Taglio ai voli per Roma. Il richiamo di Vadrucci: «Basta penalizzazioni»

L'aeroporto di Brindisi
L'aeroporto di Brindisi
di Paola ANCORA
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Venerdì 15 Settembre 2023, 19:24 - Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 20:51

Tagli ai voli dall’aeroporto di Brindisi a Roma, ci risiamo. E ad alzare la voce, chiedendo l’intervento dei rappresentanti istituzionali del territorio pugliese e salentino in particolare, è Mario Vadrucci, presidente della Camera di Commercio di Lecce. «L’estate sta finendo, i turisti se ne vanno e anche i voli. Chi ha avuto la ventura di prenotare un volo per Roma a partire dal prossimo ottobre - spiega Vadrucci - ha fatto la brutta scoperta di non trovare più il volo Ita che parte attualmente da Fiumicino alle 9.20 ed arriva nell’Aeroporto del Salento alle 10.30 per ripartire alla volta della Capitale alle 11.15. Rimane, per chi è diretto a Roma, soltanto il volo delle 6.25 mentre è stato anticipato quello del pomeriggio che parte da Fiumicino alle 13.20, arriva a Brindisi alle 14.30 e riparte alle 15.15 verso la Capitale, per ritornare a Brindisi solo alle 21.40, con arrivo alle 22.50 (quando è in orario)».

Orari "scomodi"


Inutile dire che partire da Brindisi alle 6.25 significa, per si muove dal basso Salento o dall’entroterra jonico-tarantino «fare un’alzataccia».

Più di un centinaio di chilometri da percorrere in auto, su strade statali piene di buche e cantieri quasi tutto l’anno, accompagnati dal pensiero che la periferia geografica d’Italia meriti qualcosa di più e di meglio: strade migliori, treni più veloci, voli aerei in numero adeguato. Viceversa, è chiaro - prosegue ancora Vadrucci - «che in queste condizioni rischiano di essere vanificati tutti gli sforzi che istituzioni e rappresentanti degli operatori da anni compiono per rimanere collegati, con orari decenti, con l’hub internazionale di Fiumicino, quello che consente collegamenti internazionali e servizi importanti per imprese e cittadini». 


Un problema, l’offerta di voli aerei da e per Roma con riferimento alla Puglia e allo scalo di Brindisi in particolare, che ci si trova ad affrontare a intervalli regolari, a dimostrazione che i panni della Cenerentola - fra servizi e infrastrutture - è difficile levarseli di dosso. Specie quando a dettare le regole è il mercato, senza che vi sia un’attenta mano pubblica a controllare che non si consumino distorsioni o penalizzazioni di sorta. Ryanair, che pure in estate ha elogiato Brindisi per la sforbiciata applicata all’addizionale comunale sullo scalo, ha tagliato un volo da Alghero a Bari, volo inserito nel primo pacchetto di tagli annunciato dal ceo del vettore irlandese, Jason McGuinness, per protestate contro il decreto del Governo sul caro-voli. Wizzair ha chiuso, lo scorso marzo, la base di Bari per trasferire una parte della sua flotta aerea a Roma e Milano. E, quel che è peggio, Assoaeroporti - il “braccio” di Confindustria - ha calcolato nel 5,4% l’entità del taglio operato ai voli nazionali da e per la Puglia nel corso del 2023. 

Altri tagli negli anni passati


Uno di questi è proprio il volo Ita per Roma segnalato da Vadrucci. Un volo in meno che si aggiunge a quelli tagliati negli anni scorsi. Basta sfogliare gli archivi per rendersene conto. Anno 2017, l’incremendo dei costi aeroportuali a Roma sugli scali di Fiumicino e Ciampino penalizza anche la Puglia: Ryanair tagli proprio le rotte per Bari - due voli anziché tre - e per Brindisi, volo garantito solo il lunedì. Oggi la storia si ripete con Ita.
«Come Camera di Commercio di Lecce - aggiunge il presidente - desideriamo richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica del Salento su questa decisione che penalizza non poco le iniziative, pubbliche e private, tendenti a rendere più stretti, operativi ed efficaci i collegamenti dall’Aeroporto del Salento, chiedendo alle Autorità regionali e centrali un intervento che serva ad evitare ulteriori penalizzazioni per un’area geograficamente decentrata, che chiede soltanto di poter utilizzare collegamenti funzionali, collegamenti sui quali contare per rendere concreta la sua ansia di sviluppo. L’Italia progredisce tutta insieme, o non progredisce». 

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