Premio al maresciallo, la sindaca si toglie la fascia e va via. Il sindacato dei carabinieri ne chiede le dimissioni

La manifestazione
La manifestazione
di Giuseppe MARTELLA
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Sabato 14 Ottobre 2023, 20:30 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 21:21

Polemiche e richiesta di dimissioni alla sindaca Anna Laura Remigi. Non accenna a sgonfiarsi il caso esploso giovedì sera quando la prima cittadina ha abbandonato la cerimonia del Premio Miggiano, in disaccordo per la premiazione del comandante dei carabinieri della stazione di Specchia, Giuseppe Borrello, non prima di avere tolto la fascia tricolore. Ora a intervenire è il sindacato dei carabinieri, che chiede le dimissioni di Remigi.


Un inciampo istituzionale molto pesante che non è passato inosservato agli occhi dei presenti, tra loro funzionari di governo, esponenti politici di vario rango, sindaci della zona e autorità militari e religiose, alla manifestazione che premia le personalità distintesi nella tutela e nello sviluppo del territorio.

Un premio a sorpresa, tra l’altro, quello a Borrello, salito sul palco visibilmente sorpreso per il riconoscimento.

La protesta della sindaca


A fare saltare il protocollo della cerimonia il comportamento della sindaca Remigi la quale avrebbe sbattuto a terra la fascia tricolore, secondo la ricostruzione di alcuni prontamente smentita dalla stessa protagonista. Che nelle ore immediatamente successive all’accaduto ha ribadito di avere agito così perché contraria alla premiazione del maresciallo. Ricordando poi di essere stata fatta oggetto di attacchi pubblici molto duri ma di avere incassato anche numerosi attestati di stima in privato. Poche parole prima di trincerarsi in un silenzio impenetrabile.
Una scelta che non è servita a quietare le polemiche.

Il sindacato dei carabinieri


«Si dimetta - ha tuonato ieri Nicola Magno, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri - una città non può essere rappresentata da chi non rispetta un servitore dello Stato. Il teatrino andato in scena a Miggiano è a dir poco deplorevole e vergognoso». Il segretario ricostruisce e stigmatizza l’accaduto: «Mentre al maresciallo Giuseppe Borrello veniva conferito il riconoscimento, il sindaco Remigi, dal pubblico, si sarebbe tolta la fascia tricolore e avrebbe urlato “è una vergogna” andandosene. Ci chiediamo cosa abbia spinto il primo cittadino, sempre attento ai diritti umani, alla questione Lgbt, promotrice dell’intitolazione di una via a Gino Strada - aggiunge Magno - a stigmatizzare un premio consegnato a un uomo dell’Arma».


Il numero uno del Nuovo Sindacato Carabinieri parla di gesto gravissimo e lesivo delle istituzioni che la stessa prima cittadina rappresenta. «Strapparsi la fascia tricolore e reagire in quella maniera davanti al riconoscimento concesso a un servitore dello Stato, vilipende la nostra divisa e trasmette un messaggio sbagliatissimo. Non abbiamo idea – dice ancora Magno – del motivo alla base di questo gesto. Seppure fosse una motivazione strettamente privata e personale, resta il fatto che un intero corpo è stato offeso e che la sindaca debba urgentemente delle scuse – la chiosa - prima all’Arma dei Carabinieri, poi alla comunità che male rappresenta».

L'opposizione


A chiedere un passo indietro della sindaca Remigi è anche il gruppo consiliare di opposizione di “Adesso Specchia” che ribadisce solidarietà e gratitudine al maresciallo Borrello: « tira via dritto: «Soprattutto nel momento in cui indossa la fascia tricolore il primo cittadino rappresenta tutta la cittadinanza e ogni suo comportamento incide e ha conseguenze sull’immagine del paese. Chiediamo alla sindaca e ai suoi consiglieri di spiegare i motivi della scomposta reazione». Dello stesso tenore anche un volantino comparso in città e firmato da “I cittadini di Specchia” nel quale, dopo la vicinanza espressa al maresciallo, si chiede che «la maggioranza dei consiglieri trovi il coraggio di sollevare il nostro paese da questo stillicidio».

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