Da D'Alema e Buttiglione a Meloni e Salvini: storia della politica nelle masserie. Così la Puglia è diventata la regina dell'estate

Da D'Alema e Buttiglione a Meloni e Salvini: storia della politica nelle masserie. Così la Puglia è diventata la regina dell'estate
di Vincenzo MARUCCIO
7 Minuti di Lettura
Domenica 27 Agosto 2023, 10:55 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 20:40

Vieni a rilassarti in Puglia. In masseria, ovviamente, tra muri candidi e taralli, a due passi dal mare se vien la voglia. Con i politici che contendono le location del buen retiro vacanziero alle star di Hollywood. Dicono che già da qualche anno nelle chat di Montecitorio, a ogni inizio estate comincino a circolare foto e recensioni dei resort più belli. Tutta una gara, tra consigli e selfie di chi ci è già stato, a prenotare tra muretti a secco e piscine "a sfioro": la Valle d'Itria di qua, il Salento di là. Il Gargano no, almeno per ora.

Il Ferragosto blindato di Giorgia Meloni

Giorgia Meloni ha dato l'ultima, decisiva spinta con il suo lungo Ferragosto blindato nelle campagne di Ceglie, nell'Alto Brindisino, e la Puglia si è ritrovata regina indiscussa dell'estate politica. Annata da record per qualità e quantità di segretari, ministri e aspiranti statisti: cominciata in masseria (guarda un po') da Bruno Vespa con il suo collaudato forum da "terza camera" trasferita tra i vigneti del Tarantino (e sempre lei, Giorgia da Roma, ospite principale); prossima alla conclusione ancora a Ceglie caput mundi con la tre giorni della "Piazza" organizzata da Angelo Maria Perrino e mezzo governo sul palchetto a partire dal vicepremier Matteo Salvini. Tutto racchiuso in pochi chilometri quadrati, altro che la parcellizzazione geografica dei leader distribuiti tra Dolomiti, Rimini e Positano. Per la gioia degli inviati di giornali e tv non più costretti a spossanti spostamenti lungo la Penisola.
E dire che, una volta, da queste parti non ci veniva nessuno. Abbiamo cercato negli archivi, ma niente. Neanche per un weekend destagionalizzato, figurarsi per Ferragosto. Giulio Andreotti al fresco a Fiuggi, Bettino Craxi in Tunisia, Enrico Berlinguer tra Stintino e l'Asinara (il mare più bello d'Italia, lui sì che ne capiva). Speravamo nel pugliese Aldo Moro, ma niente: giusto il tempo di un breve saluto dagli amici a Maglie ma, impegnato com'era tra Roma e Bari, mai che abbia scelto le baie di Monopoli, le spiagge di Vieste o il mare a picco di Leuca. Anzi, sì, una traccia è rimasta: il barese Pietro Sette, presidente di Efim (ente a partecipazione statale per le industrie nel Sud), avrebbe voluto realizzare un insediamento a Otranto, ma Moro lo portò in visita agli Alimini e gli fece capire che non era il caso.

Meglio il turismo con le concessioni eco-sostenibili in pineta. Idea lungimirante e purtroppo circoscritta, ma questa è già un'altra storia.

