Nuovi edifici a Poggiofranco, il Tar boccia il Comune: «Sì al cambio in alloggi»

Il Comune di Bari avrebbe tentato di scavalcare Regione Puglia

Nuovi edifici a Poggiofranco, il Tar boccia il Comune: «Sì al cambio in alloggi»
di Luigi LUPO
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Mercoledì 3 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:41

Il Comune di Bari avrebbe tentato di scavalcare la Regione Puglia. Così il Tar ha annullato la determina di Palazzo di città e la delibera del Consiglio comunale del capoluogo relativa al cambio di destinazione d’uso per gli immobili non ancora realizzati. La sentenza del Tribunale amministrativo, pubblicata ieri, accoglie il ricorso presentato dalla Noema immobiliare, interessata a costruire dodici immobili nel quartiere Poggiofranco: tra questi un edificio, originariamente destinato ad uffici, era pronto a essere convertito a uso residenziale.

La "guerra" sulle destinazioni d'uso


La sentenza di ieri riconosce che il Consiglio comunale barese avrebbe limitato gli effetti della legislazione al di fuori delle proprie prerogative.

La materia della contesa riguarda le destinazioni d’uso per immobili non ancora realizzati. Nel corso del 2021 la Regione Puglia ha esteso la possibilità di modificare la destinazione d’uso degli immobili non solo agli edifici già realizzati, ma anche a quelli contenuti all’interno di piani di lottizzazione approvati e convenzionati. 


Ma il sindaco, Antonio Decaro, nel 2022 ha proposto una delibera che sostanzialmente ribadiva quanto espresso da palazzo di città nel 2015: ovvero che a Bari le destinazioni d’uso possono essere modificate solo per gli edifici già esistenti. Una delibera, quella approvata dal consiglio, motivata dalla giunta «sulla base di criteri di compatibilità ambientale e funzionalità urbanistica indicati nel Piano regolatore comunale».

Il diniego a Noema


Il provvedimento però si è scontrato con la volontà della società immobiliare che il 28 febbraio 2022 ha presentato al Comune istanza di permesso per costruire alcuni immobili, di cui la metà della volumetria programmata per uso residenziale. Poche ore dopo è arrivata la delibera del consiglio barese da cui ha origine il diniego nei confronti della Noema che si è rivolta al Tar.


La società, che non immaginava di doversi trovare in una contesa legislativa tra Regione e Comune, difesa in giudizio dagli avvocati Pasquale Procacci, Carmine Rucireta e Ciro Testini, e ha vinto la prima battaglia. Il Comune di Bari ha, infatti, annunciato ricorso al Consiglio di Stato in una disputa che potrebbe cambiare le sorti dell’urbanistica cittadina.
Secondo i giudici amministrativi, il Comune di Bari non ha il potere di emettere un provvedimento di natura pianificatoria con la finalità di contrastare o limitare l’applicazione di una legge regionale nel proprio territorio. «“In sostanza – si legge nella sentenza - il Consiglio comunale barese limita gli effetti della legislazione regionale al di fuori delle proprie prerogative». Insomma, ciò che dice Regione vale più delle disposizioni comunali. Il collegio rileva che «una deliberazione di questo tipo non è consentita dall’ordinamento giuridico perché entra irreparabilmente in rotta di collisione con la superiore volontà dell’ente regionale, espressa, lo si ribadisce, attraverso un atto collocato ad un livello superiore sul piano della gerarchia delle fonti». 

L'avvocato Testini


«I giudici di piazza Massari – commenta l’avvocato Ciro Testini - hanno censurato l’operato del Comune, osservando che l’ente locale non è dotato di potestà legislativa e non può, quindi, impedire che sul proprio territorio trova applicazione una legge regionale. Una sentenza senz’altro di grande rilievo per la città di Bari e per tutto il territorio e l’economia pugliese, da tempo in attesa di soluzioni che spesso la politica locale non sa o non vuole fornire». La palla ora passa al Consiglio di Stato.

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