Mafia a Bari, Stefanazzi: «La città è un esempio da seguire. Il centrodestra si preoccupi di trovare idee e nuove leve»

Mafia a Bari, Stefanazzi: «La città è un esempio da seguire. Il centrodestra si preoccupi di trovare idee e nuove leve»
di Paola ANCORA
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Sabato 23 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 12:10

«La scena dei parlamentari di centrodestra dal ministro Piantedosi è stata molto triste e comprendo la frustrazione e la rabbia di Antonio, ma vorrei ricordare a tutti cosa è diventata Bari, che solo pochi giorni fa è stata eletta regina del Sud sul fronte lavoro e attrattività per le imprese» dice il parlamentare del Pd, Claudio Stefanazzi. Già capo di Gabinetto del presidente della Regione, Michele Emiliano, salentino di Tricase, Stefanazzi conosce bene Bari e la sua storia: «Non è una città mafiosa, una città infiltrata, ma è un luogo dove le imprese vogliono investire proprio perché garantisce sicurezza, serenità, servizi. Quello che è successo a Bari ha dell'incredibile».

Cosa intende?
«Non credo ci siano altre città cresciute a un tale ritmo e che siano riuscite a emanciparsi in maniera tanto netta dagli stereotipi che le segnavano.

Oggi Bari è punto d'attrazione per il turismo e l'industria. Questo dato da solo dovrebbe far riflettere il centrodestra sul fatto che calcare la mano con questo tentativo di destabilizzare Bari è una fesseria e poi dovrebbe rassicurare Antonio: non ha bisogno di affannarsi, perché che Bari sia una città sana lo dicono gli indici economici, turistici, imprenditoriali. La città è emblema della fioritura della Puglia e ne siamo orgogliosi».

C'è tuttavia la questione Amtab: la municipalizzata è finita in amministrazione giudiziaria, con interessi diffusi ed evidenti – da quanto è emerso finora con l'inchiesta – di infiltrazioni mafiose. Non crede che su questo il centrodestra abbia ragione?
«Ma l'inchiesta non è partita ieri e il sindaco Decaro la conosce. Non solo. Da quanto ha detto la stessa Procura, il primo cittadino ha garantito la più ampia collaborazione per definire i contorni giudiziari della vicenda. Questo è un caso esemplare di sinergia istituzionale fra politica e magistratura, sinergia indispensabile in contesti complessi come questi e decisiva nella lotta alla criminalità. Per Amtab succederà ciò che è giusto, ma Amtab non è né Bari né la sua amministrazione».

Decaro ha parlato di un tentativo «di truccare la partita delle Comunali». È d'accordo?
«Dico solo che immaginare di regolare questioni politiche sfruttando vicende giudiziarie non fa bene a nessuno: chi ci ha provato è finito scottato o nei guai. Noi dobbiamo difendere gli interessi della Puglia. Il centrodestra pensi a lavorare sulla sua classe dirigente, trovi nuove leve, idee e prospettive».

Esiste il rischio che slitti il voto delle Comunali?
«No, assolutamente, si va avanti. L'assurdo è che – nell'ipotesi in cui il ministero desse una simile indicazione - sarà il prossimo Consiglio comunale a rischiare lo scioglimento, una contraddizione in termini. Il Comune ha fornito una corposa documentazione al Viminale, confermando la sua assoluta mancanza di responsabilità: vedremo come andrà a finire, ma per l'inchiesta di “Roma Capitale” la scure finì sulle partecipate del Comune, dato che si accertò l'estraneità dell'amministrazione».

Il sindaco Decaro se l'è presa anche col trasformismo: le due consigliere di Bari finite nei guai erano state elette nel centrodestra e poi sono passate in maggioranza. Cosa che, peraltro, in politica accade a tutti i livelli. Condivide o è un falso problema?
«Siamo in una fase storica in cui, quando si condividono programmi e si riconosce una leadership, può esserci sempre qualcuno interessato a seguire un determinato percorso, non ci sono steccati ideologici. Misuro una persona dalla sua aderenza ad alcuni principi, se viene meno a quei principi non voglio averci a che fare. Ma il resto attiene ad ambiti che non spetta alla politica giudicare, ma alla magistratura».

Sarà presente alla manifestazione di piazza?
«Sì, e non sarà una manifestazione, ma una festa non solo per difendere Bari e il suo sindaco, ma per celebrare ciò che è stato fatto in questi 20 anni e di cui dobbiamo andare fieri. Abbiamo cambiato la storia di questa regione, che può guardare l'Europa e il Mediterraneo a testa alta. Non è un caso che sul palco ci saranno, insieme, Vendola, Emiliano e Decaro».

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