Regione, aut-aut ad Azione. Lo sfogo di Clemente: «La maggioranza non dipende dalle simpatie di Emiliano. Bonaccini ha già aperto»

Regione, aut-aut ad Azione. Lo sfogo di Clemente: «La maggioranza non dipende dalle simpatie di Emiliano. Bonaccini ha già aperto»
di Alessandra LUPO
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Domenica 12 Febbraio 2023, 05:00
«Il mio è un incarico istituzionale, non è legato agli umori o alle simpatie del Consiglio, e non è una delega». Sergio Clemente, componente dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Puglia, risponde così al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha sollecitato lui e Fabiano Amati a dimettersi dalle “funzioni ricoperte in virtù della precedente appartenenza politica”, dopo il passaggio in Azione
In vista del Consiglio di mercoledì prossimo, che dovrà eleggere il segretario d’aula di opposizione dopo l’elezione in parlamento di Giandiego Gatta, il rompicapo resta: se Clemente non si dimetterà, il centrodestra eleggerà il suo rappresentante e l’opposizione avrà tre membri su cinque dell’Ufficio di presidenza mandando lo in minoranza. 
Ma Clemente non ci sta: «Io non sono un rappresentante di uno schieramento - prosegue il consigliere -: io sono stato designato da 32 persone e svolgo un ruolo di garanzia, a volte qualcuno confonde il ruolo della giunta con quello del Consiglio».Il consigliere foggiano era stato eletto consigliere segretario a inizio legislatura, nel 2020, con 32 voti. E ora sembra deciso a mantenere il suo ruolo a prescindere dal braccio di ferro con Emiliano. Anzi forse a maggior ragione, visto che l’impasse della collocazione di Azione interroga di fatto la coalizione e il Pd anche sul futuro. Nel vertice di maggioranza di giovedì scorso, cui era presente anche il presidente, si è ipotizzato di lavorare a una mozione di sfiducia. 
Una novità per l’ente pugliese che si trova in una situazione inedita, ma che avrebbe una valenza tutta politica. 
Giuseppe Tupputi, capogruppo di Con, spiega: «Non siamo noi di Con a lavorarci e speriamo che non si arrivi a questo punto grazie a un atto di coerenza da parte del consigliere di Azione con quanto dichiarato dal suo gruppo, ovvero di essere all’opposizione di Michele Emiliano. Ma se non lo farà - prosegue Tupputi - allora sarà di certo necessario metterlo trasversalmente nelle condizioni di farlo. Ma si tratta di una questione d’aula». L’idea dei consiglieri sarebbe quindi di porre la questione mercoledì in Consiglio al momento dell’elezione del secondo segretario. Con una mozione d’ordine la maggioranza potrebbe disconoscere Clemente e l’opposizione, che intende ridare quella casella a Forza Italia (tra i nomi che circolano oltre a Mazzotta e Dell’Erba c’è anche Cera) non sarebbe certo disposta a farsi rappresentare da Azione. Tanto più secondo lo stesso Clemente il nodo politico è tutt’altro che sciolto: «Noi abbiamo votato il Bilancio - incalza il consigliere regionale di Azione -, dove sta scritto che siamo in minoranza?». Poi Clemente punta dritto a Michele Emiliano: «L’obiettivo non può essere punire qualcuno che ha fatto una scelta diversa dai propri desiderata. E non può chi ha preso i voti contro Emiliano mandare all’opposizione chi come noi lo ha fatto eleggere». Poi il consigliere risponde a chi in questi mesi ha accusato lui e Amati di voler restare attaccati alle poltrone: «Sanno tutti che non lo siamo affatto ma questa è una questione politica che andrebbe affrontata con un verifica di maggioranza da parte dei partiti. Perché è in quella sede che si decidono alleanze anche strutturali. Io sono un uomo i centrosinistra - prosegue Clemente - e devo pensare al futuro elettorale anche della mia città, non posso stare dietro ai diktat di qualcuno in Regione». Infine l’avvertimento a Emiliano: «Il segretario nazionale in pectore del Pd, Stefano Bonaccini, ha aperto al Terzo Polo. Se fossi Michele Emiliano sarei più cauto nel dichiarare guerra a qualcuno che molto presto potrebbe essere un alleato del mio partito per puro calcolo personale». 
Nel weekend infatti si concluderà il voto nei circoli e anche in Puglia Bonaccini è decisamente avanti rispetto agli avversari. Schlein resiste bene però nel Salento, dove Articolo Uno e le sue 1500 tessere confluite nel Pd, stanno rendendo meno facile la presa del partito da parte dei bonaccininani.
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