Fs, altro schiaffo alla Regione e al Salento: rinviato il vertice sul Frecciarossa da Milano a Lecce

Fs, altro schiaffo alla Regione e al Salento: rinviato il vertice sul Frecciarossa da Milano a Lecce
di Alessandra Lupo
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Sabato 26 Settembre 2015, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 13:40

Se non ci fosse di mezzo una scelta così importante per un territorio da sempre ammalato di isolamento sembrerebbe un gioco a nascondino. Dopo settimane di trepidante attesa, l’incontro tra Regione e Trenitalia che avrebbe dovuto sciogliere il nodo sul Frecciarossa fino a Lecce, mettendo nero su bianco gli impedimenti e le proposte sul tappeto, è infatti saltato.

Senza alcun preavviso, la società ha infatti cancellato l’appuntamento fissato per ieri pomeriggio a Bari, solo una manciata di ore prima con una nota indirizzata alla presidenza pugliese cui non è rimasto che prenderne atto. «L’incontro richiesto dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per discutere della questione del collegamento Frecciarossa non si è tenuto», si legge in una nota della Regione.

L’Amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato, Michele Elia ha infatti comunicato che vista la convocazione in commissione Bilancio e Trasporti, fissata alla Camera per martedì prossimo preferisce rimandare l’incontro regionale. «Sullo stesso tema, la nostra azienda è stata convocata per un’audizione parlamentare, fissata per il 29 settembre prossimo - si legge nella nota inviata da Elia al presidente Michele Emiliano - in considerazione di tale appuntamento istituzionale, ravvisiamo l’opportunità di differire la riunione da Lei richiesta ad una data - da concordare - successiva a quella della suddetta audizione».

Sfuma così in poche righe e senza alcun preavviso l’ipotesi di un confronto diretto tra Trenitalia, che da principio a detto di ritenere diseconomico estendere il servizio fino a Lecce, e la Regione, disposta a compartecipare della spesa necessaria pur di non vedere la Puglia spaccata a metà in un servizio altamente simbolico per il territorio come il trasporto veloce.

La decisione dimostrata da Michele Emiliano, d’altronde, aveva canalizzato anche la fiducia degli amministratori che nelle ultime ore ha visto compattarsi un fronte territoriale sempre più trasversale e vario sulla questione, come si è visto anche dalle numerose presenze negli “stati generali” sul Frecciarossa convocati ieri mattina da Antonio Gabellone, presidente dell’assemblea dei sindaci oltre che dell’Upi pugliese, a Palazzo dei Celestini. La rabbia del Salento è infatti ormai tangibile, a livello territoriale ma anche a livello parlamentare, dove deputati e senatori sollecitano da giorni e giorni la convocazione del tavolo tecnico annunciato dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Claudio De Vincenti due settimane fa, per risolvere la questione perché «è giusto che quel treno arrivi fino a Lecce», aveva detto il rappresentante del governo da Bari. La stessa convocazione di Michele Elia in commissione Bilancio e Trasporti, dove il manager sarà ascoltato martedì prossimo, non è stata cosa facile da ottenere.

Per non parlare delle interrogazioni che dall’inizio di settembre sono piovute una dopo l’altra sulla scrivania del ministro ai Trasporti Graziano Delrio, inviate dai deputati e dai senatori pugliesi di entrambi gli schieramenti politici per segnalare con una certa incredulità l’atteggiamento di Trenitalia, che «pensa da privato pur dipendendo dallo Stato», ricorda più di qualcuno e che da ieri - con suo schiaffo alla regione - ha deciso di sottrarsi al confronto con il territorio. Di fronte alla richiesta sempre più stringente rispetto al Frecciarossa, Michele Elia, ha infatti mantenuto la sua decisione iniziale, senza alcun tentennamento, limitandosi a fornire poche e asciutte motivazioni tecniche della scelta.

«Quel treno è stato pensato fino a Bari e non si può modificare», ha detto il manager rispondendo ai cronisti che lo intervistavano. «Attivarlo fino al Salento costerebbe un milione di euro l’anno», aveva aggiunto, fino a prospettare poi nella risposta via lettera agli industriali salentini, che spostare sulla tratta Bari - Lecce una coppia di treni significherebbe sottrarli ad altre tratte più redditizie con un impatto negativo di 5,6 milioni di euro l’anno». Rispetto a nessuna di queste sentenze c’è stata sinora la possibilità di controbattere o appofondire.

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