UniSalento, il rettore Pollice: «Aumentano gli iscritti e nuovi corsi di laurea. Ma senza treni e aerei siamo isolati»

UniSalento, il rettore Pollice: «Aumentano gli iscritti e nuovi corsi di laurea. Ma senza treni e aerei siamo isolati»
di Mattia CHETTA
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Lunedì 25 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:52

Fabio Pollice, rettore di UniSalento, a sentire i sindacati studenteschi il nuovo anno accademico si apre all’insegna delle stesse criticità di sempre tra aule sovraffollate, file a mensa e infrastrutture sottodimensionate. Eppure gli interventi del Piano per il Sud dovevano favorire una soluzione definitiva al problema. Qualcosa non ha funzionato?
«Riscontriamo il recupero totale degli interventi previsti dal Piano per il Sud. Non solo siamo riusciti a recuperare tutti i finanziamenti ma li abbiamo totalmente investiti. Essendo però risorse da utilizzare in poco tempo non potevamo distribuire gli interventi negli anni, coi cantieri in larga parte tutti già aperti. Volevamo gravare il meno possibile su studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo ma questo non è stato possibile. C’è da dire, di contro, che sul territorio non c’è un’offerta integrativa che possa soddisfare le nostre esigenze. Lo scorso anno abbiamo tentato di recuperare nuove aule per esempio nel Convitto Palmieri, senza successo. A marzo abbiamo riaperto le aule di via Brenta, chiuse da anni per carenze strutturali».

Era prevedibile cominciare l’anno con qualche disagio?
«È evidente. Almeno in relazione al problema delle aule, tuttavia, confido in una stabilizzazione delle frequenze. A tal proposito abbiamo riscontrato un aumento delle iscrizioni rispetto allo scorso anno. A ciò si aggiunge il rientro definitivo in aula degli studenti dopo l’emergenza Covid. Un combinato di fattori che ha incrementato le presenze nelle aule del 40% circa».

A proposito di iscrizioni, attualmente Unisalento conta circa 19mila studenti . Quali sono le previsioni per l’anno accademico 2023/24?
«Lo scorso anno accademico gli immatricolati alle lauree triennali e alle magistrali a ciclo unico sono stati 5.167, con un +7% rispetto al dato dell’anno precedente.

Per le magistrali il dato si attestava sui 982 nuovi iscritti, migliorando rispetto al 2021/2022, con un incremento del 6%. Attualmente registriamo un aumento significato di studenti iscritti e attratti dalla nostra offerta formativa anche se, mi preme segnalare un fenomeno preoccupante, quello dell’abbandono universitario. Parliamo di giovani che si iscrivono all’università senza completare il percorso di studi. E non perché decidono di trasferirsi altrove».

E per quali ragioni allora?
«Alla base della questione c’è il disagio giovanile. L’Università del Salento sta facendo un lavoro significativo da questo punto di vista e riteniamo che il fenomeno stia creando un grave danno alla comunità. Per questo a dicembre organizzeremo un convegno nazionale. Sono tanti gli studenti che si rivolgono al nostro presidio, che offre anche servizi psicologici. A chi abbandona gli studi si aggiunge la percentuale di studenti che hanno disturbi specifici dell’apprendimento e quelli con bisogni educativi speciali. Proprio col professore Sergio Salvatore organizzeremo questo convegno per accendere i riflettori su questi temi».
 

A dicembre 2022 prima il Senato accademico e poi il CdA, hanno dato l’ok a 7 nuovi corsi di laurea. Dobbiamo aspettarci un ulteriore ampliamento dell’offerta formativa, in inverno?
«Attualmente no. Abbiamo al momento saturato la nostra capacità di offerta per cui oltre non possiamo andare. Ora procederemo a una razionalizzazione dell’offerta con la creazione di magistrali integrative, quelle che a tutt’oggi mancano. Come una magistrale in Scienze infermieristiche. E poi lavoreremo sui corsi che non hanno trovato riscontro tra gli studenti, come il Cdl in Sviluppo sostenibile e cambiamenti climatici».

Per quale motivo?
«Sebbene sia un percorso formativo attuale e fondamentale, il mercato occupazionale non si è ancora strutturato».

Caro affitti e carenza di posti letto, un problema nazionale con ripercussioni anche a Lecce. Che fare?
«Purtroppo, negli anni passati è stato commesso un errore incredibile: non aver investito in posti letto pubblici. E l’Università del Salento ha un numero di posti letto assolutamente insufficienti. Si contava forse sul fatto che Lecce potesse affidarsi alle strutture private. Ma l’espansione del turismo ha ridotto i posti per gli studenti portando a una contrazione della nostra capacità attrattiva. Ora con Adisu Puglia e Regione Puglia stiamo valutando anche di convertire l’edificio Parlangeli in residenza universitaria».

Ai posti letto si aggiunge un servizio di trasporto pubblico che ancora oggi non riesce a collegare il capoluogo con le sedi e le residenze universitarie dell’hinterland, isolando la componente studentesca.
«I collegamenti in tutte le regioni sono una nota dolente. E quello che sta accadendo sul fronte dei treni e aerei non ci aiuta perché l’accessibilità del Salento tende a ridursi. Gli universitari salentini che vanno a studiare fuori non sempre vanno negli atenei migliori ma in quelli che meglio collegati col Salento. Qui il sistema dei trasporti non è adeguato tant’è che diversi studenti stranieri, che alloggiano a Monteroni, di recente mi hanno scritto mail in cui segnalavano l’assenza di collegamenti diretti. Eppure dovremmo essere in grado di creare un sistema di trasporti che ci consenta di sfruttare a pieno l’area metropolitana, ventiquattr’ore al giorno».
[FIRMA-RIPROD]M.Che.
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