Strade sempre più a rischio: cantieri e ricorsi non aiutano. E si continua a morire

Strade sempre più a rischio: cantieri e ricorsi non aiutano. E si continua a morire
di Maria Claudia MINERVA
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Lunedì 27 Giugno 2016, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 19:42
Sulle strade pugliesi si continua a morire. Ieri, la prima domenica d’estate del 2016 si è trasformata in un bollettino di guerra: sette giovani vite si sono spezzate in un soffio. Ancora incidenti, ancora impatti violentissimi, ancora lutti, ancora dolore che annienta e rende la morte inaccettabile e assurda. Il compito di accertare le cause che hanno determinato queste tragedie spetta alle forze dell’ordine, ma quando accadono simili episodi non si può non fare una considerazione sullo stato delle strade della nostra terra, sempre più teatro di terribili incidenti e sempre meno sicure da quando le pubbliche amministrazioni devono fare i conti con risorse ridotte al lumicino. Così, nonostante la boccata d’ossigeno del “Basta buche Anas” - che ha previsto per la Puglia un bando di ben 21 milioni di euro (la stessa somma così alta è stata stanziata solo per la Sardegna, mentre il resto delle regioni d’Italia si è dovuto accontentare al massimo di somme non superiori a 5 milioni), destinati a tre gare d’appalto per i territori del Foggiano, del Barese e del Leccese - ci sono ancora tante statali, provinciali e comunali in pessime condizioni o bloccate da cantieri senza fine.

La mappa, da nord a sud della Puglia è lunga. A Bari, la statale 16 negli ultimi 5 anni è diventata l’arteria più trafficata del Mezzogiorno, mentre l’etichetta di una delle strade più pericolose del Sud Italia l’ha sempre avuta. Il tratto incriminato è quello che comincia con la tangenziale di Bari e prosegue verso il Salento. D’estate si trasforma in un imbuto per via delle migliaia di persone che si spostano contemporaneamente verso le località di mare (Polignano e Monopoli su tutte), alcune volte in una trappola mortale per gli automobilisti. Secondo l’Osservatorio traffico dell’Anas, da giugno e sino a settembre la media è di 200mila passaggi al giorno; negli ultimi cinque anni, complice il boom turistico, il traffico è lievitato di oltre il 30%. Ormai le due corsie sono insufficienti e, spesso, tra i curvoni tra Torre a Mare e Monopoli si consumano tragici incidenti. Gli altri tratti tra i più pericolosi della provincia di Bari sono quello che collega il rione San Paolo di Bari all’aeroporto di Palese e la statale 100, che unisce Bari a Taranto. Da Gioia del Colle sino a Castellaneta, più che una strada sembra un percorso ad ostacoli: tra cantieri perennemente aperti, saliscendi, curvoni e traffico intenso.

Stesso copione nella provincia di Taranto, dove tra le strade più pericolose c’è la statale 172, detta anche “Dei Trulli”, perché porta nei Comuni della Valle d’Itria: stretta, con molte curve (è stata sequestrata per pericolo smottamenti in seguito ai sigilli posti al depuratore) è frequentatissima non solo dai pendolari di Martina, Fasano e Ostuni, ma anche dai numerosissismi turisti che attraverso quell’arteria raggiungono la Valle d’Itria. A rischio soprattutto le strade del mare, come la “Castellaneta-Laterza”, dove sorgono anche le discoteche, che fanno quintuplicare il traffico.

Lungo tutto il territorio brindisino, invece, una delle strade maggiormente a rischio è la provinciale che collega San Vito dei Normanni a Mesagne. Moltissime le criticità segnalate da tempo e spesso rimaste lettera morta. Non solo usura dell’asfalto, ma anche segnaletica carente o mancante, scarsa illuminazione, e via dicendo. Pericolose pure la Mesagne-San Pietro Vernotico, piena di curve e asperità, o la Mesagne-San Donaci, una lunga lingua dritta ma col manto a colabrodo. Che dire, poi, della Latiano-Oria, un lungo rettilineo che si conclude da entrambi i lati con due curve molto pericolose, in prossimità delle quali si arriva, di solito, a forte velocità e con l’altissimo rischio di finire fuori strada? A nord della provincia di Brindisi, stretta e piena di curve e saliscendi la Ostuni–Cisternino, mentre la San Pietro Vernotico-Campo di Mare è troppo stretta e particolarmente pericolosa in estate, quando appunto il traffico si intensifica per via dei numerosi automobilisti che si recano al mare. Piena di curve anche le strade “vacanziere” San Pancrazio Salentino-Torre Lapillo e la Savelletri-Torre Canne.

Non brillano per sicurezza nemmeno le strade della provincia di Lecce, spesso trasformare in cantieri fermi, con progetti in attesa di partire e fermi da tempo immemorabile. Si pensi alla Regionale 8, che collega Lecce alla costa di San Foca e Torre dell’Orso, marine dell’Adriatico meta di turisti da tutta la regione, costretti da anni a un percorso ad ostacoli per via dei lavori partiti e poi bloccati dai ricorsi. E, ancora, la Maglie-Otranto, anche questa cantiere da anni, lungo la quale le code in estate sono chilometriche. Infine, per restare ai casi più eclatanti, la 275, ribattezzata la “statale della morte”, per via dei numerosissimi incidenti mortali che l’hanno costellata in diversi tratti. Finora la strada che da Maglie porta a Leuca è stata, infatti, materia di contenziosi amministrativi e di inchieste penali e della Corte dei Conti, che hanno impedito il completamento delle quattro corsie. Nel Salento, tra le principali vie del mare, vale la pena ricordare la litoranea Baia Verde-Mancaversa, stretta e scarsamente illuminata, e quella dei lidi tra Porto Cesareo e Torre Lapillo: negli ultimi anni, d’estate, diverse le vittime contate su quel tratto.
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