario”.

Ora bisogna riparare. «Ci sono sufficienti possibilità di risoluzione» hanno dichiarato i parlamentari jonici Michele Pelillo e Ludovico Vico all’uscita dell’assemblea. «Ho lavorato con i tecnici non solo per i due mesi del 2015 ma anche per l’anno prossimo - ha commentato il presidente della Commissione Attività produttive della Regione, Donato Pentassuglia - vogliamo portare a compimento il percorso che i sindacati hanno correttamente impostato. Lunedì sono pronto a convocare d’urgenza la commissione. L’azione di scouting ci sarà successivamente: ci sono richieste in Puglia per i tanti incentivi ma dobbiamo essere realisti per serrare i tempi». Infine anche Donatella Duranti, deputata tarantina in quota Sel, si è detta «moderatamente ottimista: questi lavoratori non chiedono di restare a casa ma di tornare a lavoro ed è da questo punto che dobbiamo partire».

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