Vertice in Prefettura dopo l’ultimo raid tra i vigneti

Vertice in Prefettura dopo l’ultimo raid tra i vigneti
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Martedì 27 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 08:25

Il movente dell’atto vandalico e intimidatorio nello stesso tempo, perpetrato a Cellino San Marco alcuni giorni fa, con la distruzione di oltre mille piante di un giovane vitigno Primitivo ai danni di un imprenditore locale, inizia a delinearsi sempre di più. Ogni giorno gli investigatori stanno aggiungendo un tassello al puzzle che stanno ricostruendo da alcuni anni. Una sequela di atti intimidatori commessi ai danni di alcuni produttori viticoli che riportano a una sola regia e ad una solo strategia: la guerra dei terreni. Una ipotesi che starebbe prendendo corpo, alla luce delle indagini avviate dalla Procura di Brindisi e degli elementi raccolti sino ad oggi dagli investigatori. Partendo da una certezza: in pratica sotto scacco dei delinquenti si sono trovati, uno dopo l’altro, alcuni proprietari di cinque ettari di vigneti, ubicati in contrada “Li Veli”, venduti a un imprenditore vitivinicolo toscano, anch’egli finito nelle grinfie dei criminali che gli hanno distrutto quattro ettari di vigneto. 
Prima di lui c’era stato Angelo Maci e dopo di lui Cosimo Fortunato, che solo nel gennaio scorso ha venduto la sua proprietà all’imprenditore toscano. Logico che la domanda che gli inquirenti si sono posti è una su tutti: a chi facevano gola quei vigneti e perché? Un interrogativo che starebbe spingendo gli investigatori ad appurare se vi siano state o meno precedenti trattative intercorse per l’acquisto all’epoca di Masseria “Li Veli” e se e in che misura, eventualmente, i raid nei vigneti possano essere collegati a precedenti manifestazioni di interesse da parte di soggetti terzi rispetto all’attuale proprietà del complesso rurale. 
Intanto, sulla vicenda è intervenuta la prefettura che per il giorno 30 luglio ha convocato il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. 

Le reazioni

Chiara la pressione sulle istituzioni che sia gli imprenditori e le organizzazioni di categoria sia l’opinione pubblica stanno esercitando, affinché possa ritornare un clima di serenità nella cittadina di Cellino San Marco. 
«Sono una persona tranquilla, non ho mai litigato con nessun né ho avuto screzi – ci ha raccontato Cosimo Fortunato – non ho la minima idea di chi possa essere stato. Ho venduto un mio terreno poiché ho allentato il lavoro. Non sono mai stato contattato da qualcuno che mi abbia chiesto precedentemente l’acquisto del terreno. Pertanto non comprendo per quale motivo sono stato preso di mira da questa gente». 
In ogni modo Fortunato ha assicurato che ripianterà il vigneto che i malviventi gli hanno distrutto. Per il presidente del Consorzio Ue Coop, del Consorzio di tutela del Brindisi e Squinzano Dop e di Cantine Due Palme, Angelo Maci, la matrice è chiara: «L’atto incendiario dello scorso anno subito da Due Palme e poi subito dopo la sparatoria sulla vetrata di casa mia è la stessa regia della distruzione del vigneto della masseria “Li Veli” e del vigneto dell’amico, Cosimo Fortunato, stessi mandanti stessi esecutori». 
L’attesa, ora è per il vertice con la prefetta di Brindisi, Carolina Bellantoni, che ha convocato per venerdì prossimo alle ore 11 un incontro del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica allargato al sindaco di Cellino San Marco, territorio dove le scorse settimane e ancora pochi giorni fa diversi imprenditori vinicoli sono stati bersaglio di atti vandalici. 
Alla riunione del Comitato parteciperanno anche le associazioni di categoria.

In particolare nella notte fra giovedì e venerdì scorsi in un vigneto sono state danneggiate oltre mille piante con il frutto in maturazione. Meno di un mese fa, il 29 giugno, era stato distrutto un intero vigneto di un’azienda agricola.

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