«Chiunque mi si avvicini lo guardo con sospetto». L'immunologa Antonella Viola sotto scorta: ecco come è cambiata la mia vita

Antonella Viola
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Martedì 18 Gennaio 2022, 14:47 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 13:51

«Non smetterò mai di dire che i bimbi vanno vaccinati» ma «chiunque mi si avvicini lo guardo con sospetto». E' da una settimana sotto scorta l'immunologa Antonella Viola, originaria di Taranto e direttrice dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza di Padova, dopo le minacce no vax

Minacce no vax all'immunologa: Antonella Viola finisce sotto scorta. La Procura apre fascicolo

La lettera di minacce e i proiettili

«I bambini non si toccano.

Basti pensare agli effetti neurotossici e cardiotossici. Se non cambia le sue interviste dicendo che i bambini non vanno vaccinati saremo ben lieti di colpire lei e la sua famiglia. Tranquilla, non morirà nessuno ma due pallottole calibro 22 nella pancia e nelle ginocchia non uccidono, fanno solo un gran male. Non seguiranno altri comunicati» le minacce contenute nella lettera. Quindi la decisione del prefetto di Padova Raffaele Grassi di mettere sotto scorta la dottoressa. Due carabinieri la seguono mentre una volnate della polizia controlla le strade intorno alla sua abitazione. 

Il racconto di una settimana sotto scorta

«Essere sempre accompagnata impatterebbe sulla vita di chiunque» - ha dichiarato Antonella Viola al Corriere della Sera ricordando che le sue abitudini di vita erano ben diverse: lunghe camminate sull’argine,  lo sport, lo shopping, gli aperitivi con le amiche che al momento sono messi da parte. Una settimana è già trascorsa per la dottoressa pugliese accompagnata in tutti i suoi movimenti dagli uomini della scorta appena rientrata da una vacanza con la famiglia nel periodo di Capodanno «sono scesa dall’aereo e con la mia famiglia  - ha raccontato al Corriere della Sera - ci siamo separati lì, loro facevano il percorso normale, io sono salita in macchina con i carabinieri. È stato un momento brutto, nonostante la loro gentilezza. Uno dei primi giorni ho chiesto: ditemi i vostri orari e mi adatto. E loro: ma professoressa è lei che deve dirci i suoi! Io però non me la sento di tenerli impegnati facendo la vita di prima».

E così è stato: Viola ha dichiarato al quotidiano nazionale di cercare di non far tardi al lavoro per consentire ai carabinieri di rientrare presto a casa e non per paura, ha sottolineato, «mi faccio scrupolo a sacrificare il loro tempo». Tre mesi la durata della scorta, almeno queste sono le disposizioni, poi la dottoressa potrà tornare alle sua vita normale. Dice di non avere paura, ma di certo «non posso fare a meno di vedere in chiunque si avvicini una possibile minaccia», motivo per il quale, ammette al Corriere della Sera, rinuncia anche a fare lunghe passeggiate nella sua città di adozione. 

Ad una cosa però non rinuncerà mai: «Io ho il mio lavoro, posso smettere anche oggi di parlare attraverso i media ma credo che invece sia importante farlo, raccontare la scienza e la sua metodica a quante più persone possibili. Perché è importante l’accettazione e la comprensione dei principi scientifici - ha dichiarato - Io faccio dei distinguo. È vero che ci sono i no-vax ma non vanno confusi con i violenti». Tanto che, racconta la dottoressa, proprio nei giorni scorso una signora no vax le ha scritto un messaggio per dirle che «le dispiace per le mie limitazioni ma che anche lei si sente limitata nella sua libertà e che ha paura perché gli scienziati sono umani e possono sbagliare». La risposta della dottoressa? «Le ho scritto che quel poco di libertà che lei ha dipende dal fatto che tante altre persone si sono vaccinate, perché se tutte avessero fatto come lei oggi saremmo alla guerra civile». 

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