Tari, beffa per gli avvocati: chiesto il saldo di tutto il 2020. «Stangata da duemila euro»

Tari, beffa per gli avvocati: chiesto il saldo di tutto il 2020. «Stangata da duemila euro»
Tari, beffa per gli avvocati: chiesto il saldo di tutto il 2020. «Stangata da duemila euro»
di Fabio Rossi
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Lunedì 5 Luglio 2021, 07:15

Un anno e mezzo di Tari (a caro prezzo) in una sola bolletta. Dopo le imprese, la stangata della tariffa rifiuti (arretrati compresi) arriva anche ai professionisti, e in particolare agli avvocati. In soluzione unica: primo e secondo semestre 2020 (quando l'attività forense si è ridotta all'osso a causa della pandemia) e primo semestre 2021. Insomma cifre molto sostanziose - anche di alcune migliaia di euro - che, per gli studi più piccoli e gli avvocati più giovani, rappresentano un aggravio di spese notevole proprio in pieno periodo estivo: i pagamenti scadono il 31, come per tutti i bollettini Tari inviati in queste settimane ai romani dal Campidoglio, che incassa la tariffa per conto dell'Ama. Anche perché alla complicata gestione delle imposte dovute per il periodo dell'emergenza Covid, in alcuni casi, si aggiungono richieste di saldo di arretrati (fino a cinque anni) finora non incassati a causa di disguidi del sistema di registrazione o di ritardi nell'iscrizione si alcuni studi professionali all'Ama.

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L'INIZIATIVA
La categoria ora cerca un accordo con l'amministrazione comunale, per ridurre l'impatto della stangata di luglio. «Come Ordine cercheremo di intervenire presso la sindaca e l'assessore competente - spiega il presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Roma, Antonino Galletti - Confidiamo di ottenere quantomeno una rateizzazione degli importi dovuti, soprattutto per colleghi con redditi più bassi».

Una richiesta che comunque «tiene conto anche di un aspetto positivo: il Comune ha abbassato recentemente l'aliquota della Tari per gli studi professionali», dice l'avvocato Galletti. «Anche se va detto che, con la progressiva digitalizzazione del nostro lavoro, ora noi come rifiuti non produciamo quasi più nulla, siamo quelli che inquinano di meno - sottolinea il presidente del Consiglio dell'Ordine della Capitale - Ma per il momento il primo obiettivo è quello di ridurre il peso dei pagamenti in scadenza, in un momento un cui ci sono diversi adempimenti fiscali da sostenere».

LA SITUAZIONE
Mentre si avvicina il momento dei pagamenti, negli studi si mettono in evidenza alcune incongruenze: «Il Governo e il Parlamento giustamente varano sostegni e rinvii dei pagamenti, come anche la nostra Cassa forense - dicono alcuni avvocati romani - Ma a Roma, sommersa peraltro dai rifiuti, questo non succede. Il Comune e la sua azienda, invece di risolvere il problema dell'immondizia, tartassano i professionisti». Il 31 luglio toccherà peraltro anche agli utenti privati saldare la prima rata del 2021. Gli sconti per imprese e famiglie si vedranno in bolletta a fine anno, a dicembre. Ma la tassa sui rifiuti registra un nuovo incremento per chi non accede alle agevolazioni: in media dell'1,5 per cento, ma con punte anche del 5.

LA POLEMICA
Sul piede di guerra ci sono soprattutto i ristoratori e gli altri titolari delle attività commerciali chiuse per mesi a causa della pandemia. «Le bollette del primo semestre 2021 sono a tariffa piena e non c'è alcun accenno al fatto che eventuali riduzioni verranno previste nella seconda rata - osserva Sergio Paolantoni, presidente di Fipe Confcommercio Roma - Eppure il governo ha messo a disposizione 600 milioni di euro proprio per tener conto delle esigenze di bilancio dei comuni dinanzi alla necessità di ridurre le bollette delle imprese che hanno subito misure restrittive nell'azione di contrasto della pandemia». Secondo Maurizio Gasparri, commissario romano di Forza Italia, «è una provocazione quella di far pagare la Tari ai ristoratori e ad altre attività che sono rimaste chiuse per mesi e mesi - commenta il senatore azzurro - A Roma poi, con la crisi della raccolta rifiuti, la richiesta appare ancora più beffarda».
 

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