Il futuro di Aqp, l'intervista al presidente Laforgia: «Mi fido della Regione, l'ingresso dei Comuni è la soluzione»

Il futuro di Aqp, l'intervista al presidente Laforgia: «Mi fido della Regione, l'ingresso dei Comuni è la soluzione»
di Giuseppe ANDRIANI
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Martedì 12 Dicembre 2023, 06:26 - Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 11:51

«Fiducia nella Regione Puglia, socio unico di Aqp, per trovare la soluzione migliore». Domenico Laforgia, presidente di Acquedotto pugliese, tende la mano al governatore Michele Emiliano, che aveva spiegato ieri su queste colonne che è già partito da due anni l’iter per la costituzione di una società in house (cioè con i Comuni nel Cda) così da poter continuare nell’affidamento del servizio, che altrimenti avrebbe scadenza alla fine del 2025. Paura dei privati? Forse solo un po’, ma l’orizzonte sembra schiarirsi. 
Presidente, il 31 dicembre 2025 scadrà la concessione statale del servizio idrico ad Aqp, ieri il governatore Emiliano ha assicurato che un percorso per la società in house e già partito. Lei cosa ne pensa?
«Sono assolutamente fiducioso nell’impegno del nostro socio unico, la Regione Puglia, per la soluzione migliore per Aqp. Andare in house è la scelta migliore per il territorio. Acquedotto Pugliese è un caso unico in Italia per dimensioni, complessità ed efficacia, un patrimonio di questa terra. Operiamo nell’ambito territoriale ottimale più esteso del Paese, oltre 20mila chilometri quadrati, con 33mila chilometri di reti idriche e fognarie, una lunghezza tale da fare un giro attorno alla Terra. Gestiamo 185 depuratori e 5 impianti di potabilizzazione in tre regioni diverse. Un fitto intreccio di tubazioni, impianti e competenze, costruito in oltre un secolo di storia, che oggi ci fa essere un riferimento anche all’estero. Aqp non porta solo acqua nelle case dei pugliesi e in alcuni comuni della Campania, oltre alla subdistribuzione alla Basilicata. Ha ruolo fondamentale per la tutela ambientale, basta pensare alla riconosciuta qualità dei nostri mari e al ripristino di zone umide garantite dall’eccellente lavoro dei nostri depuratori. Ed è un motore per l’economia del territorio. I gestori in Italia in media investono 56 euro per abitante. In molte realtà non si arriva agli 8. Acquedotto pugliese nel 2022 ha investito 80 euro per abitante e quest’anno 100 euro, in linea con le migliori realtà europee. E se si considera che ogni euro investito da Aqp ne fa sviluppare altri 15 al sistema economico locale, appare subito chiaro quanto sia importante impegnarsi per lasciare questo patrimonio in mani pubbliche».
 

Si parla di due anni di approfondimenti tecnici alle spalle, a che punto siamo?
«Abbiamo rappresentato le nostre necessità gestionali al fine di trovare la soluzione più idonea. Ora si esprimerà la politica, ma il dialogo è continuo e costruttivo».
 

Come immagina la struttura Aqp con 257 Comuni al proprio interno? Parliamo della più grande stazione appaltante italiana in tema acqua.
«Lo immagino con una governance che sappia garantire una gestione efficiente ed efficace, come avviene ora. Già oggi Aqp opera nella cornice dell’Autorità idrica pugliese, l’Aip, che è il soggetto rappresentativo dei comuni pugliesi per il governo pubblico dell’acqua. Lo schema Regione-Aip-Aqp ha dimostrato di funzionare bene e soprattutto nell’interesse del territorio. Mi aspetto che la riorganizzazione societaria sia in questo solco».
 

Quali sono le prospettive di crescita di Acquedotto pugliese nei prossimi anni?
«Guardi, il nostro Piano Strategico 2022-2026 prevede due miliardi di investimenti su tre priorità: tutela della risorsa idrica, economia circolare e transizione energetica. Il processo è in atto. Il risanamento delle reti idriche è stato completato in alcune province e sta proseguendo nel resto della regione. Sono già 13 gli impianti di depurazione predisposti per il riutilizzo delle acque depurate in agricoltura. E gli importanti investimenti nell’autoproduzione energetica, dal biogas agli impianti fotovoltaici, ci porteranno nei prossimi anni a mettere a mercato l’energia in eccesso completando la trasformazione di Aqp in multiutility».
Ritiene che sia davvero completamente scongiurato il rischio che Aqp finisca in mano ai privati?
«Finché non ci sarà una soluzione chiara e definitiva non mi sento di escludere alcuna possibilità, ma abbiamo di che essere fiduciosi. L’importanza per il territorio di Aqp, testimoniata dai numeri che le ho citato, è ben nota alla classe dirigente pugliese. Le nostre gare d’appalto, statisticamente, per circa il 50 per cento vengono vinte da aziende pugliesi, il che significa crescita economica e occupazione. Un privato, invece, potrebbe anche decidere di realizzare direttamente le opere che noi affidiamo all’esterno per aumentare la redditività della gestione. Restiamo dunque fiduciosi sulla soluzione in house, ma anche se si dovesse arrivare a una gara per la concessione del servizio idrico integrato, Acquedotto Pugliese sarebbe in corsa e, vista la sua centenaria esperienza sul campo, avrebbe le migliori chance di vincerla».
 

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