La Xylella marcia verso il Nord, Emiliano tace

di Nicola CIRACÌ *
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Mercoledì 27 Aprile 2016, 17:01
È notizia di queste ultime ore che la Commissione Fitosanitaria Europea ha esteso d’ufficio e per oltre venti chilometri a nord, la zona infetta da Xylella, interessando quasi tutti i comuni della provincia di Brindisi e della provincia di Taranto. 
Tale decisione è il conseguente ed illogico risultato della superficialità, del temporeggiare e della mancanza di coraggio assoluto con cui il presidente Emiliano continua ad affrontare la questione Xylella, barcamenandosi tra mutismo e incapacità decisionale, il più delle volte scaricando responsabilità ora sulla magistratura ora sui tecnici. Tale decisione di fatto condanna definitivamente a morte territori con pregiata vocazione agro-alimentare (come ad esempio San Vito dei Normanni, Ceglie Messapica, San Michele Salentino, Villa Castelli, Carovigno, Ostuni, Cisternino), sebbene non ancora colpiti da Xylella.

Infatti, le misure previste per la zona infetta distruggono qualsiasi attività vivaistica, impediscono qualsiasi movimentazione, commercio o impianto di specie ospiti del batterio come olivo, mandorlo e ciliegio, insieme ad una lunga lista di altre specie che nell’ultimo anno è cresciuta a dismisura e che comprende anche numerose specie ortive e ornamentali.

Così, alcune produzioni tipiche riconosciute e presidio “Slow Food”, come il Biscotto Cegliese, la Mandorla Riccia di Francavilla Fontana o il Fico Mandorlato di San Michele Salentino, per mancanza degli elementi basi per la preparazione di pasticceria come il mandorlo, o le marmellate di ciliege locali, sono destinate nel giro di qualche anno a scomparire a meno che non si modificano i rispettivi disciplinari di tutela obbligatori per la loro preparazione andando ad approvvigionarsi di mandorle o fichi o di confetture di ciliegie provenienti da altri territori, venendo così meno il valore identitario delle tipiche preparazioni salentine.

Appare ancora più incredibile che, le Misure Fitosanitarie, ovvero tutti quegli interventi necessari per contenere l’avanzata del batterio che sono stati codificati dell’attività della tanto decantata e voluta task-force regionale (personalmente auspicata già da oltre un anno mediante interventi parlamentari), ad oggi non hanno alcun carattere di ufficialità e non sono state nemmeno pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia. Allora ci si chiede a cosa servono se non hanno carattere di ufficialità e se rimangono a disposizione di pochi intimi? Forse per questo motivo la Regione Puglia ha disertato l’appuntamento importante e fondamentale presso il Comitato Europea di Bruxelles, utile a perorare le ragioni agri economiche e colturali di un intero territorio come quello pugliese? E se i tempi previsti per eseguire gli interventi colturali e fitosanitari vengono abbondantemente superati a cosa sarà servita tutta l’operazione? A far diffondere ancora più efficacemente la Xylella? 

E così, mentre il Governo regionale pugliese tergiversa nell’affrontare il cuore del problema, ovvero combattere e contenere con ogni metodo la sputacchina – vettore della Xylella fastidiosa (battaglia da portare avanti sia con l’applicazione delle buone e continue pratiche agronomiche, sia purtroppo anche attraverso l’impiego di specifici e selettivi prodotti chimici, così come la Task Force regionale ha ipotizzato nelle proprie conclusioni), la Grecia si costituisce davanti alla Corte di Giustizia Europea, chiamando in causa gli agricoltori salentini ricorrenti contro la Decisione di esecuzione Ue n. 789 del maggio 2015.

Alla luce di tutto ciò, è di fondamentale importanza che la regione Puglia ed il Governo Renzi assumano una posizione decisiva sulla questione xylella: non ci sono alternative o vie di fuga se non quella di contenere il vettore della fitopatia salvaguardando al meglio il territorio olivicolo salentino e regionale e che comunque gli abbattimenti indiscriminati entro il raggio di 100 metri dall’ulivo infetto, previsti dalla Ue, produrrebbero uno scempio ambientale, economico e paesaggistico inaccettabili, trasformando l’olivicoltura salentina in un immenso e grande cimitero di guerra, dove le lapidi saranno rappresentate dai ceppi di olivi “capitozzati” e il presidente Emiliano ne sarà il custode.
Sarebbe ed è troppo facile per chi scrive attaccare e denigrare l’avversario politico, ma non è nel mio stile e chi mi conosce lo sa bene: quello che auspico è che il governatore pugliese e la sua giunta si ravvedano quanto prima perché su di loro pende la spada di Damocle della responsabilità di un intero territorio e di un comparto agricolo economicamente importante, conscio del fatto che oramai siamo nel mirino e sotto tiro della Ue e Dio non voglia che la prima ritorsione sia quella di congelare le risorse previste e stanziate nel Psr: ciò sarebbe veramente inaccettabile e condannerebbe drammaticamente l’economia agricola della nostra amata Puglia.

* Deputato Conservatori e Riformisti
Componente Commissione Agricoltura
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