Studente respinto minaccia di morte due studentesse dellasua scuola: a processo

Studente respinto minaccia di morte due studentesse dellasua scuola: a processo
di ​Erasmo MARINAZZO
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Venerdì 24 Novembre 2023, 21:07 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 19:47

Messaggi di morte alla compagna di scuola contraria ad allacciare una relazione: «Vieni domani alla ricreazione al piano di sotto che devo ucciderti, mi troverai con un coltellino. Ma tranquilla, non ti farò nulla davanti a tutti. E allora vieni sola, hai capito?».
Ed il proposito di ammazzare un’altra studentessa lo avrebbe comunicato anche una docente della stessa scuola. E fra le altre cose, avrebbe preso a botte e minacciato di morte con una forbice un ragazzo creduto erroneamente il fidanzato della seconda studentessa perseguita dalle sue ossessioni.

Cosa è successo

Tutto questo sarebbe accaduto a settembre dell’anno scorso in una scuola superiore di Brindisi dopo pochi giorni dall’inizio delle prime lezioni. E questi comportamenti prevaricanti, minacciosi, da uomo che decide le scelte e la vita di due giovani ragazze, sarebbero cessati con l’applicazione di una misura di libertà vigilata. E soprattutto con la relazione depositata in Questura dalla dirigente di quella scuola.
Lo studente ora sarà processato: nell’udienza preliminare di giovedì l’avvocato difensore Francesco Monopoli ha ottenuto dalla giudice Stefania De Angelis l’accesso al rito abbreviato, subordinato ad una perizia psichiatrica.


Nessuno degli studenti di quella scuola si è costituito parte civile nel processo che dovrà stabilire se è vero che quel ragazzo, oggi 20enne, si sia comportato nelle modalità dibattute in questi giorni dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin: intriso della cultura del patriarcato, quella che ha istituito una gerarchia nelle famiglie e ci ha messo in cima l’uomo. Una vicenda allarmate, sicuramente, ma che dà atto del contributo sostanziale offerto dalla scuola per avviare l’inchiesta condotta dal pubblico ministero della Procura di Brindisi, Gualberto Buccarelli, con i poliziotti della Squadra mobile.
Tre i capi di imputazione in cui sono sintetizzati i comportamenti contestati al giovane imputato mentre frequentava quella scuola superiore: atti persecutori, meglio conosciuti come stalking, nei confronti delle due compagne di scuola. Perché ad una le avrebbe augurato che il diavolo se la prendesse e la perseguitasse, per il messaggio mandato alla docente per informarla della volontà di ammazzarla, per avere cercato di contattarla attraverso le compagne una volta vistosi bloccato sui social e per l’aggressione allo studente ritenuto il suo fidanzato. E per quel messaggio di morte all’altra studentessa.
Il processo dovrà stabilire la verità a cominciare dalle capacità di intendere e di volere nei comportamenti contestati.
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