Il circo mediatico di Pettinato e l’arte inquietante di Dylan

Il circo mediatico di Pettinato e l’arte inquietante di Dylan
di Luca BANDIRALI e Stefano CRISTANTE
3 Minuti di Lettura
Sabato 28 Ottobre 2023, 21:28

Questa settimana presentiamo due uscite rilevanti del fumetto italiano: un recupero doveroso di un'opera significativa dell'artista conosciuto come Tuono Pettinato, e una convincente avventura (in due albi consecutivi) dell'inossidabile Dylan Dog.

Tuono Pettinato (Andrea Paggiaro), "Corpicino", Coconino Press.

Sono passati dieci anni dalla prima uscita del best seller di Tuono Pettinato (all'anagrafe Andrea Paggiaro, venuto a mancare a soli 45 anni nel 2021), ma per attualità del tema, freschezza narrativa e capacità di comunicazione non sembra passato nemmeno un giorno: l'opera merita di essere conosciuta da nuove generazioni di lettori, che sentiranno su di sé i brividi e le ansie che l'autore riesce a procurare nonostante la cornice comica del confezionamento. I personaggi del fumettista sono pupazzi caricaturali in bianco e nero, le battute fioccano a ogni pagina, eppure il lettore non si distende quasi mai in un sorriso. Qualcosa lo impedisce, ed è la stessa scabrosità della vicenda narrata, vale a dire l'omicidio di un bambino che frequentava la terza elementare e il cui corpo ("corpicino", appunto) è stato ritrovato in un bosco. Dal ritrovamento in avanti il fumetto riesce nell'impresa di mobilitare tutte le azioni mediatiche che si consumano all'ombra di un infanticidio. Si tratta di azioni visibili, e che prendono la forma di servizi e di interviste, ma anche di azioni invisibili, come i retroscena delle convocazioni del giornalista incaricato di seguire il caso dal direttore della sua testata, il temibile "Lo Sparviero del Settentrione". Letteralmente ogni vignetta del romanzo grafico (che potrebbe anche chiamarsi pamphlet grafico, visto che riesce a spiegare i meccanismi della costruzione delle notizie e la concatenazione degli eventi) mostra individui che galleggiano intorno alla vicenda con cinismo e ipocrisia strabordanti, unici atteggiamenti condivisi da tutti i personaggi. I comuni consumatori di notizie avidi di comparsate televisive, i vertici del giornale preoccupati di servire buone esche all'opinione pubblica in vista delle elezioni, i conduttori di talk show pronti a vendere ogni frammento di dolore prima della pubblicità, persino gli antropologi culturali esperti in rituali sacrificali irrigiditi nei loro stessi schemi: tutti sono coinvolti in un circuito di oscenità che non ha più nulla a che vedere con la morte del "povero Marcellino". C'è anche un colpo di scena finale sul colpevole, ma è fortemente ridimensionato dalla danza macabra che tutti ballano sul caso. Prima ancora dell'individuazione del colpevole è evidente al lettore che in questa storia non ci sono innocenti.
Ricorda nella prefazione Silvana Ghersetti, prima editrice della storia, che Corpicino fu inserito tra i libri consigliati del Corso di criminologia dell'Università di Genova: per quanto sintetico, il libro di Tuono Pettinato ha e mantiene tutto lo spessore di un trattato.

Corrado Roi (disegni), Roberto Recchioni (storia), "Morte in sedici noni" e "Xenon!", Dylan Dog 444-445.

La suggestiva ipotesi narrativa costruita da Roberto Recchioni per questa doppia storia di Dylan Dog consiste nel pensare che l'arte sia una variante della tecnologia, altrettanto potente, capace di produrre energia per un intero pianeta. Peccato che non sia il nostro: da un altro mondo arriva (anzi è già arrivata da qualche milione di anni) una creatura aliena che viaggia nel tempo e nello spazio per mezzo di un enigmatico dipinto. Per Dylan Dog tutto comincia quando una cliente lamenta la sparizione del compagno; questi è entrato in relazione con una donna misteriosa che possiede un'opera d'arte assente dai libri di storia e da qualsiasi catalogo, un'opera che apre nuovi, inquietanti mondi. Il primo dei due albi che contengono la storia ("Morte in sedici noni", uscito a settembre) si conclude quando Dylan visita il pianeta dell'arte, Xenon, e l'albo di ottobre ci presenta la seconda parte, meno convincente ma comunque indirizzata a uno scioglimento narrativo. Alcune considerazioni in ordine sparso: era tempo che la testata dell'indagatore dell'incubo non ci offriva un'avventura così densa filosoficamente e drammaturgicamente; proprio dalle riflessioni sull'ontologia dell'arte sono venute fuori alcune delle storie indimenticabili di Dylan, come "La clessidra di pietra" del 1991, ispirato al dipinto "La persistenza della memoria" di Salvador Dalì; spesso il disegnatore di queste storie più filosofiche è Corrado Roi, il maestro della linea scura. Sono soprattutto le sue tavole mute a rendere questo doppio numero un classico istantaneo del fumetto italiano.
 

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