Se non ci fosse di mezzo una scelta così importante per un territorio da sempre ammalato di isolamento sembrerebbe un gioco a nascondino. Dopo settimane di trepidante attesa, l’incontro tra Regione e Trenitalia che avrebbe dovuto sciogliere il nodo sul Frecciarossa fino a Lecce, mettendo nero su bianco gli impedimenti e le proposte sul tappeto, è infatti saltato.
Senza alcun preavviso, la società ha infatti cancellato l’appuntamento fissato per ieri pomeriggio a Bari, solo una manciata di ore prima con una nota indirizzata alla presidenza pugliese cui non è rimasto che prenderne atto. «L’incontro richiesto dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per discutere della questione del collegamento Frecciarossa non si è tenuto», si legge in una nota della Regione.
Sfuma così in poche righe e senza alcun preavviso l’ipotesi di un confronto diretto tra Trenitalia, che da principio a detto di ritenere diseconomico estendere il servizio fino a Lecce, e la Regione, disposta a compartecipare della spesa necessaria pur di non vedere la Puglia spaccata a metà in un servizio altamente simbolico per il territorio come il trasporto veloce.
La decisione dimostrata da Michele Emiliano, d’altronde, aveva canalizzato anche la fiducia degli amministratori che nelle ultime ore ha visto compattarsi un fronte territoriale sempre più trasversale e vario sulla questione, come si è visto anche dalle numerose presenze negli “stati generali” sul Frecciarossa convocati ieri mattina da Antonio Ga
Per non parlare delle interrogazioni che dall’inizio di settembre sono piovute una dopo l’altra sulla scrivania del ministro ai Trasporti Graziano Delrio, inviate dai deputati e dai senatori pugliesi di entrambi gli schieramenti politici per segnalare con una certa incredulità l’atteggiamento di Trenitalia, che «pensa da privato pur dipendendo dallo Stato», ricorda più di qualcuno e che da ieri - con suo schiaffo alla regione - ha deciso di sottrarsi al confronto con il territorio. Di fronte alla richiesta sempre più stringente rispetto al Frecciarossa, Michele Elia, ha infatti mantenuto la sua decisione iniziale, senza alcun tentennamento, limitandosi a fornire poche e asciutte motivazioni tecniche della scelta.
«Quel treno è stato pensato fino a Bari e non si può modificare», ha detto il manager rispondendo ai cronisti che lo intervistavano. «Attivarlo fino al Salento costerebbe un milione di euro l’anno», aveva aggiunto, fino a prospettare poi nella risposta via lettera agli industriali salentini, che spostare sulla tratta Bari - Lecce una coppia di treni significherebbe sottrarli ad altre tratte più redditizie con un impatto negativo di 5,6 milioni di euro l’anno». Rispetto a nessuna di queste sentenze c’è stata sinora la possibilità di controbattere o appofondire.