Ritiro per la ripresa dell'attività, il Lecce valuta quattro location

Il campo di calcio dell'Acaya Golf Resort
Il campo di calcio dell'Acaya Golf Resort
di Lino DE LORENZIS
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Martedì 21 Aprile 2020, 11:55
LECCE In attesa di sapere se dal Ministero della Sanità arriverà il via libera per la ripresa degli allenamenti a partire dal 4 maggio, il Lecce è al lavoro per individuare una struttura alberghiera in grado di ospitare la squadra giallorossa per tutto il periodo del ritiro obbligatorio di circa tre settimane. Le soluzioni prese in esame sarebbero quattro. In cima alla lista c’è sicuramente l’Acaya Golf Resort, location che dispone anche di un campo di calcio, e che per tutta la stagione ha ospitato gli allenamenti del Lecce. Non mancano comunque le alternative a cominciare dall’Hotel Hermitage di Galatina, pure questa struttura ricettiva con annesso campo di calcio di dimensioni ridotte (in passato ha ospitato i ritiri prepartita di molte squadre di calcio, in primis Juventus, Inter e Milan). Senza dimenticare che il comunale di Galatina è ubicato a poche centinaia di metri dall’albergo. Ci sarebbero poi due soluzioni nella cintura esterna della città, l’Art Hotel e l’8piuhotel, pure queste strutture abituate ad accogliere gruppi sportivi, in particolare squadre di calcio. Entrambe però sono sprovviste di un campo. Si potrebbe pensare però di trasferirsi quotidianamente allo stadio Via del Mare al fine di effettuare gli allenamenti. Sempre nel rispetto del Protocollo sanitario Figc.
A proposito di questo documento, ricordiamo che il primo step partirebbe ufficialmente lunedì 4 maggio con un primo atto dovuto, ovvero la sanificazione di tutti gli ambienti d’allenamento. Le squadre potrebbero radunarsi in verità qualche giorno prima -– è la speranza di tutti – al fine di effettuare lo screening richiesta dal Comitato scientifico della federazione che prevede un tampone all’inizio e un altro a distanza ravvicinata; inoltre, i test sierologici. Il Protocollo prevede che all’inizio calciatori e staff siano divisi in tre gruppi per gli esami specifici. Per i positivi al virus, e nel frattempo guariti, sarà fatta in aggiunta upolmonare anche una valutazione e una cardiovascolare. E’ superfluo dire che per tutto il periodo della prima fase la totalità dei componenti del “gruppo-squadra”, calciatori, tecnici, fisioterapisti, medici, magazzinieri e collaboratori vari, vivranno in ritiro permanente nel centro sportivo di proprietà o nell’albergo individuato per ospitare la ripresa dell’attività.
Chiaramente, ci sono anche le altre fasi, tanto per cominciare quella relativa al vero e proprio lavoro sul campo e in palestra. Nel Protocollo Figc è previsto che nella prima settimana si comincerà con allenamenti individuali o a piccoli gruppi con rispetto del distanziamento di almeno due metri, dopodiché gradualmente inizieranno anche gli allenamenti a pieno regime con il gruppo negativizzato e, a quel punto, non ci sarà più il distanziamento. E se dagli esami clinici si riscontrasse la positività di un calciatore o di un componente del “gruppo-squadra”? In quel caso, si procederà con l’isolamento dell’elemento per valutare la situazione.
Resta poi da capire come si dovranno comportare i club nel momento in cui bisognerà cominciare a giocare le partite. In tal senso, la Figc è già al lavoro per stilare un secondo protocollo con cui si disciplineranno le regole per il passaggio alla ripresa delle partite.
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