Torre Lapillo, fanghi gratis in spiaggia: dal blu del mare affiora l'argilla

Torre Lapillo, fanghi gratis in spiaggia: dal blu del mare affiora l'argilla
di Leda CESARI
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Domenica 13 Agosto 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14 Agosto, 14:23

Converrà approfittare subito dell’insperato (e gratuito) trattamento estetico, insomma, perché la situazione - oltre che inedita - potrebbe essere transitoria: un fatto normale, nelle tumultuose dinamiche del mare, anche se il cambiamento climatico ci sta mettendo il suo pesante zampino. Da qualche tempo, infatti, gli ospiti di un lido di Torre Lapillo in zona Padula Fede, “Le sirene”, possono contare su un ulteriore benefit nello spazio di pertinenza dello stabilimento: i fanghi marini, belli e disponibili direttamente sulla battigia. Il fenomeno - la presenza di argilla a riva - è stato osservato dopo il maltempo dei giorni scorsi, che ha evidentemente smosso gli strati sedimentati a pelo d’acqua, rimuovendo la sabbia e facendo dunque affiorare materiale più limaccioso. E molto gradito ai bagnanti: i benefici dell’argilla sulla pelle sono noti fin dall’antichità, e molte spiagge nel mondo hanno basato parte del loro successo anche sulla presenza di queste “terme naturali” presso cui attingere il prezioso caolino per farne estemporanei impacchi (anche se l’argilla ha molti altri usi industriali). 

Il biologo marino

Un’opzione che potrebbe però non durare, ipotizza il biologo marino Tiziano Pagliara, che non ha però ancora monitorato con i suoi occhi: «Un fatto insolito, ma in qualche modo normale.

Dieci-dodicimila anni fa il livello del mare era di almeno 120 metri più basso di quello attuale, essendo in corso una glaciazione: questo vuol dire che la linea di costa era addirittura 25-30 chilometri al largo. Nel 2500 avanti Cristo quei ghiacci iniziarono a sciogliersi, e il mare a sollevarsi di 9 centimetri l’anno - parliamo del famoso “diluvio universale”, storia cristallizzata da molti miti antichi - riempiendo molti “vuoti”, per esempio il Mar Nero». E ricoprendo gli strati più profondi del suolo: laddove prima c’era la terra rossa del Salento (e sotto l’argilla), si affermò la sabbia del nuovo litorale. Che quando viene portata via dalle onde delle mareggiate fa appunto affiorare gli strati sottostanti: «In genere si tratta di fenomeni molto localizzati», continua l’esperto. «Nel 2021 è successo qualcosa di molto simile all’inizio della spiaggia di Torre Pali. Ma si tratta in genere di fenomeni di breve durata, considerando appunto le dinamiche del mare». La novità del fenomeno lascia però intuire, continua Pagliara, che quel punto di spiaggia sommersa - siamo all’estremità nord della baia di Torre Lapillo - stia soffrendo particolarmente gli effetti dell’erosione marina, che assottiglia fin troppo lo spessore dello strato di sabbia. Risultato, «quella zona costituisce adesso un punto instabile dove lo strato sabbioso è troppo sottile, e in alcuni periodi dell’anno - nel periodo tra agosto e novembre in particolare - questo strato viene spostato da correnti e onde». Il mare mangia il litorale, riportando a tratti in superficie ciò che c’è sotto: anche questo fenomeno è dovuto al cambiamento climatico in atto, sempre meno - evidentemente - un’opinione e sempre più realtà con cui fare i conti già oggi. Anche perché alle cause meteo-climatiche va aggiunta l’opera spesso nefasta dell’uomo. La sostanza, insomma, è sempre quella: «Dal mio punto di vista, siamo noi che abbiamo spostato gli equilibri naturali verso cambiamenti negativi che non siamo stati capaci di prevedere». E che ci porteranno chissà dove. 

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