Una Puglia green è quella che Michele Emiliano disegna, ma per realizzare il progetto nei prossimi cinque anni chiede la collaborazione di tutti, anche delle opposizioni. E il primo a tendere la mano, non senza ferite e polemiche, è il M5s, pronto ad entrare in Giunta e ad avviare il primo governo giallorosso a livello regionale. Nel suo primo discorso davanti al nuovo Consiglio regionale il governatore presenta per grandi linee il programma della sua Giunta: chiusura dell'area a caldo di Ilva o decarbonizzazione; no ai termovalorizzatori sì agli impianti di compostaggio e recupero per chiudere il ciclo dei rifiuti; mobilità sostenibile che vira verso l'elettrico; blue economy; rilancio dell'agricoltura; conferma e integrazione del Reddito di cittadinanza e di dignità; rientro in Puglia dei giovani andati via per lavoro o formazione, prevedendo anche un bonus casa; rafforzamento della sanità territoriale, la parte debole come il Covid-19 ha insegnato.
L'abbraccio al M5S. L'apertura del suo primo discorso Emiliano la dedica al M5S, e non poteva essere diversamente: «Voglio vivere questo momento di iniziale collaborazione sul programma con il gruppo dei cinque stelle con grande umiltà, con grande apertura d'animo», esordisce. Le sue parole, però, sembrano più rivolte al futuro, alla possibilità di spianare la strada verso qualcosa di nuovo a livello politico. Un nuovo laboratorio. Non a caso i suoi ringraziamenti sono rivolti anche al premier Giuseppe Conte, i cui rapporti sono sempre più forti, e a Vito Crimi. «Ringrazio la maggioranza che ha saputo, assieme anche al Governo nazionale, costruire un processo politico trasparente, nitido, di incontri che si sono sempre avuti in modo aperto. Ringrazio il presidente del Consiglio Conte per come sta collaborando e ha collaborato con la Regione Puglia e per come ha sostenuto questo processo. Ringrazio Vito Crimi, il capo politico del Movimento 5 Stelle, con il quale si è aperta una discussione leale, della quale sento tutta la responsabilità».
Puglia verde. Dalla politica ai punti programmatici, dopo aver presentato ad uno ad uno i nove assessori (una poltrona resta a disposizione dei cinque stelle), Emiliano ha elencato una serie di obiettivi da raggiungere nei prossimi cinque anni e ha immaginato una Puglia più verde, con meno rifiuti, meno discariche, più impianti ma non termovalorizzatori, auto elettriche, mobilità sostenibile, blue economy. «Vogliamo trasformare annuncia - la parola rifiuti in parola risorsa e vogliamo ridurre tendenzialmente a zero i rifiuti da conferire in discarica, confermando il no ai termovalorizzatori e costruendo un sistema regionale fondato sull'impiantistica pubblica, finalizzata al riciclo e al recupero della materia, in grado di assicurare la piena autosufficienza e la sostenibilità del nostro sistema regionale».
Turismo e cultura. Potenziare Pugliapromozione è l'obiettivo che Emiliano consegna a Massimo Bray, a cui rivolge spesso pensieri e parole: «Il turismo per noi non è mai stato solo marketing, è stata ospitalità, accoglienza. Abbiamo istituito l'Osservatorio regionale della cultura, il sistema regionale della cultura, e fatto il Piano strategico Puglia365, ma vogliamo rafforzare ulteriormente questo settore, partendo dalla mission di Pugliapromozione».
Sanità del territorio. Se il Covid ha insegnato qualcosa è che gli ospedali non sono tutto, hanno bisogno del sostegno del territorio: «Speriamo di poter implementare, e dobbiamo farlo in modo progressivo, i presìdi territoriali assistenziali, potenziare le attività specialistiche ambulatoriali e avere un unico Piano integrato sociosanitario, mettere insieme welfare e sanità».
Rientro dei giovani. Far rientrare i giovani rientra nel programma, lo strumento sarà Giovani protagonisti. «Nei prossimi cinque anni annuncia Emiliano - vorremmo anche consentire più facilmente il rientro in Puglia dei nostri ragazzi. Vogliamo prevedere un bonus casa, finalizzare i nostri contributi e sostegni alle imprese, in modo tale che stimolino questo rientro di personale non necessariamente intellettuale. Noi abbiamo bisogno di rimettere in moto una economia».
La citazione. La chiusura è affidata alle parole di don Tonino Bello: «La speranza è parente stretta del realismo, è la tensione di chi, incamminandosi su una strada, ne ha già percorso un tratto e orienta i suoi passi verso un traguardo non ancora raggiunto, è impegno robusto che non ha da spartire nulla con la fuga, perché chi spera non fugge, si incarna nella storia, non si aliena, costruisce il futuro, e non lo attende soltanto».