Alessandro Quarta, il “musical genuis” senza frac torna a casa per un concerto benefit

Alessandro Quarta, il “musical genuis” senza frac torna a casa per un concerto benefit
di Leda CESARI
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Domenica 7 Gennaio 2024, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 11:57

Torna a casetta, the “Musical Genius”, dopo aver strapazzato da par suo i cinque sensi (e magari pure quel sesto alloggiato in parti mediamente basse, connessione che lui stesso teorizza ed auspica quando suona) di un pubblico d’orecchio e insieme di pancia come quello di Cremona. Un luogo - per capirci con quelli musicalmente digiuni - che sta alla parola “violino” come la definizione “acqua alta” sta a Venezia, insomma: un’identificazione pressoché totale, più che un accostamento concettuale. E in questa storia l’Acqua c’entra, eccome. Non a caso: elemento che amplifica e comunica emozioni. Come quelle del concerto che Alessandro Quarta, the “Musical Genius” – definizione della CNN – porterà a Lecce nei prossimi giorni dopo il trionfo di fine settembre nella città che vide nascere e morire il più grande liutaio di tutti tempi, Antonio Stradivari: titolo, “I Cinque Elementi: Terra, Acqua, Aria, Fuoco ed Etere”, appunto.

Il concerto di solidarietà all'Apollo


In scena al Teatro Apollo sabato 13 gennaio per una serata dell’Inner Wheel Club di Lecce coordinata da Maria Rita Stasi, grande amica del violinista. Con finalità benefiche (individuate dall’oncologa Titti Tornesello) e di memoria (capacità intrinseca dell’elemento liquido: leggere gli studi sull’Acqua di Masaru Emoto, per esempio). Ovvero in omaggio a una giovane infermeria salentina venuta a mancare di recente (info e biglietti al 335.6963446). 
Una serata, quella al Museo del Violino per il Festival Stradivari di Cremona, con applausi da dieci minuti consecutivi, ben due standing ovation e titoli dei giornali locali, a cose fatte, del tipo “Pazzo e geniale: un visionario. Con Quarta rinasce l’universo”. 

Il successo a Cremona

Così “La Provincia di Cremona”, per esempio; e dentro, giusto a ribadire il concetto (e il concerto), “Alessandro Quarta o è un pazzo o è un genio… è un sognatore, non ha paura del giudizio di nessuno, suda, balla, canta: è un istrione o un profeta. Testa rasata, camicia tipo zebrata aperta sul polsino e sul petto, quanto basta per far intravedere collane e bracciali di ogni tipo che suonano con il suo violino, anelli e orecchini, stivaloni. Per lui il frac è superato, perfino inutile, e forse non ha tutti i torti. Per lui c’è solo la musica: sua ragione di vita e stella polare”. L’Acqua può essere così, d’altronde: cheta, oppure impetuosa. Cristallina, o torbida e mulinante. E la sua, quella di un nato nel 1976 a Lecce - il 15 luglio - è quella appunto del Cancro (con evidenti sfumature già leonine: il palcoscenico).
Un’acqua che rimane infante per sempre, come lui stesso ha ammesso in un’intervista di qualche mese fa a Vanity Fair: sono un eterno bambino, quando smetterò di giocare sarà arrivato il momento di appendere al chiodo il violino, di lasciare la musica per sempre. Non succederà mai: Cancro uguale Acqua uguale musica. Lo scrive lui stesso presentando appunto l’ultima opera, che anche a Lecce lo vedrà condividere il palco con il pianista Giuseppe Magagnino e l’Orchestra “Bruno Maderna” diretta da Danilo Rossi: l’ispirazione gliel’ha data il quinto elemento, l’Etere, ma poi ci sono la Creazione – “senza la quale nulla esisterebbe” – l’Aria, la Terra, il Fuoco, e appunto l’Acqua, che per un salentino è Dna: «L’Acqua nasce dalla mia terra, Otranto, la Porta d’Oriente più importante del Mediterraneo, la prima a vedere il Sole. Ogni volta che mi affaccio sul suo mare ne sento il profumo mediorientale. Tutto parte dall’Africa, da una goccia che nasce nel deserto, e in un crescendo da brividi diventa torrente e poi fiume, finendo poi nel mare; questo non è solo calmo e pacato, ma onde giganti e tempeste oceaniche, e fa ritorno da dove è partito, l’Africa. Le note e il loro crescendo ci lasciano nel cuore la consapevolezza della sua importanza e il rischio evidente della sua preoccupante assenza: il suo accordo è mi bemolle maggiore».
Insomma, ne è passata di Acqua sotto i ponti – a proposito di Venezia e di musica, costellazioni ed emozioni – da quando, piccolissimo, componeva i suoi primi pezzi con il mattarello usato dalla mamma per spianare la pasta, Alessandro Quarta, figlio di due rosticcieri amanti della musica “alta” e fratello minore di due altri giganti musicali: il fratello Massimo, anch’egli violinista, è stato nel ’91 il primo italiano a vincere il Premio "Niccolò Paganini" dopo la vittoria di Salvatore Accardo, avvenuta nel 1958; la sorella Patrizia è una grande pianista che collabora con l’Arena di Verona. Oggi infatti l’artista leccese, che condivide vita e lavoro con la sua manager Mariarita Napoli, non deve dimostrare più nulla a nessuno: già da tempo ha incassato collaborazioni prestigiose con mostri sacri del calibro di Boy George, Liza Minelli, Lenny Kravitz, Céline Dion, Lucio Dalla (giusto alcuni nomi per gradire), e coltiva al momento una partnership consolidata con il dio della danza Roberto Bolle. Acqua, sì: ancora Acqua.
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