«Servirebbe una comunicazione più seria, basata su dati e senza mistificazioni. Si migliora la situazione dicendo la verità ai cittadini: siamo ancora in pandemia, l'Italia non è un'isola e non ha eliminato del tutto il virus» - sottolinea Crisanti. «
Come si fermano in questo momento migliaia di giovani che hanno ricevuto messaggi contraddittori? Prima gli hanno detto che il virus era morto, poi che la mascherina non serviva, poi di nuovo che invece è fondamentale.
Se fossi un diciassettenne che deve stare con la sua ragazzetta penserei che gli adulti sono degli idioti». Per affrontare i piccoli focolai, ribadisce il virologo, «si deve seguire l'unico modello che ha dimostrato di funzionare: quello di Vò Euganeo, dove abbiamo sottoposto tutti a tamponi, isolato chi andava isolato tracciato tutti i contatti, e ripetuto i tamponi per esser sicuri di individuare tutti i contagi».
n merito ai rapporti con Zaia, «prima avevo un rapporto privilegiato con il governatore, ora non è più così e lui si rivolge ad altri», ma «non abbiamo litigato e se Zaia mi chiamasse sarei contento di aiutarlo a capire cosa sta succedendo», dice Crisanti. Quanto al ricovero coatto per i nuovi contagiati «mi pare sia un'istituzione prevista solo per i malati psichiatrici e attivabile dai comuni, dunque non dipenderebbe nemmeno da Zaia».