<CP9.1>Polignano a Mare fa la conta dei danni dopo la bomba d’acqua che sabato sera ha messo in ginocchio la città comportando tra l’altro l’allagamento del sottopasso ferroviario di via Castellana.
Due donne bloccate nel sottopasso
Ed è proprio qui che si sono vissuti momenti di panico. Una Smart, con a bordo due donne, madre e figlia, entrambe polignanesi, non accorgendosi dell’allagamento sono rimaste bloccate con l’acqua che continuava a salire vertiginosamente. È scattato l’allarme e sul posto si sono portati due mezzi dei vigili del fuoco del distaccamento di Monopoli e un’ambulanza del 118 per prestare assistenza alle due donne spaventate per quanto accaduto. Per fortuna solo tanto spavento, appunto.
Il sindaco
È comunque polemica in città per un sottopasso che provoca enormi disagi ai residenti della zona quando si allaga. «Una bomba d’acqua si è abbattuta sul nostro paese, riversando in mare ed a terra ingenti quantità di acqua, con portate notevoli e che hanno interessato purtroppo anche qualche seminterrato e diverse case a pianoterra – ha fatto sapere il sindaco di polignano a Mare Vito Carrieri –.
Le proteste dei cittadini
Infuriati i cittadini: «Quanto accaduto sabato poteva dar luogo a una tragedia che avrebbe segnato la comunità – sottolinea Giuseppe L’Abbate, testimone dell’incidente -. Il sindaco Vito Carrieri parla di boma d’acqua anche se sono caduti solo 40mm di pioggia. Il popolo pro attuale maggioranza ha addossato le responsabilità alla guidatrice dell’automobile. Il popolo avverso all’attuale maggioranza ha dato le responsabilità alla politica. Quello che non ha funzionato e non ci vogliono esperti per capirlo, è il sistema di raccolta e allontanamento delle acque. È un pacifico caso di scarsa, errata o totalmente assente manutenzione. Ed allora facciamola finita di queste schermaglie fra minoranza e opposizione e andiamo alla sostanza per risolvere il problema. Segnaliamo nelle sedi opportune quanto accaduto e prendiamo i necessari provvedimenti, prima che ci scappi il morto». Il maltempo ha provocato ingenti danni anche a Port’Alga (meglio conosciuta come Cala Sala), la caratteristica lama che ospita i caratteristici gozzi. «Port’alga è pressoché distrutta – fa sapere l’imprenditore e pescatore Leonardo Lattarulo -. La battigia non c’è più, salvi i gozzi che fortunatamente erano ormeggiati in mare. Ingenti i danni allo scalo. La settimana prossima organizzeremo una catena umana di volontari per sistemare il tutto. Chiunque voglia partecipare può contattarci, servono solo guanti e volontà».