L'acqua dall’Irpinia al Salento raccontata nel libro fotografico di Solito: viaggio tra i 33mila chilometri dell’Acquedotto Pugliese

Presentato ieri a Roma “La promessa della madre”, il libro realizzato dalla Treccani frutto del lavoro fotografico del grottagliese Carlos Solito: un viaggio tra i 33mila chilometri dell’Acquedotto Pugliese

L'acqua dall’Irpinia al Salento raccontata nel libro fotografico di Solito: viaggio tra i 33mila chilometri dell’Acquedotto Pugliese
di ​Claudia PRESICCE
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Giovedì 21 Marzo 2024, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 16:44

Il lungo viaggio dell’acqua dalle rocce dell’Irpinia fino al più profondo Salento, una storia iniziata nei primissimi anni del 1900 (ma in realtà già pensata da vari visionari dei decenni precedenti), un ciclopico lavoro di ingegneria e di intuito pionieristico: all’Acquedotto Pugliese che da circa centoventi anni compie il suo lavoro dando il senso del valore di un’opera pubblica che può (e deve) funzionare è dedicata una pubblicazione presentata ieri alla Treccani di Roma. È frutto del lavoro fotografico dell’autore grottagliese Carlos Solito, non nuovo ad opere di esplorazione del nostro territorio (anche come speleologo) e non, dal titolo “La Promessa della Madre - Dall’Appennino al Mediterraneo”, viaggio tra i paesaggi e le opere dell’Acquedotto Pugliese, tra fotografie e diario di viaggio tra i 33mila chilometri dell’acquedotto più complesso d’Europa. Se ne parla in questi giorni in concomitanza con la Giornata Mondiale dell’acqua per sensibilizzare sulla necessità di evitare gli sprechi in un mondo che si avvia a soffrire di carenza idrica. 
La Treccani ha realizzato il volume per raccontare questo prezioso tesoro di cui usufruiscono 4 milioni di utenti dalle lontane sorgenti in Irpinia fino a raggiungere ogni luogo della “siccitosa” Puglia.

 

La presentazione 


«La Promessa della Madre – ha dichiarato Massimo Bray, direttore generale della Treccani – non è soltanto un’opera d’arte, ma anche una testimonianza del valore sociale della nostra missione: valorizzare i tesori più preziosi dell’Italia e sensibilizzare l’opinione pubblica sui grandi problemi del mondo contemporaneo, come la scarsità dell’acqua».
Con l’arte si segue viaggio e una storia che racconta l’arrivo dell’acqua come un riscatto della Puglia. «L’ultimo secolo di storia di questa terra – ha detto Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia – è intrinsecamente legato all’Acquedotto Pugliese. L’arrivo dell’acqua ha prima liberato la nostra gente da sete e malattie e poi generato sviluppo, fino a portarci a essere un modello per il Paese e il Mediterraneo. Acquedotto Pugliese oggi è servizio di qualità, tutela dell’ambiente e persino turismo. E quello che ci rende più orgogliosi è che tutto questo è un patrimonio di tutti i pugliesi, la dimostrazione che il pubblico può e deve funzionare».
Felice Domenico Laforgia, presidente di Acquedotto Pugliese perché «con immagini spettacolari e maestria narrativa, Carlos Solito guida il lettore attraverso un percorso in cui l’acqua emerge come simbolo tangibile di storia e di un patrimonio ingegneristico unico. Un’opera storicamente votata alla tutela dell’ambiente, ma anche alla cultura economica e sociale di un luogo».
«Questo libro è il risultato di numerosi incontri, riflessioni, sogni che non sono mai abbastanza. È iniziato quando da bambino presi a chiedermi da dove venisse l’acqua della fontanella di ghisa del Quartiere delle Ceramiche a Grottaglie ed è proseguito quando, tre anni fa, ho deciso di compiere fisicamente il viaggio dell’acqua attraverso le opere dell’Acquedotto Pugliese – ha spiegato Solito – dall’Appennino al Mediterraneo, dalle sorgenti del Sele in Irpinia a Santa Maria di Leuca, mi sono fatto testimone di un verbo primordiale, colmo di riflessivi silenzi che contemplano antichi segreti e comuni verità, quelle dell’acqua, la Madre delle madri».
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