Città del Vaticano - Il lockdown, l'isolamento dei nonni dai nipoti, l'impossiblità di stare assieme il 25 dicembre e persino la crisi economica renderanno il Natale del 2020 meno consumistico e più autentico. Il Papa, all'udienza generale, invita i cristiani a guardare con filosofia questo periodo segnato dalla pandemia, ricordando che saranno proprio le restrizioni e le difficoltà a fare in modo che la gente si riappropri del messaggio natalizio. «Vorrei esortare tutti ad 'affrettare il passo' verso il Natale, quello vero, cioè la nascita di Gesù Cristo. Quest'anno ci attendono restrizioni e disagi; ma pensiamo al Natale della Vergine Maria e di San Giuseppe: non furono rose e fiori! Quante difficoltà! Quante preoccupazioni! Eppure la fede, la speranza e l'amore li hanno guidati e sostenuti». Da qui il monito: «Che sia così anche per noi! Ci aiuti questa difficoltà a purificare un po' il modo di vivere il Natale, di festeggiare, uscendo dal consumismo. Che sia più religioso, più autentico, più vero».
Anche il Papa si è dovuto adeguare alle restrizioni imposte dal governo Conte per far fronte alla pandemia.
Un altro punto dolente sul quale Papa Francesco è tornato riguarda i disagi relativi alla scuola. Una tragedia per quasi un miliardo di bambini. Lo ha fatto con un messaggio inviato a tutti i fedeli del mondo. «Questo è stato un anno straordinario di sofferenza a causa della pandemia, un anno di isolamento ed esclusione forzata, di angoscia e crisi spirituale e di non poche morti, e di una crisi educativa senza precedenti. Più di mille milioni di bambini hanno dovuto affrontare interruzioni nel loro formazione scolastica. Centinaia di milioni di bambini sono rimasti indietro nelle opportunità di sviluppo sociale e cognitivo. E in molti luoghi le crisi biologiche, mentali ed economiche sono peggiorate molto a causa delle crisi politiche e sociali coinvolte».