«Eccomi». Il segreto è tutto qui, nella parola-chiave che ogni buon cristiano deve pronunciare mettendosi nelle mani del Signore, e rispondendo, come Maria all'Arcangelo Gabriele nel Vangelo di ieri, «avvenga per me secondo la tua parola». Bisogna infatti «lasciarsi costruire dal Signore», non immaginare un Dio «a servizio dei propri progetti, tentazione sempre in agguato». Al contrario, «se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori», avverte don Marcello Semeraro nel Duomo di Lecce, nella sua prima visita in terra di Puglia dopo aver ricevuto la dignità cardinalizia da Papa Francesco, solo pochi giorni fa. Con lui a concelebrare una messa carica di emozione e di ricordi il padrone di casa, l'arcivescovo di Lecce Michele Seccia: «Ci rallegriamo di poterti vedere nel cuore della Chiesa della nostra Lecce».
Ma dietro l'altare siedono anche il cardinale Salvatore De Giorgi, l'arcivescovo emerito Domenico D'Ambrosio, i vescovi di Otranto Donato Negro, di Nardò-Gallipoli Fernando Filograna, Domenico Caliandro di Brindisi-Ostuni, Vito Angiuli di Ugento-Santa Maria di Leuca, Luigi Renna di Cerignola-Ascoli Satriano e Cristoforo Palmieri, vescovo emerito di Rreshen, nonché molti sacerdoti che lo hanno avuto come maestro di teologia. Il Salento, d'altronde, è una terra di santi che hanno sperimentato personalmente la potenza della chiamata divina, «da Fra' Giuseppe Ghezzi a don Tonino Bello», va fuori omelia il nuovo cardinale, omaggiando il vescovo di Molfetta nativo di Alessano il cui fratello è presente alla celebrazione. Cita don Tonino per invitare tutti a non aver paura nonostante i tempi bui, come ha fatto anche nell'omelia di saluto alla diocesi di Albano: «Se la paura bussa alla porta del tuo cuore, manda ad aprire la tua fede, la tua speranza, la tua carità, e vedrai che fuori non c'è nessuno».
Da Monteroni a Oria, da Oria ad Albano, da Albano al concistoro del 28 novembre scorso, quello che ha decretato la sua porpora, «segno della benevolenza divina nei confronti della nostra Chiesa di Lecce» e favorita dall'amicizia con Bergoglio, «ma forse anche dallo stile semplice e discreto del nostro Salento», commenta il cardinal De Giorgi. «Questo eccomi, ha detto una volta il Papa, è la parola-chiave della vita.