Ritardi per le Tac, ispettori al lavoro: al setaccio le liste d'attesa

Ritardi per le Tac, ispettori al lavoro: al setaccio le liste d'attesa
di Maddalena MONGIO'
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Giovedì 24 Marzo 2016, 06:43 - Ultimo aggiornamento: 13:35
Un ispezione fiume. Carte, prenotazione, schede, file nei pc: tutto al setaccio. Un primo controllo effettuato già ieri nelle sale dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce: dalle 15, per almeno quattro ore. Le altre verifiche - ancora più approfondite - che saranno fatte nei prossimi con il materiale, nel frattempo, acquisito sotto specifiche richieste e domande. Che, dicono i bene informati, sono state numerose e ben particolareggiate. Le liste d’attesa - di Lecce e degli altri ospedali salentini - passate ai raggi X.
Da una parte la Asl. Dall’altra gli ispettori inviati dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Con i vertici dell’azienda salentina incalzati dai sette componenti della task force arrivata da Roma. E c’era da aspettarselo dopo l’annuncio arrivato da Roma domenica scorsa e che si è concretizzato nel giro di pochi giorni.
 
Una squadra di ispettori ben nutrita. Come nelle occasioni importanti quando non bisogna lasciare nulla al caso. Gli 007 della task force romana hanno scandagliato in lungo e in largo la relazione con cui l’azienda sanitaria salentina ha predisposto la sua difesa e a rispondere alle domande c’erano il direttore sanitario della Asl, Antonio Sanguedolce; il responsabile dei Cup aziendali, Giorgio Santoro; il direttore medico del Fazzi, Giampiero Frassanito.
E non solo. Ulteriori dati sulle perfomance dei reparti di radiodiagnostica e sulle liste d’attesa sono stati chiesti dagli ispettori per analizzare quanto accaduto al Cup del Fazzi quando Santina Geusa ha prenotato la Tac fissata poi ad ottobre 2017. E non sarebbe un caso isolato quello della paziente oncologica di Campi Salentina e i dati sulla tempistica della Asl nell’erogare le prestazioni sono uno degli elementi che peseranno sulla valutazione tecnica che gli esperti del Ministero sono chiamati a fare.

Bocche cucite al termine dell’incontro. Gli esperti, secondo i ben informati, avrebbero sottolineato la presenza di criticità sulla tempistica con cui vengono erogate le prescrizioni. Le Tac su tutte. Elementi che, tra l’altro, sono ormai fatti oggettivi rispetto alle statistiche emerse in questi giorni.
Dal canto suo la strategia della Asl , pare, - i condizionali sono d’obbligo - sia stata quella di circoscrivere il problema dei ritardi delle tac a un “semplice” problema di organizzazione ospedaliera tenendo al riparo, perciò, la direzione generale dell’azienda sanitaria.

Quel che è certo? Gli esperti metteranno nero su bianco gli elementi sin qui raccolti, - possibile anche siano state richiesti ulteriori dati da acquisire in seconda battuta - non trascurando nulla e da lì in poi ci saranno le decisioni conseguenti. Un effetto positivo si è già avuto, dopo il clamore mediatico della vicenda: i pazienti oncologici esterni avranno un’agenda dedicata e l’istruttoria del Ministero porterà, volente o nolente, ad affrontare i problemi connessi alla difficoltà di accesso alle cure che quotidianamente si registrano nella Asl. Quello delle liste d’attesa non è certo l’unico problema, anche se è immediatamente urticante per chi ha bisogno di esami o visite specialistiche.
Fianco scoperto della Asl su extralocazioni e difficoltà di ricovero per gli anziani, in particolare, che stanno collassando il pronto soccorso del Fazzi. Sinora il mantra del Piano di riordino ha congelato l’azione della direzione generale e qualche azione “spot” non ha portato grandi benefici.

E Andrea Caroppo, presidente del gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, è durissimo nei confronti del presidente della Regione, Michele Emiliano, che con il direttore del dipartimento della Salute, Giovanni Gorgoni, ha accolto pienamente la tesi difensiva della Asl sino ad affermare che non ci sono ritardi nell’erogazione delle prestazioni.
«Se a Lecce ispettori e carabinieri dei Nas, inviati dal Ministero, indagano sulle liste d’attesa della Asl vuol dire quantomeno una cosa: caro presidente-assessore Emiliano, non siamo noi i falsari, non lo sono i giornalisti, non lo sono i pazienti esasperati i cui casi stanno balzando agli onori della cronaca nazionale, non lo è il Tribunale per i Diritti del Malato che da anni denuncia questo scempio». E fa una carrellata, Caroppo, delle difficoltà che i malati devono affrontare: «È notorio che nel leccese, quotidianamente, pazienti per i quali il tempo è vita sono costretti, nonostante paghino le tasse, a pagare di tasca propria e per intero prestazioni indifferibili ed urgenti. Né vale replicare che talvolta essi respingano proposte di prestazioni in sedi diverse da quella richiesta: non si dice che i pazienti sono costretti a rifiutarle perché i macchinari in molti casi sono vetusti e non in grado di assicurare i medesimi standard diagnostici». La responsabilità? «A causa della assoluta inadeguatezza delle giunte di centrosinistra – attacca Caroppo – e del loro management, la sanità in Puglia va sempre peggio: mina la salute dei cittadini, getta discredito sugli operatori sanitari e sull’intera Regione. Emiliano si faccia un bagno di umiltà». Poi parte la stoccata: «A Lecce non si riescono a garantire accertamenti e prestazioni urgenti nei tempi previsti, altro che “fuffa di basso giornalismo” come affermato da qualche direttore di dipartimento». Riferimento anonimo, ma chiaramente diretto ai vertici della sanità pugliese.
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