È caos. Passeggeri costretti ad attendere in aeroporto, voli cancellati, ritardi sempre più frequenti (quasi 150 tra Brindisi e Bari negli ultimi due giorni). Il weekend di fuoco del trasporto aereo non è stato un weekend. La situazione rischia di cristallizzarsi, ieri non è affatto andata meglio. L’emergenza europea, con gravi conseguenze tra Olanda, Spagna e Germania, si ripercuote anche sulla Puglia. Chi ieri doveva partire da Bari per andare a Copenaghen è rimasto a terra, perché la Scandinavian Airlines System (compagnia di bandiera di Danimarca, Norvegia e Svezia) era a corto di personale a causa di uno sciopero. Per dare le dimensioni di una crisi enorme e in divenire, basta pensare che ieri pomeriggio il ceo della Sas, Anko Van der Werff ha parlato di «sciopero devastante e società a rischio». Sarà anche un braccio di ferro con i sindacati, ma la protesta del personale scandinavo arriva con forza persino in Puglia.
Aeroporto di Bari, i voli cancellati
Da Bari nella giornata di domenica erano saltati due collegamenti internazionali, entrambi curati da Wizzair, una delle società sotto tiro negli ultimi giorni. Cancellati, quindi, i voli per e da Vienna e Cluj: nessuna spiegazione ufficiale, ma dalla sigla low cost ungherese trapela in maniera piuttosto netta un problema di personale di bordo. La stessa Wizzair sabato non era riuscita a garantire il Bari-Verona, né all’andata e neppure al ritorno. E Ryanair invece aveva visto annullato il collegamento dal capoluogo pugliese a Milano Malpensa.
Chi deve partire, adesso ha paura.
Aeroporti, la falsa ripartenza
La ripartenza del turismo post covid e il numero di voli e collegamenti in netta crescita rispetto a un anno fa (e con percentuali bulgare rispetto al 2020) rischia di diventare un bluff e di perdersi tra scioperi, proteste e soprattutto mancanza di personale. Le compagnie low cost sono in difficoltà e sono quelle che riforniscono i due scali pugliesi, Bari e Brindisi. E se il ministro ai Trasporti, Enrico Giovannini, ridimensiona l’emergenza per l’Italia, e al contempo da Adp fanno sapere di non avere problemi con il personale, il gioco del domino, con la crisi europea del settore, si riflette in maniera importante e violenta anche sulla nostra regione e un po’ su tutto il Paese. Partire in aereo diventa un’impresa. E anche qualora si riesca a farlo il problema è legato ai ritardi. Escludendo la tarda serata di ieri, un monitoraggio tramite FlightAware mostra come nelle ultime 48 ore a Bari siano stati 127 i collegamenti aerei partiti o arrivati con ritardo e a Brindisi invece 71, con un traffico ovviamente inferiore. Passeggiare in aeroporto, oggi, equivale a incrociare sguardi preoccupati e al contempo speranzosi. L’Europa si muove per provare a venir fuori dall’empasse, la Puglia sembra non avere armi per combattere quello che rischia di diventare a tutti gli effetti il problema dell’estate. Il grande nodo da risolvere, per chi vive di turismo e per chi invece, da utente, vuole (o deve, particolare non trascurabile) solo viaggiare. Il proliferare di voli (tanti i collegamenti annunciati e lanciati nelle ultime settimane da Brindisi e Bari) con le compagnie low cost non ha seguito la logica della mancanza del personale. E questi caldi giorni di inizio luglio hanno restituito la situazione emergenziale senza lasciare, per ora, appigli di risoluzione. Non resta che sperare, ma nel frattempo è il caos. Non era questa la ripresa immaginata, desiderata e soprattutto costruita.