L’indagine letteraria ha sempre dimostrato un profondo interesse nei riguardi del mondo giovanile. Sono molteplici, infatti, i contenuti narrativi che esplorano la giovinezza, gli esiti della crescita, a seconda dei moti interiori soggettivi e delle influenze ambientali esterne. Ciò accade perché insito nella natura umana, come spiegato dal filosofo Michael Bachtin nell’opera “L’Autore e l’eroe” (Einaudi, 2000), dove si afferma che “l’uomo diviene insieme col mondo”, riflettendo su sé stesso i cambiamenti della realtà circostante.
Un’esplorazione delle modalità narrative dell’adolescenza nella letteratura contemporanea viene compiuta da Rossano Astremo nel suo nuovo saggio “L’identità dell’adolescente nella narrativa italiana del nuovo millennio” (Milella, 2024). L’opera, compiendo una sapiente operazione d’integrazione trasversale tra studi di natura sociologica, psicologica, letteraria, si propone di colmare un vuoto critico, poiché manca, nella produzione saggistica odierna, uno studio che si soffermi attentamente sugli adolescenti di oggi e sui testi che raccontano il loro mondo.
Sei capitoli
Il libro, secondo una precisa struttura, si compone di sei capitoli: nel primo vengono fornite le premesse dell’interrogazione critica, ovvero, uno sguardo agli studi paradigmatici sui concetti di “gioventù” e “adolescenza” in letteratura; nel secondo vengono messe in campo diverse definizioni di “adolescenza”, colte dal lavoro di psicologi e studiosi e propedeutiche al successivo sviluppo del saggio.
L'assenza dei genitori
E ancora si attestano, all’interno del corposo itinerario narrativo proposto, che volutamente si sofferma su testi pubblicati non oltre il 2020, l’assenza dei genitori come figura guida, lo sdoganamento del ruolo normativo tradizionale della famiglia, la tendenza a rappresentare lo scacco dell’adolescente contemporaneo, dovuto all’inseguimento affannoso di un narcisismo imperante. I dati, inoltre, hanno rilevato un elemento assente rispetto alla rappresentazione odierna del nuovo adolescente italiano, fornita dagli psicologi, rinchiuso nel mondo della rete: il mondo virtuale non è mai presenza dominante nei testi presi in esame. Negli intenti dell’autore, l’opera, che si può considerare la prima di un campo aperto di studi, si rivolge in primis agli insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, che si interfacciano quotidianamente con studenti di età compresa tra i 13 e i 16 anni, in cui lo sviluppo adolescenziale è, per dirla con un’espressione dello studioso Donald W. Winnicott, “zona delle bonacce”, ovvero percepito come “stato di isolamento, di inutilità e di smarrimento dei punti di riferimento”. Così questo libro si rivela essere un utile strumento pedagogico, una bussola e un compendio antologico per orientarsi nel variegato mondo delle storie degli altri. In questo modo la letteratura si fa strumento conoscitivo del tempo presente, dinamica intercettazione dei suoi cambiamenti, esercizio di attualizzazione critica, nonché di ascolto degli adolescenti e della rappresentazione del loro mondo.
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