Magrì, presidente della Virtus Francavilla: "Il Protocollo sanitario è difficile da applicare in serie C. Meglio fermare il campionato"

Antonio Magrì, presidente della Virtus Francavilla
Antonio Magrì, presidente della Virtus Francavilla
di Renato RUBINO
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Giovedì 16 Aprile 2020, 11:47
FRANCAVILLA FONTANA Le società di serie C, con tutta probabilità, non aderiranno al protocollo sanitario con cui la Figc ipotizza la ripresa a giugno dell’attività nei campionati professionistici, prima la serie A, a seguire serie B e serie C. Il “no” al protocollo da parte delle società di Lega Pro si giustificherebbe con l’impossibilità di avere un proprio centro sportivo attrezzato per consentire alle squadre di effettuare un ritiro di tre mesi, e non di 20 giorni come accade in estate, e di non poter sostenere gli elevati costi necessari per utilizzare, in alternativa, una struttura alberghiera. Le società avrebbero enormi difficoltà, soprattutto a livello economico, anche a provvedere ai ripetuti e costosi controlli sanitari obbligatori, con l’effettuazione periodica e frequente dei tamponi, a cui sottoporre i giocatori. Tutte difficoltà motivate, con carte alla mano, con l’assenza di introiti per il fatto che si giocherebbe a porte chiuse, quindi senza pubblico, e per il fatto di avere scarsità di sponsorizzazioni, stante le difficoltà organizzative e produttive delle varie aziende che sostengono le società. E sono queste le uniche entrate di chi opera in serie C, insieme con la massiva partecipazione diretta alle casse societarie di tanti presidenti-imprenditori.
Tutti protesi più a far rialzare le proprie aziende e i propri dipendenti, per motivazioni anche morali, in questo periodo di pandemia virale, che ad organizzare una non conveniente ripresa del campionato. E su questi punti, il presidente della Virtus Francavilla, Antonio Magrì, peraltro imprenditore, ha sempre sostenuto detto che è meglio chiudere qui al stagione. «Credo che questo protocollo - ha detto Magrì - possa andare bene per le squadre di serie A. Invece, credo che sia molto difficile applicarlo in serie C, in una situazione di estrema difficoltà come quella che stiamo vivendo». E Magrì esplicita ancora meglio la sua posizione, peraltro già ribadita più volte. «La posizione - ha continuato il presidente della Virtus - è quella già espressa in precedenza. Cioè noi pensiamo che sia meglio dichiarare chiuso questo campionato perché non ci sono né le condizioni sanitarie, né quelle economiche per poter riprendere ad allenarsi e a giocare. Esprimeremo questa posizione nella prossima Assemblea di Lega, insieme a tutte le altre squadre, e si deciderà tutti insieme il da farsi».
Nei giorni scorsi, Magrì e l’intera la Lega Pro, avevano sostenuto l’importanza di assumere decisioni condivise. Ora, però, si sta creando un solco ancora più profondo tra serie A e serie C. In attesa, tra l’altro, delle decisioni vincolanti del Governo.
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