Xylella, rischio strage di ulivi nella Piana dei Monumentali: «Eradicare le piante malate e non fare storie»

Il convegno sulla Xylella
Il convegno sulla Xylella
di Danilo SANTORO
4 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Settembre 2023, 20:56 - Ultimo aggiornamento: 21:08

Fare rete. Alimentare una sinergia tra scienza e istituzioni per creare un fronte comune, ed evitare che il disastro del leccese, provocato dalla xyella, possa replicarsi nella sua massima espressione – e quindi determinare la desertificazione di centinaia di ettari – in un territorio per certi versi unico in Puglia come la Piana degli ulivi monumentali.

Confronto pubblico

E’ stato questo il contesto tematico dell’incontro che si è svolto ieri a Ostuni, per approfondire l’emergenza legata alla xylella mettendo insieme quelli che sono i risultati fino a questo momento raggiunti dalla scienza e le azioni che la Regione sta mettendo in campo, a tutela del patrimonio identitario sul versante adriatico della Puglia centrale. Da Polignano a Mare fino a Carovigno: gli effetti, e soprattutto le piante colpite dalla xylella in gran numero, sono già ben visibili. Da qui la necessità di salvaguardare quel patrimonio dall’attacco del batterio anche rafforzando per la piana delle misure come i sovrainnesti, un tema su cui hanno insistito ieri sera i relatori. «Non possiamo lasciar prevalere la rassegnazione. Dobbiamo reagire con forza». E’ un messaggio che ha lanciato più volte nel corso della serata Angelo Pomes sindaco di Ostuni, al tavolo dei relatori insieme all’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia, al già europarlamentare Enzo Lavarra, a Donato Boscia (ricercatore Ipsp-Cnr) e Saverio Infantino (dirigente osservatorio fitosanitario Puglia). «Stiamo facendo un’azione di sollecitazione a tutti nell’attuare le buone pratiche. Non dobbiamo pensare che Lecce sia lontana, che il Salento sia un lontano ricordo, perché la fitopatia – ha dichiarato Pentassuglia - non ha evidenza scientifica e quindi continua ad avanzare, seppur rallentando la fase. Dobbiamo eradicare le piante malate velocemente e non fare storie».

La richiesta: ordinanze

Sul ruolo che possono avere le amministrazioni locali nel fronteggiare questa emergenza, anche nella zona della Piana, Pentassuglia chiarisce alcuni aspetti. «E’ importante fare incontri pubblici. Serve qualche ordinanza. Bisogna avere il coraggio non di sanzionare per volerlo, ma dobbiamo renderci conto che ognuno deve pulire il proprio pezzo, fare i trattamenti, e dico tutti anche le amministrazioni: ho messo i soldi a disposizione dei comuni per venire incontro a questo». «Così come giustamente si fa quella per imbiancare il centro storico si deve fare l’ordinanza – conclude Pentassuglia - per la pulizia dei terreni. Abbiamo l’onere di conservare questo patrimonio: nessuno escluso a partire dall’assessore. Non è uno scaricabarile, ma un’assunzione di responsabilità collettiva». Attenzione al comparto ed al paesaggio nelle parole del sindaco Pomes. «Il problema ha una valenza ambientale e paesaggistico incredibile. La nostra storia – afferma il primo cittadino di Ostuni - è rappresentata dal centro storico e dalla Piana: immaginare il nostro futuro senza uno dei due elementi cardini è impensabile.

Inizia da questo appuntamento una nuova fase. Sembra che ci siano spiragli di luce, queste sono occasioni per dare una nuova speranza».

Alla ricerca di un rimedio

Sull’impegno della ricerca è intervenuto anche il vicepresidente vicario della Cia, Giannicola D’Amico. «Auspichiamo che la ricerca possa trovare un rimedio al batterio, ma anche al vettore. Sui monumentali l’attenzione è diversa perché rappresentano un’importante componente paesaggistica per il territorio. Bisogna riconsiderare tutta l’area – invita D’Amico - nell’azione di monitoraggio e continuare sui sovrainnesti». Tra i promotori dell’incontro l’ex presidente del parco Dune Costiere ed europarlamentare Lavarra. «La speranza è nel fatto che la scienza trova nelle istituzioni ascolto. C’è un rallentamento proprio perché si seguono le misure. Noi dobbiamo guadagnare tempo, approfittare di questo rallentamento e chiedere un’attenzione speciale per la Piana. Con l’iscrizione nel registro del Mipaaf comporta un obbligo anche del ministero, perché è un patrimonio unico»

© RIPRODUZIONE RISERVATA