A Capodanno discoteche chiuse e balli vietati. Ma in Puglia per gli “irriducibili” del veglione tornano le feste abusive. In vista di San Silvestro la corsa ad affittare ville e masserie private - meglio se in campagna o in luoghi isolati - è partita ormai da una settimana. E gli inviti si moltiplicano sulle chat mentre flyer e manifesti proliferano sui social. Intanto su Telegram gruppi di partecipanti ai “secret party più esclusivi dell’anno” spuntano come funghi. La location delle feste? Nella maggior parte dei casi resta segreta a conoscerla solo poco prima dello “start” sarà esclusivamente chi ha acquistato il biglietto. Intanto resort, hotel e ristoranti fanno a gara a organizzare le ormai famigerate “cene spettacolo”. La formula resta quella già rodata in estate: si cena seduti a tavola e dopo il dessert si accende la consolle per dj-set e intrattenimento “all night long”.
L'avanzata di Omicron e la stretta
Poco importa se sulla spinta di Omicron il virus galoppa, i contagi aumentano e nei Comuni fioccano ordinanze di annullamento di eventi di piazza e grandi appuntamenti: dal Salento sino a Foggia c’è chi al veglione di Capodanno non rinuncia. E alla stretta del governo che con il decreto “Festività” dal 23 dicembre ha imposto la chiusura delle discoteche e ha vietato feste da ballo “rispondono” gli organizzatori dei party abusivi.
Numerosi quelli previsti a Lecce e provincia e pubblicizzati sui social, spesso con pacchetti promozionali “cena&dopocena” a San Silvestro. Ma segnalazioni di feste e “grandi cenoni spettacolo” giungono anche da Bari e dalla Bat. Così come, abusivi erano i party organizzati lo scorso 22 dicembre a Copertino, nel Salento: feste tra studenti che hanno dato origine a un maxi-focolaio di 410 contagi.
I titolari di locali e discoteche
Ma in queste ore a raccogliere nuovi “indizi” su party abusivi sono gli stessi titolari di discoteche e locali da ballo. Imprenditori che - dopo il primo stop alle attività durante in piena estate- ora si ritrovano a fare i conti con la nuova stretta. «Pur comprendendo lo stato di emergenza legato alla pandemia, come al solito solo il nostro settore ne paga le logiche e le conseguenze, tenendo conto che abbiamo riaperto le nostre attività l’11 di ottobre dopo due anni di chiusura ininterrotta - tuona Maurizio Pasca, presidente del Silb (Sindacato italiano imprese di intrattenimento) - Potevamo stare aperti sia in zona gialla che arancione e il 23 dicembre è arrivata la doccia fredda che annunciava la chiusura delle discoteche fino al 31 gennaio». Dunque, la denuncia del numero uno del sindacato: «Oltre al danno subito ora c’è anche la beffa: mentre le discoteche restano chiuse tanti locali si stanno attrezzando per far ballare i clienti. Si va al ristorante e poi si balla, ma non è una discoteca - insiste Pasca - Mi stanno pervenendo quotidianamente video di bar, ristoranti e alberghi che si stanno attrezzando per fare la discoteca dopo il cenone, ed è assurdo. Non esistono, tra l’altro, solo le discoteche, ma ci sono anche locali da ballo frequentati da persone adulte». Questa volta titolari e gestori non intendono restare a guardare: «Siamo stanchi, ora basta: in tutta Italia e anche in Puglia il 31 dicembre organizzeremo ronde spontanee per verificare la presenza di feste e veglioni abusivi - annuncia il presidente del Silb - E segnaleremo alle forze dell’ordine ogni abuso».
Di situazione “insostenibile” parla anche Sandro Toffi, dj e gestore del Malè di Santa Cesarea Terme. «Da settimane eravamo al lavoro per organizzare i veglioni di Capodanno nei nostri locali, nel rispetto delle rigide misure sanitarie previste dai protocolli del governo - rimarca - Ma da Roma alla vigilia di Natale è arrivata l’ennesima doccia gelata. Abbiamo comunque provato a salvare almeno i cenoni ma in queste ore siamo alle prese con una pioggia di disdette: ai clienti non interessa cenare e basta. Giovani e adulti non vogliono rinunciare a ballare. E molti optano proprio per i party abusivi in ville e masserie. Intanto gli operatori del settore contano i danni. E se queste sono le premesse i contagi comunque non si fermeranno». Intanto ieri il Viminale ha inviato ai prefetti una circolare che invita a intensificare i controlli nelle giornate festive e prefestive, in particolare nelle zone centrali delle città e in quelle dove insistono più locali.