Gli archivi

Negli archivi - e siamo agli Novanta - si parte con Massimo D'Alema che snobba i casali dell'Umbria amati dai radical chic e, a sorpresa, sceglie lo Jonio fino ad allora conosciuto solo per le acque cristalline. Sarà, per sempre, il deputato di Gallipoli, complici le candidature di collegio e la lunga frequentazione con la classe dirigente prima barese e poi salentina. Brevi soggiorni al Costa Brada, ombrellone al Lido San Giovanni, appartamento (senza troppi sfarzi) sul lungomare prima che la passione per la vela lo portasse verso la Grecia a bordo di Ikarus. E, ciliegina sulla torta, il pranzo con Rocco Buttiglione al "Bastione" per lo storico patto anti-Berlusconi ormai entrato negli annali.
Romano Prodi spunta dopo. Anche lui a Gallipoli dove i cultori del retroscena arrivano da Milano e Roma alla scoperta di trame e doppi fili per capire se un cambio di testimone fosse all'orizzonte. Il Professore "pioniere" sceglie proprio una masseria: al Pizzo - estrema punta del Golfo - ma senza muri di cinta e cancelli invalicabili. Lettino sugli scogli, camere semplici, sapori di una volta e bici a portata di mano. Giusto la scorta, in fondo è pur sempre presidente del Consiglio. Il posto glielo avevano consigliato il suo ministro Giulio Santagata e il fidato Paolo De Castro, che in Puglia era di casa. Più relax che salotti da dibattito, molta privacy e niente tappe nelle pur meritevoli rosticcerie locali. I cronisti restano senza scoop e vere notizie. Per quelle sarebbe bastato aspettare qualche anno con l'Ulivo di Prodi impallinato da Sinistra (forse complice D'Alema, chissà).
Caduto il governo, Gallipoli avrebbe, poi, guardato altrove. Alla ricerca dell'equilibrio tra divertimentificio e paradiso per famiglie, qui dove stiamo ancora oggi. La Sardegna è già lì che non vede l'ora di prendersi la rivincita. Con Silvio Berlusconi a Cala Volpe il gioco è facile, la politica si trasferisce alla sua corte e c'è anche Vladimir Putin. A settembre rispunta Bari, finalmente: il Silvio nazionale non si perde una Fiera del Levante e il tour a Bari Vecchia con Pinuccio Tatarella è sempre un bagno di folla. Niente vacanze, però. Giusto un intenso giro di giostra.
Quel che resta del centrosinistra resiste a Capalbio in Maremma (bellissimo il borgo, così e così il mare), ma non c'è partita con le ville del Cavaliere. La politica va al mare altrove. Pier Ferdinando Casini prova a tenere alta la bandiera e sceglie l'oasi verde di Serra degli Alimini (quella di Moro, ricordate?) a Otranto: acqua trasparente e uno dei borghi più belli del Mediterraneo. Con tradizionale incontro agostano tra la gente, come sapevano fare i cavalli di razza di scuola democristiana.
La Puglia, nel frattempo, trova altre strade: la Notte della Taranta, le sagre, gli stabilimenti balneari, il ballo che impera dappertutto. Fino a quando a Borgo Egnazia non si inventano la masseria di lusso, anzi la reinventano due decenni dopo Franco Tatò che ne aveva teorizzato la riconversione post-agricola immaginando la nuova California (ma anche no). Bungalow di lusso a formare un unico, grande complesso: la "copia" del vero, ma più bella dell'originale, l'arcaico che si fa glamour e la magia del passato sotto le stelle. Ci vengono da tutto il mondo (attori e rockstar innanzitutto, e gli stilisti a seguire) e Madonna, regina del pop, ne diffonde il verbo.
Quando la Costa Smeralda perde quota l'alternativa è già bella e pronta. Si torna in Puglia, ragazzi, e questa volta non solo per ballare. Il Bruno nazionale è già a Manduria da qualche anno che fa vini e ospita il Gotha parlamentare. Estate 2023: sbarca Meloni e il gioco è fatto. La masseria è un must: a corte come nelle antiche ville romane, fortificata o modello abbazia. Gli architetti si sbizzarriscono, i filosofi concettualizzano, gli antropologi dibattono, i fotografi immortalano, l'italiano media smanetta su Booking.com e desidera. Il segreto è un mix - in Sardegna se le sognano le serate così piene di appuntamenti - di genuinità e spirito di accoglienza che strappa un sorriso da esibire in un selfie: se ti vuoi riposare nessuno ti disturba, se vuoi far mattina in tanti ti aspettano per far festa. I selfie rimbalzano e diventano un superspot per la Puglia.
Salvini ci prova a tallonare Meloni, ma non è facile. Una foto sul mare di Polignano con la compagna, ma poco altro. Vuoi mettere con la "panzerottata" della premier o con il video alle nozze del parente del consigliere regionale di Fratelli d'Italia? Nel soggiorno in Valle d'Itria Meloni non ha detto nulla di quello che ci aspetta in autunno: tutto rimandato a settembre. Salvini si prenderà la scena alla "Piazza" di Ceglie, nuovo salotto della politica, e gli esperti misureranno la differenza in applausi e richieste di foto. Per il resto, più che un passaggio di testimone sarà la conferma dell'appeal di questa che sembra diventata la Capalbio del centrodestra.
Michele Emiliano e Antonio Decaro governano, ma gli avversari si son presi la Puglia vacanziera. Che Giuseppe Conte da Volturara Appula, cuore dauno del Foggiano, optasse per le terme di Saturnia non se lo aspettavano in casa 5 Stelle dopo che nel Brindisino aveva fatto proseliti. Il Pd annusa l'aria e aspetta Elly Schlein per la Festa regionale dell'Unità: eppur si muove e chissà che la riscossa delle opposizioni non riparta da qui. Torre Suda, marina di Racale, in fondo è due passi da Gallipoli: un'epoca fa, certo, ma sono appena 15 chilometri. Forse anche i Dem si son messi a cercare una masseria: ce ne sono di bellissime pure sul versante jonico, ma forse serve altro. L'armocromista ha già fatto il suo tempo. Una seria campagna d'autunno su lavoro e Pnrr, al tempo dei social, potrebbe non bastare. Per sfidare Meloni sui panzerotti meglio imparare bene l'arte della frisella. Può servire, non si sa mai.

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