Minacce di morte contro un 23enne: «Aggredito solo perché sono gay»

Minacce di morte contro un 23enne: «Aggredito solo perché sono gay»
Minacce di morte contro un 23enne: «Aggredito solo perché sono gay»
di Eliseo ZANZARELLI
4 Minuti di Lettura
Giovedì 26 Ottobre 2023, 21:26 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 08:44

Sarebbe stato aggredito prima verbalmente, poi anche fisicamente per il solo fatto di essere omosessuale. “Io ti uccido” o, meglio, “Iu ti ‘cciu” in dialetto gli avrebbe detto ad alta voce il suo interlocutore, minacciandolo di morte. Senza che ce ne fosse alcun motivo, a parte l’aspetto fisico e l’orientamento sessuale diverso dal suo. L’episodio è denunciato da un 23enne studente universitario residente a Oria e dichiaratamente gay. I fatti si sarebbero svolti l’altro ieri sera in centro, tra via Mario Pagano e piazza Lorch.

I fatti

Quando l’orologio segnava le 19.30 circa, il giovane si trovava in via Pagano per fare delle commissioni e ha incrociato gli sguardi di due coetanei, uno dei quali lo conosceva pure.

Stando al racconto del 23enne, l’altro - quello che non conosceva - gli ha rivolto la minaccia come se fosse la cosa più normale del mondo imbattersi in uno sconosciuto e comunicargli l’intenzione di ucciderlo senza che avesse fatto chissà cosa. «Io non gli ho fatto proprio niente - dichiara Giuseppe (il nome è di fantasia) - ero di passaggio e mi sono sentito dire quelle parole, neanche un insulto ma proprio una minaccia di morte. Ché alla fine agli insulti a sfondo sessuale purtroppo mi ci sono ormai abituato, ma questa è stata la prima volta che mi hanno minacciato di morte». Il 23enne avrebbe anche cercato educatamente di ottenere spiegazioni seguendo la coppia di giovani, ma per tutta risposta sarebbe stato spintonato da uno dei due, sempre lo stesso: «Mi sono avvicinato e gli ho semplicemente chiesto perché mi avesse rivolto quella frase - racconta - ma in un primo momento non mi ha risposto, poi quando ha visto che insistevo mi ha dato degli spintoni quasi facendomi cadere per terra». 

Giuseppe allora gli ha fatto presente che non l’avrebbe passata liscia e che si sarebbe rivolto ai carabinieri: «A quel punto, il suo atteggiamento è un po’ cambiato ma non troppo. Mi ha detto quasi scusandosi, di essere nervoso perché poco prima era stato dall’avvocato e biascicando altre cose che di sicuro non possono dare un senso a quanto accaduto, così quasi commiserandolo ho deciso di allontanarmi e di lasciarlo crogiolare nella sua povertà d’animo». «Io sono omosessuale - continua Giuseppe - e lo sanno a casa, lo sanno tutti. Non posso per questa ragione diventare il bersaglio di chi ha altre preferenze sessuali rispetto alle mie, perché risolini e date di gomito quando m’incontrano io le noto, ma spesso e volentieri per quieto vivere faccio finta di non vederle. Stavolta, però, no: ho deciso di andare a fondo, non mi si può minacciare di morte così, per sport. La cosa mi ha lasciato talmente incredulo e scosso, che ieri non me la sentivo neppure di andare in facoltà a Bari, dove studio Giurisprudenza, per sostenere un esame importante. Alla fine mi sono fatto forza, ci sono andato e l’ho pure superato». I fatti riportati potranno essere vagliati dai carabinieri della Stazione di Oria, cui il 23enne consegnerà documentazione fotografica e chiederà di acquisire i filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona. 
«Tengo a precisare che soltanto uno di loro mi ha rivolto quella minaccia - conclude Giuseppe - mentre l’altro se n’è stato per conto suo, non prendendo posizione né a favore né contro l’amico né nei miei confronti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA