Gabriele, ucciso a 17 anni da un melanoma, ispira un cortometraggio sulla malattia

Gabriele, ucciso a 17 anni da un melanoma, ispira un cortometraggio sulla malattia
di Nicola SAMMALI
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Venerdì 17 Dicembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 16:19

Tutto cominciò, e purtroppo finì, per un piccolissimo neo sul polpaccio. Bastò un controllo specialistico per capire che quella macchiolina scura sulla pelle doveva essere immediatamente rimossa. Aveva appena 15 anni Gabriele Murgolo quando gli fu diagnosticato il melanoma che due anni dopo se lo sarebbe portato via. Era luglio di un anno fa. Tre mesi più tardi avrebbe compiuto la maggiore età. I sogni da realizzare, però, volarono in cielo appesi a decine di palloncini bianchi, il giorno del funerale. 

La battaglia

La sua vita, la storia di un ragazzo di Taranto che coltivava la passione per le moto da corsa, adesso, ha ispirato il cortometraggio “Amici per la pelle”, presentato mercoledì al cine teatro Posillipo, a Napoli. L’idea è nata dall’oncologo di fama internazionale Paolo Ascierto e dall’équipe dell’Istituto nazionale tumori Irccs “Pascale” della città partenopea, che lo prese in cura, tentando di strapparlo fino alla fine a un destino crudele. Quel legame che ne è nato era così forte che nessuno lo ha dimenticato. «La morte di Gabriele a 17 anni, e quella di tutti gli altri pazienti che non ce la fanno, resta una morte ingiusta e, pertanto, inaccettabile», ha detto Ascierto, spiegando come il cortometraggio aiuterà la campagna di sensibilizzazione sul melanoma. I casi di melanoma, in Italia sono passati da 12.300 nel 2019 a quasi 14.900 nel 2020, con un incremento del 20%. Nessun’altra neoplasia ha fatto registrare un aumento così elevato in dodici mesi. 
Il ricordo di Gabriele è vivo. Era alto, possente, ma aveva lo sguardo triste e malinconico. Sapeva che la battaglia che stava affrontando era difficile da vincere. Anche il nonno materno fu sconfitto dallo stesso male, il più letale tumore della pelle. Gabriele per un anno si è sottoposto all’immunoterapia, tra le più innovative contro il melanoma metastatico, tanto da salvare un paziente su due. Lui non ce l’ha fatta, appartiene purtroppo a quel 50 per cento di casi che per la scienza rappresenta ancora un fallimento. Ha subìto cinque interventi, l’ultimo a maggio 2020. Ma quella ferita non si rimarginava, non voleva smettere di sanguinare. 
«Dai “Gabrielino”, dobbiamo tuffarci in piscina appena starai meglio». Zoppicava, prima del ricovero al Santissima Annunziata. La febbre era altissima. I risultati delle analisi tremendi. Il trasferimento al “Pascale” di Napoli non poteva cambiare le cose. Il cancro in soli venti giorni si era diffuso attaccando ogni organo possibile. Neppure Ascierto aveva mai visto una ferocia di quel tipo accanirsi su un paziente così giovane. Morì aggrappato alle braccia della mamma e del papà. Da questo dramma che ha scavato un profondo dolore, è arrivata una luce di speranza per chi sta attraversando lo stesso calvario. Amici per la pelle è un progetto che ha coinvolto il duo di attori Gigi e Ross, condiviso dal direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi, dalla fondazione Melanoma, di cui Ascierto è presidente, ed è stato realizzato dal direttore artistico Romano Montesarchio (produzione Bronx Film), con la regia di Angela Bevilacqua (grazie al contributo non condizionato di Bristol Myers Squibb). Due pazienti, interpretati da Gigi e Ross, si affidano alle cure di Paolo Ascierto: nella sceneggiatura di Chiara Macor i protagonisti, Tony e Flavio, sono malati di melanoma metastatico, entrambi si devono sottoporre a immunoterapia, ma soltanto uno dei due resta in vita. Nel finale, lieto a metà, sta tutto il significato dell’iniziativa. Il corto dura poco più di dieci minuti (tra le comparse ci sono tutti infermieri veri), e ambisce a solcare le sale dei festival nazionali del cinema. Le scene sono state girate nel reparto al primo piano della palazzina degenze del Pascale, e negli ambulatori dell’Ascalesi, la struttura da due anni accorpata all’Irccs del capoluogo campano. 
«Amici per la pelle - hanno detto Gigi e Ross - è un progetto che ci ha emozionato molto sin dall’inizio. Sia perché quando il dottor Paolo Ascierto, a cui siamo molto legati, ha deciso di coinvolgerci, non abbiamo esitato a dire di sì, sia perché il titolo era perfettamente aderente a ciò che noi due siamo. È una piccola favola che parla di amicizia, speranza e amore. Tre sentimenti fondamentali destinati a vivere per sempre». In sala, per l’anteprima, erano presenti anche i genitori di Gabriele.

Commovente è stato il loro abbraccio con l’oncologo. «Per noi è stato speciale», raccontano Amalia e Francesco. «Non avremmo mai potuto immaginare che la storia del nostro Gabriele avrebbe ispirato una campagna di sensibilizzazione sul melanoma. Ringraziamo il dottor Ascierto e tutti gli infermieri per la loro vicinanza e umanità dimostrata nei nostri confronti, e per tutto quello che hanno fatto per Gabriele». Che ora, ovunque sia, starà sfrecciando in sella alla sua moto.

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