Colpo di scena lungo litorale costiero basso e sabbioso situato all’estrema punta sud della baia grande di Porto Cesareo, quella che si trova precisamente a ridosso della torre denominata La Chianca e che si estende sino a nord sino a Torre Lapillo. Dopo il tentativo di portare a termine opere di ripascimento di un ampio tratto di spiagge libere ed in concessione, lavori poi sospesi per diverse motivazioni di carattere tecnico e di utilità dell’intervento, ieri mattina su delega della Procura di Lecce che avrebbe avviato un'indagine ed incaricato gli uomini della Capitaneria di Porto di Gallipoli ed i colleghi del locale Ufficio Marittimo Torre Cesarea, sono stati apposti diversi cartelli e sigilli su diverse aree dell’arenile e della battigia, interessate nei giorni scorsi proprio dalle spettacolari attività di ripascimento.
Le ipotesi
Sembrerebbe che si stiano approfondendo ipotesi di deturpamento di bellezze ambientali.
Le reazioni politiche
Tra i primi ad intervenire con una nota pubblica i consiglieri comunali Francesco Schito e Stefano My, gruppo di minoranza “Cambiare Rotta”, che hanno espresso a più riprese la loro «delusione per i lavori condotti in località Belvedere». Un attacco politico mirato quello di Schito e My che deliberazione dati e numeri alla mano, contestano di fatto all’amministrazione guidata dalla sindaca Silvia Tarantino, il fallimento dell’operazione costata alle casse comunali ben 60mila euro a fronte di una spesa totale di 130mila euro. «Soldi sprecati per un’operazione di ripascimento fallita» hanno attaccato. Poi l’affondo finale. «L’intervento è stato di 60mila euro per la parte pubblica e di 130mila euro per la parte privata, visto che riguardava spiaggia pubblica e spiaggia in concessione - spiegano -. Per questo chiediamo che sia fatto mea culpa pubblico dell’assessore Salvatore Albano e che lo stesso amministratore sia capace di trarre le dovute conseguenze».