Laforgia, attacco social al Pd: «Post sulla querela di Meloni a Canfora, ma nella foto io sono "senza testa"»

De Simone: «Direi al Pd, basta con i tagliatori di teste, basta con queste pratiche censorie, ritorniamo alla politica. Con serietà e rispetto»

Michele Laforgia con Luciano Canfora
Michele Laforgia con Luciano Canfora
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Giovedì 18 Aprile 2024, 14:15 - Ultimo aggiornamento: 15:42

«Ci sono anche io, a destra della foto, ma senza testa»: Michele Laforgia, avvocato e candidato sindaco di una parte del centrosinistra a Bari, va all'attacco del Pd nazionale. Il motivo? Un post sui social. Spiega Laforgia sulla sua pagina Facebook: "L’altroieri è stato rinviato a giudizio per diffamazione aggravata in danno dell’attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il professor Luciano Canfora, che mi onora da molti anni della sua amicizia e della sua fiducia. Uno dei più grandi intellettuali italiani. L’ho accompagnato in aula perché è difeso da me, un avvocato di provincia. Lo hanno scritto i giornali e lo hanno detto in tv. E ne hanno parlato anche sui social, ovviamente non tutti con favore. Agli avvocati capita spesso, non me ne faccio un cruccio. Ma quando ho visto questa foto mi è venuto un tuffo al cuore. È un post sul sito Instagram del Partito democratico nazionale. Ci sono anche io, a destra della foto, ma senza testa. Sarà certamente un caso, una coincidenza. Ma a me ha fatto impressione lo stesso".

Le tensioni nel centrosinistra e "l'accordo" tra primo turno e ballottaggio

Proprio ieri Laforgia e Vito Leccese, candidato sindaco del Pd, avevano sancito una specie di accordo: data l'impossibilità al momento di riunire il campo largo di centrosinistra, tramontate ormai le primarie che dovevano tenersi tra i due, e accantonata qualsiasi ipotesi di terzo nome d'unità della coalizione, tanto vale correre ognuno con le proprie liste al primo turno delle Comunali baresi, per poi stringere l'alleanza al ballottaggio.

Il che presupporrebbe una dialettica elettorale senz'altro vivace, ma senza troppi sgambetti. Il caso sollevato da Laforgia sulla foto "decapitata" sembrerebbe però andare nella direzione opposta.

La presidente Pd di Bari

«Mi dispiace che il mio partito prenda scivoloni di questo tipo, tutti sanno che Michele Laforgia è il difensore del professore Canfora e soprattutto che non si fa tagliare la testa da nessuno. Direi al Pd, basta con i tagliatori di teste, basta con queste pratiche censorie, ritorniamo alla politica. Con serietà e rispetto». Così la presidente del Pd Bari, Titti De Simone, critica il suo partito per la foto pubblicata su Instagram che ritrae il professore Luciano Canfora mentre entra nel Tribunale di Bari, invece del suo avvocato Michele Laforgia, candidato alle Comunali di Bari per M5s e Convenzione, si intravede solo il corpo senza testa. Un post che ha provocato la reazione dello stesso Laforgia.

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