Tra scioperi e sit-in, si torna a scuola. La protesta parte da Roma, visto che il Lazio è tra le Regioni che hanno indicato la data odierna per il rientro in presenza, ma sta dilagando a macchia d'olio in molte province, da nord a sud. Il motivo? Troppi disagi nella didattica e nell'organizzazione degli orari. Oggi comunque riaprono le superiori in quattro Regioni (Lazio, Piemonte, Emilia Romagna e Molise), con presenza dal 50 al 75%, due orari di ingresso ben separati, uno alle 8 e l'altro alle 10. Le singole province poi, partendo da questo impianto generale e uguale per tutti, hanno dato le loro indicazioni su misura per i problemi legati al territorio.
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Il nodo trasporti
Decisamente soddisfatta la ministra all'istruzione Lucia Azzolina, la speranza è che le nuove indicazioni possano funzionare: la giornata di oggi sarà infatti il banco di prova.
Occupazioni
A questo tipo di disagi e problemi si riferiscono tanti studenti e docenti nelle proteste che si stanno moltiplicando da nord a sud e l'agitazione maggiore arriva proprio dagli istituti. Se da una parte gli insegnanti manifestano preoccupazione e chiedono di essere vaccinati, dall'altra gli studenti continuano le proteste con occupazioni e scioperi. La Gilda chiede di «includere tutto il personale scolastico tra le categorie professionali più esposte al rischio di contagio da Covid-19 e, dunque, assegnare priorità a docenti, dirigenti e Ata nel piano vaccinale». Oggi molti istituti di Roma saranno in sciopero, sia per le lezioni in presenza sia per quelle online, qualcuno in assemblea studentesca e altri in sit-in al Pantheon e al ministero dell'Istruzione. I rappresentanti degli studenti nei consigli d'istituto si ritroveranno per manifestare prima in Campidoglio e poi davanti alla sede del ministero. «Si richiede un rientro in presenza, ma in sicurezza e a condizioni sostenibili per gli studenti», fanno sapere i promotori. Scuole in agitazione anche a Milano, con numerose occupazioni e i rappresentanti del liceo scientifico Vittorio Veneto che «a nome di tutti gli studenti» hanno incontrato il sindaco Giuseppe Sala, a Napoli e a Trieste dove il comitato Priorità alla scuola, composto di genitori, insegnati e studenti, è tornato a chiedere il rientro in classe al 100%. Perché, spiegano, «con le scuole chiuse non c'è futuro».