«Gliela farò pagare». Giallo sul messaggio prima dell'omicidio di Natale

«Gliela farò pagare». Giallo sul messaggio prima dell'omicidio di Natale
2 Minuti di Lettura
Domenica 27 Dicembre 2015, 11:15 - Ultimo aggiornamento: 22:12

Amava la sua famiglia, i genitori e le sorelle, Giancarlo Zaccaria. Amava il figlioletto Dylan di appena tre anni e tutti i suoi nipoti, dal più grande al più piccolo. “Mascellò” lo chiamavano tutti, parenti e amici. Il blackout familiare del pomeriggio di Natale è frutto delle ruggini che c’erano tra lui e il cognato, Patrizio Laveneziana. Ruggini che non si sono dissolte nel tempo, ma hanno portato alla sua morte nel pomeriggio di Natale. Un dramma nel dramma quello che si sta vivendo in queste ore nelle due famiglie distrutte dal dolore per la perdita di Giancarlo Zaccaria per mano del cognato Patrizio Laveneziana.

Zaccaria era detenuto nel carcere di Brindisi perché stava scontando un cumulo di pene a causa di precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti. Era finito in manette tempo addietro, ma voleva risalire la china e riprendersi la sua vita e la sua libertà. E gli sforzi lo stavano ripagando, tanto che per le festività natalizie era arrivato un permesso premio di tre giorni.

Per questa ragione nella giornata della vigilia di Natale, il giovane si è lasciato alle spalle le porte del carcere per poter ritornare nell’abitazione dei genitori in via San Lorenzo da Brindisi, nella zona 167. Era felice. A quanto pare, a Natale tutta la sua famiglia avrebbe dovuto riunirsi per festeggiare. Ma così non è stato, all’appello mancavano la sorella, il marito Patrizio e i loro quattro figli.

E forse è stata proprio questa la molla che ha fatto scattare Zaccaria, il quale ha deciso di raggiungere l’abitazione della famiglia Laveneziana, in via Foggia. Ma lì la rabbia e le incomprensioni hanno prevalso. E un colpo di pistola, esploso dal cognato, ha messo fine alla sua esistenza. Al vaglio degli inquirenti ci sono ora i contatti dal carcere tra Zaccaria e la sorella. Questo perché a lei sarebbe arrivata un anno fa una lettera, in cui il fratello avrebbe racchiuso una esplicita minaccia: «Quando esco, tuo marito la pagherà». M.Gio.