Ex Ilva, il governo replica a Mittal, la lettera di Mantovano: «La responsabilità è solo vostra»

Ex Ilva, il governo replica a Mittal, la lettera di Mantovano: «La responsabilità è solo vostra»
di Alessio PIGNATELLI
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Martedì 23 Gennaio 2024, 13:41 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 07:52

Non proprio una corrispondenza d’amorosi sensi. Lo scambio di missive - o stilettate, se si preferisce - tra Governo e ArcelorMittal arricchisce la vicenda ex Ilva di un altro capitolo: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, risponde piccato alle accuse della multinazionale francoindiana addossandole le responsabilità della rottura sul dossier del Siderurgico. Più prosaicamente, il messaggio dell’Esecutivo è semplice: se la partnership è saltata, la responsabilità è solo vostra. E le trattative finite nel baratro nascono «esclusivamente dalla decisione del Gruppo ArcelorMittal di venir meno alle proprie prerogative di socio industriale».

Toni perentori ma è necessario fare un piccolo passo indietro per riannodare i fili.

Fonti vicine alla multinazionale dell’acciaio avevano fatto sapere che «in merito alla proposta di accordo inviata lo scorso giovedì 18 gennaio al Governo italiano, al momento ArcelorMittal non ha ricevuto riscontro». Qual era la proposta? Si può definire un ramoscello di pace, rigettato come si vedrà al mittente. In quella lettera a firma di Aditya Mittal, ceo del partner di maggioranza di Acciaierie d'Italia, si rimarcava la disponibilità «a rimanere come partner strategico di minoranza» per fornire «esperienza tecnica e industriale per la joint venture con Invitalia». «La parte pubblica - scriveva Mittal - sembra aver optato per un approccio unilaterale, basato su un'ulteriore modifica ad hoc del regime di amministrazione straordinaria rispetto ad una soluzione negoziata. Desideriamo assicurarci che tale iniziativa estrema che non sosteniamo in quanto destinata a produrre ripercussioni assai gravi per tutte le parti e stakeholder coinvolti non sia dovuta a un fraintendimento dell'attuale posizione di ArcelorMittal e alle ragioni sottostanti». ArcelorMittal, veniva annunciato, «è desiderosa di trovare una soluzione amichevole per proteggere l'attività di Adi e preservare gli investimenti che abbiamo effettuato nello stabilimento ex-Ilva dal 2018». Il ceo concludeva: «Desidero confermare ufficialmente la nostra posizione. Accettiamo di essere diluiti al rango di azionisti di minoranza (e perdere il controllo congiunto e qualunque potere di veto o casting vote) attraverso la conversione dei finanziamenti soci e un'iniezione di capitale da parte di Invitalia». 

Dopodiché, Mittal aveva fatto sapere, appunto, l’assenza di segnali dalla controparte. Segnali che, in realtà, sono arrivati fragorosamente. Con delle stoccate a firma del sottosegretario Mantovano il quale trasforma la risposta in un lungo j’accuse alla parte privata di Acciaierie d’Italia. «Illustre dottor Mittal, rispondendo alla Sua comunicazione, inviata al presidente del Consiglio dei Ministri, e alla successiva nota con cui ArcelorMittal ha evidenziato la propria posizione, ritengo opportuno precisare quanto segue», esordisce Mantovano nella lettera all'amministratore delegato del gruppo indiano, azionista di maggioranza dell'ex Ilva, che ha come oggetto «Sua comunicazione del 18/1/2024». «La situazione di crisi di Acciaierie d'Italia S.p.A. nasce esclusivamente dalla decisione del Gruppo ArcelorMittal di venir meno alle proprie prerogative di socio industriale; prerogative che - sottolinea Mantovano - ArcelorMittal aveva ribadito nei confronti del Governo, non più tardi di quattro mesi fa, con la firma del Memorandum of Understanding dell'11 settembre 2023». 
È il primo passaggio pesantissimo con cui l’uomo di fiducia di Giorgia Meloni respinge ogni illazione e individua l’unico responsabile del naufragio: ArcelorMittal.

«Il governo, pertanto, in questa vicenda non ha adottato “un approccio unilaterale”, ma ha ricercato ogni possibile soluzione nel migliore ed esclusivo interesse di Adi, della sua controllante Acciaierie d'Italia Holding S.p.A. e di tutti i loro stakeholders, inclusi per primi i lavoratori e i fornitori, come è stato, da ultimo, confermato nel confronto avuto con Lei e con i suoi collaboratori, a Palazzo Chigi, l'8 gennaio».
Insomma, il governo ha tentato ogni strada per salvare l'ex Ilva: dunque la situazione in cui lo stabilimento di Taranto è piombato è responsabilità di Mittal. E metterlo nero su bianco in una lettera indirizzata al colosso indiano con sede in Lussemburgo in risposta alla missiva che i vertici della multinazionale siderurgica avevano inviato per rilanciare il confronto ha una valenza doppia: di merito ma anche “preventiva”, poiché non si escludono - anzi sono altamente probabili - strascichi legali da possibili rotture ed estromissioni dalla società. 
«La parte pubblica - conclude infine Mantovano aprendo proprio questi scenari - non “preferisce porre fine alla partnership” con il gruppo ArcelorMittal: tale eventualità viene imposta da vostre decisioni. Sugli elementi di dettaglio, Invitalia provvederà ad indirizzarvi specifica comunicazione, in coerenza con la normativa vigente». 

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