Opere, mobilità e verde: per Bari un cambio radicale. I cantieri

Opere, mobilità e verde: per Bari un cambio radicale. I cantieri
di Samantha DELL’EDERA
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Venerdì 20 Ottobre 2023, 22:02

Un nuovo sistema di trasporto urbano, il Brt. La riqualificazione di un tratto di costa a sud di Bari, attualmente in profondo stato di degrado e abbandono. L’addio alla frattura dei binari grazie al Nodo verde. Bari si prepara ad anni di progetti e cantieri che cambieranno radicalmente l’immagine attuale della città, la maggior parte finanziata con fondi Pnrr.
«In questi 19 anni – commenta l’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Galasso - a partire da Decaro assessore prima e sindaco poi, a Bari si è molto lavorato su una nuova idea di mobilità correlata sia a trasformazioni urbanistiche della città che metteranno in connessione quartieri e zone da sempre separate tra loro, sia sulla maggior diffusione di nuove forme di mobilità alternative allo storico uso delle autovetture».
Le nuove frontiere del trasporto pubblico. Saranno quattro le linee del Brt (Bus rapid transit, finanziato con 160 milioni di euro) tutte previste in sede riservata con semafori dedicati, percorse da 42 bus elettrici da 18 metri: in totale la rete servita sarà di circa 30 chilometri. Particolari saranno anche le pensiline biancorosse, con panchine, display informativi, illuminazione e cestini. Ma la nuova viabilità in città passerà anche attraverso l’eliminazione dei passaggi a livello con il nodo ferroviario a sud e a nord, che permetterà di ricongiungere parti di città da sempre divise dai binari, anche grazie all’istituzione di nuove fermate dei treni, come quelle in prossimità del Politecnico e dell’Executive.
Sempre parlando di nuove strade c’è l’imponente Camionale, che si svilupperà su 10 chilometri e 800 metri e sarà composta da quattro sottopassi e due viadotti. Saranno costruite nuove rotatorie e sarà aperto un casello autostradale. Senza dimenticare la variante della statale 16 che permetterà di “liberare” l’attuale tangenziale che diventerà una strada urbana. Capitolo a parte i parcheggi: ne nasceranno di nuovi, come quello in via Tommaso Fiore da 850 posti, quello a Lamasinata da 1500 posti e il completamento del Polipark con altri 800 posti che si aggiungeranno ai 1200 attuali. Ed ancora il nuovo parcheggio interrato che sorgerà nell’ex Rossani insieme alla piazza delle Arti.
Le grandi opere e il verde. Tra le grandi opere c’è il Nodo verde finanziato con 170 milioni di euro. La nuova piastra prevista sarà caratterizzata da una significativa presenza di alberi ad alto fusto (230) e anche via Capruzzi cambierà aspetto sia con la soppressione dell’area di sosta degli autobus extraurbani (una volta ultimato il terminal bus), sia con l’ampliamento dei marciapiedi e la realizzazione di un percorso ciclabile, sia ancora con la piantumazione di 50 alberi. In totale circa un ettaro di asfalto sarà rimosso tra piazza Moro, via Capruzzi e largo Sorrentino per lasciare il posto a pavimentazioni di zone pedonali, percorsi ciclopedonali e superfici a verde.
Il parco Costa Sud, da 75 milioni di euro, che sarà diviso in sei lotti: 1, 2 e 3, relativi al parco litoraneo di “Pane e Pomodoro”, “Torre Quetta” e “Torre Carnosa”, che prevederanno principalmente la riqualificazione naturalistica della fascia litoranea, con interventi di piantumazione, nuova rete di percorsi misti ciclopedonali e nuova viabilità; il lotto 4 “Parco Valenzano” prevederà un settore di rinaturalizzazione dell’alveo della Lama Valenzano; il lotto 5 la realizzazione di un parco agricolo reticolare, con creazione di una rete di spazi aperti ad uso pubblico all’interno di zone destinate ad orticoltura; il lotto 6 “Parco Bellavista” la riqualificazione dell’area attualmente occupata dal centro sportivo Bellavista e l’estensione delle attrezzature sportive.
Sul verde come non citare il Parco della Rinascita nell’ex Fibronit. L’area da 117mila metri quadri è suddivisa in 6 zone di forestazione urbana (aree di bonifica dove è stato realizzato il tombamento degli inerti contaminati della fabbrica), che coprono i 2/3 della superficie interessata, e in 6 parti costituenti il parco multifunzionale organizzato per zone individuate in base alle loro destinazioni d’uso: ci saranno aree per bambini, per il fitness, aree ristoro e studio con wifi, un playground per i giochi di squadra. E poi ci sono gli interventi nei quartieri periferici come Santa Rita e San Pio che cambieranno radicalmente volto con il miglioramento della qualità della vita anche degli alloggi popolari. «Più sinteticamente – conclude l’assessore Galasso - la Bari di domani sarà più vivibile e sostenibile, con una mobilità e spazi pubblici e verdi in linea con le principali città europee».

Il nuovo volto di Bari

«Il nuovo volto di Bari – commenta Cosimo Damiano Mastronardi, presidente Ordine Architetti Ppc, provincia di Bari - non può essere valutato limitandolo ai progetti finanziati con il Pnrr che in alcuni casi ha smorzato l’enfasi dei progetti originari. Lo stesso Nodo verde nato dall’idea di coprire il fascio dei binari che attraversa Bari per alcuni chilometri con una copertura “verde”, destinata a spazio pubblico, ha visto ridimensionata la sua finalità iniziale. La parte che sarà realizzata con il Pnrr - continua Mastronardi - si limita, pare, alla sola copertura della parte centrale dei binari, quella della stazione centrale, venendo meno in questo modo al principale obiettivo del progetto di Fuksas che era quello di coprire il piano del ferro, dotare la città di spazi verdi che collegassero i vari quartieri. Forse una migliore valutazione dei costi/benefici avrebbe potuto spingere il Comune a indirizzare quelle risorse su aree più idonee». «Diverso il discorso per Costa Sud – continua Mastronardi - che mira alla definitiva risoluzione della marginalità costiera e urbana a sud-est di Bari. Il progetto gode di un’altra importante opera, ovvero della variante sud di Rfi che libererà quella parte di città dal passaggio della linea adriatica. Su questo il giudizio non può che essere favorevole. Il parco che sorgerà sull’ex Fibronit - conclude - infine è una sfida epocale ispirata a modelli internazionali, all’idea di densificare la città con materiale verde, superfici permeabili, spazi ombreggiati e non più con l’edilizia e il mero consumo del suolo. Anche in questo caso la valutazione è positiva, per ragioni non solo urbanistiche, ma anche sociali ed ambientali».

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