Il governo ritira il ricorso alla Corte Costituzionale: salvo il Piano casa pugliese

Il governo ritira il ricorso alla Corte Costituzionale: salvo il Piano casa pugliese
di Alessandra LEZZI
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Giovedì 15 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 21 Luglio, 09:15

Il Piano casa pugliese è salvo. Il Governo di Mario Draghi, mantenendo fede all’accordo raggiunto con la Regione lo scorso febbraio, ha ritirato il ricorso presentato dinanzi alla Corte Costituzionale. Esulta gran parte del mondo politico e imprenditoriale. Il primo a darne la notizia è il “padre” del Piano Casa, Fabiano Amati, consigliere regionale Pd e presidente della I Commissione: «Questa decisione riporta il sereno nell’importantissimo settore dell’edilizia e su uno strumento che assicura lavoro, riduzione di spreco di suolo e legalità.

Ringrazio i ministri Franceschini e Gelmini, assieme ai parlamentari Losacco e D’Attis, per la leale collaborazione tra Stato e Regione». Poi, Amati annuncia: «Ho già depositato la proposta di proroga per il 2022. Vorrei cogliere l’occasione per segnalare ancora una volta l’importanza del Piano casa, quale strumento ecologico di sviluppo e crescita perché assicura migliaia di piatti a tavola per migliaia di cittadini pugliesi, riqualifica territori degradati o abbandonati, incrementa gli introiti dei Comuni con gli oneri di urbanizzazione, evita consumo di suolo, riduce la filiera della decisione discrezionale nella pubblica amministrazione».

La norma
Lo strumento normativo, in vigore dal 2009 e prorogato di anno in anno, consente di ampliare del 20 per cento le volumetrie di vecchi immobili in stato di degrado attraverso l’abbattimento e la ricostruzione o attraverso lavori di ristrutturazione. La proroga 2021 era stata inserita, con l’unanimità del Consiglio, nella legge di Bilancio di fine dicembre. Il governo nazionale aveva quasi subito notificato l’intenzione di porre la questione di legittimità costituzionale dinanzi ai giudici di Piazza del Quirinale. Sotto accusa, un passaggio della norma che la vedeva intersecarsi con le disposizioni del Pptr (il Piano paesaggistico regionale), nella parte in cui consentiva ai Consigli comunali, attraverso motivata deliberazione, di autorizzare anche interventi in aree sottoposte a vincolo Pptr. Il ministero dei Beni Culturali si mette di traverso e il Consiglio regionale corregge questa disposizione, salvando l’intero Piano dal rischio scure della Consulta. «In Puglia il settore dell’edilizia può accendere i motori per ripartire – esulta il deputato di Forza Italia Mauro D’Attis: il gioco di squadra ha portato i frutti sperati. Ringrazio anche il collega Losacco ed il consigliere regionale Amati per aver condiviso un lavoro importante per il nostro territorio, per i nostri operatori economici e per i cittadini. Come Forza Italia siamo già a lavoro per dare alla Regione uno strumento che punti alla rigenerazione urbana: un nuovo obiettivo in grado di supportare la ripresa delle nostre imprese e di tutto l’indotto dell’edilizia, producendo occupazione e ricchezza in chiave moderna e nel rispetto del territorio».

Le reazioni di Ance
Soddisfazione anche da Ance Puglia e Ance Brindisi: «Siamo finalmente usciti dal limbo dell’incertezza normativa – scrive Nicola Bonerba, presidente regionale dei costruttori. L’avere fatto chiarezza restituisce serenità a noi imprenditori e a tanti cittadini che vogliono rammodernare le proprietà immobiliari. Il Piano casa si sta dimostrando una misura estremamente efficace per la rigenerazione urbana: 1250 nuovi occupati tra marzo 2019 e marzo 2021 sono merito di questo strumento». «È sin troppo evidente che il Piano Casa contribuisce a rimettere in moto il comparto edilizio e l’intera filiera intorno alle costruzioni», commenta Angelo Contessa, di Ance Brindisi, che poi invoca l’ulteriore proroga al 2022. A rilevare difficoltà di attuazione per la provincia di Lecce, il presidente dell’ordine dei geometri Luigi Ratano: «L’attuale legge regionale, pur utilissima, non prevede la possibilità di utilizzo nelle aree a vincolo, che tradotto significa tutte le marine e gran parte del territorio salentino. Ossia il 90 per cento delle pratiche». Gli risponde lo stesso Amati: «Lo sappiamo, e personalmente credo che bisogna consentire questo tipo di interventi seppure nel rispetto delle prescrizioni del Pptr. Se fossi al posto dell’assessore al ramo, peraltro una leccese, avvierei un immediato confronto con il Ministero per poi portare in Aula una proposta in grado di tener conto di questa problematica. Se l’assessore Maraschio non dovesse farlo (come mi è parso di capire dai diversi atti di ostracismo verso il Piano in generale) provvederemo noi consiglieri, con tempistiche però meno rapide da quelle consentite alla Giunta».

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