Xylella, si riparte da zero. La Regione cerca lo staff

Xylella, si riparte da zero. La Regione cerca lo staff
di Maria Claudia MINERVA
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Lunedì 4 Gennaio 2016, 09:47

Per fronteggiare la Xylella fastidiosa bisognerà ripartire da zero. Lo ha ribadito ieri in maniera inequivocabile il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: «Sulla xylella - ha detto infatti in una dichiarazione all’AdnKronos - è andata a finire male nell’opera del governo e della Protezione civile e quindi bisognerà ricominciare da capo».

Bisognerà ripartire, trovando il bandolo della matassa, per due ordini di fattori: il primo è legato alle dimissioni, dopo l’inchiesta giudiziaria che ha bloccato il piano di sradicamento degli ulivi, del commissario delegato all’emergenza Xylella, Giuseppe Silletti, iscritto dai pm salentini nel registro degli indagati insieme ad altre nove persone, tra cui ricercatori e dirigenti regionali.

Il secondo, invece, sempre legato all’inchiesta, riguarda la richiesta dei dirigenti regionali, tra cui anche i due indagati, che hanno scritto all’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Leo di Gioia, per chiedere di essere destinati ad altri incarichi che non riguardino la Xylella, per evidenti ragioni di opportunità, motivo per cui oggi il governo regionale si ritrova senza più un apparato dedicato, motivo per cui è costretto a riorganizzarlo ripartendo, appunto, da zero. Che significa innanzitutto costruire una struttura regionale, ovviamente con nuovi dirigenti, in grado di fare fronte alle problematiche legate al batterio, esattamente com’era prima che fosse dichiarato lo stato di emergenza e fosse nominato un commissario straordinario.

Da quello che si sa da fonti regionali, il presidente Emiliano, che gestisce personalmente la questione Xylella, starebbe già lavorando con il suo staff per individuare le persone che potrebbero sostituire i dirigenti che hanno chiesto di potersi occupare d’altro, e nei primissimi giorni di questa settimana, già domani o al massimo il giorno dopo l’Epifania, dovrebbe esserci un incontro per cominciare a dare forma alla struttura regionale che si occuperà di mettere insieme gli interventi più idonei per fronteggiare il batterio. Come capo del Dipartimento c’è già il direttore Gianluca Nardone, subentrato all’ex direttore d’Area, Gabriele Papa Pagliardini, che avrà la responsabilità di firmare gli atti, servono quindi dei dirigenti capaci di prendere in mano la delicata situazione e ricominciare da capo, considerato che non si potranno più abbattere gli ulivi (però si potrà continuare con le buone pratiche agricole) per effetto del sequestro deciso dalla Procura di Lecce, poi convalidato anche dal giudice per le indagini preliminari.

Nei giorni scorsi, intanto, sia il Dipartimento della Protezione Civile sia il ministero alle Politiche Agricole hanno chiesto al governatore Emiliano di sapere come intende riorganizzare la gestione ordinaria anti Xylella, tenuto conto che l’Unione Europea continua a sventolare la spada di Damocle della procedura di infrazione, per ora solo minacciata tramite una lettera di messa in mora, spedita il mese scorso, all’indomani della riunione del Comitato fitosanitario permanente europeo.

L’Europa, infatti, dopo la seconda ispezione in Puglia degli esperti inviati per constatare lo stato dell’arte, ha stabilito che l’Italia è risultata essere inadempiente nell’esecuzione delle misure disposte per il contrasto della Xylella e ha dato, quindi, subito avvio alla fase preliminare, quella che viene definita di “precontenzioso” della procedura di infrazione. Per il comitato fitosanitario permanente di dicembre, l’Italia non avrebbe fatto quello che avrebbe dovuto tanto in materia di “monitoraggio” della malattia e della sua diffusione quanto per le operazioni di eradicazione del batterio. In poche parole, se l’iter di infrazione giungesse a conclusione all’Italia verrebbe comminata non solo una maxi sanzione ma si dovrebbe anche affrontare il rischio e le eventuali conseguenze della chiusura delle frontiere. Così al danno si aggiungerebbe la beffa.