Sicilia evita la zona gialla, ecco perché e cosa può accadere a settembre

Sicilia evita la zona gialla, ecco perché e cosa può accadere a settembre
Sicilia evita la zona gialla, ecco perché e cosa può accadere a settembre
di Diodato Pirone
4 Minuti di Lettura
Venerdì 20 Agosto 2021, 16:26 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 10:15

In bilico per tutta la settimana fra zona bianca e zona gialla la Sicilia alla fine, pur con qualche affanno ospedaliero, è rimasta bianca come tutte le altre Regioni. Perché? Sul piano tecnico la risposta è semplicissima. Per "salire" in zona gialla vanno allineati tre parametri: media dei contagi settimanali superiore ai 50 per 100.000 abitanti; occupazione superiore al 10% dei letti di terapia intensiva; ricoveri nei reparti Covid degli ospedali per un numero superiore al 15% dei letti disponibili.

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La Sicilia evita la zona gialla

La Sicilia aveva una incidenza - ovvero un numero di nuovi casi - superiore a 155 (tre volte la soglia "bianca") e un'occupazione dei letti nei reparti ordinari superiore al 17%. L'ha salvata il terzo dato: le occupazioni dei letti in terapia intensiva che nella media settimanale sono rimasti a quota 9,2%. Dunque per pochissimi decimali niente "giallo" al di là dello Stretto.

Cosa cambia in zona gialla

Fissato questo paletto va detto  che secondo gli esperti il passaggio della Sicilia alla zona gialla in piena stagione turistica non avrebbe avuto molto senso: la notizia avrebbe fatto il giro del mondo danneggiando il turismo, non solo quello siciliano, ma sul terreno - nel comportamento concreto delle persone che vivono in Sicilia o di chi la sta visitando e di chi deve controllare - sarebbe cambiato ben poco.

Inutile dunque farsi del male.

 

Perché una zona gialla in Sicilia avrebbe cambiato poco? Perché in realtà a dar retta agli addetti ai lavori vanno fatte due considerazioni. La prima: nel loro complesso i dati della pandemia in Italia non sono negativi. A luglio molti esperti prevedevano per la fine di agosto un livello di 25/30.000 contagi al giorno e invece siamo intorno a 7.000. E' vero che una parte dei casi sfuggono ai controlli che sono laschi, ma i dati dei ricoveri e delle terapie intensive, quasi tutti determinati da persone non vaccinate, fanno capire che la variante Delta sta colpendo ma in modo relativamente controllato e comunque non tale da far scattare iniziative "pesanti" di interdizione dei contatti fra le persone.

I dati epidemiologici

Seconda considerazione: i dati epidemiologici della Sicilia e , presumibilmente, anche della Sardegna, sono sovradimensionati rispetto alle rispettivie popolazioni. Nel periodo estivo, nelle due isole si riversano turisti e emigrati in quantità massiccia e questo ha comportato una circolazione del virus ben più alta di quella "normale" sulla quale sono tarati (o dovrebbero esserlo) i sistemi sanitari. 

Cosa succede a settembre

A settembre il profilo sanitario della Sicilia (ma anche quello della Sardegna) dovrebbe cambiare assieme al ridimensionamento dei flussi turistici. E quello sarà il momento giusto per capire a fondo cosa non ha funzionato. 

Ciò detto il tema dell'efficienza dei sistemi sanitari delle due isole resta sul tappeto in tutta la sua complessità. Ancora una volta emerge con forza la necessità di un ruolo forte del ministero della Sanità che dovrebbe essere dotato della forza non per sostituirsi ma per guidare le Regioni che incontrano i maggiori problemi. Ma questo tema supera il caso dei parametri siciliani.

 

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