Colosseo chiuso, il pugno di Renzi. Subito il decreto: musei come i servizi pubblici

Colosseo chiuso, il pugno di Renzi. Subito il decreto: musei come i servizi pubblici
di Alessia Marani
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Sabato 19 Settembre 2015, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 19:39
Colosseo chiuso, migliaia di turisti in fila accalcati davanti ai cancelli rimasti sbarrati per metà mattinata, senza poter entrare. La figuraccia mondiale che l'Italia dei beni culturali ha fatto a Pompei il 24 luglio si è ripetuta ieri a Roma con l'anfiteatro Flavio, il Foro e i maggiori siti archeologici serrati al pubblico ancora una volta per un'assemblea sindacale. «La misura è colma», ha tuonato il ministro Dario Franceschini.



Mentre il premier Matteo Renzi su twitter ha annunciato: «Non lasceremo la cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l'Italia. Oggi decreto legge #colosseo #lavoltabuona». Detto fatto, alla riunione del Consiglio dei ministri delle 18 è stato inserito all'ordine del giorno il decreto sulle «misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico». «Con questo decreto legge non facciamo nessun attentato al diritto allo sciopero ma diciamo solo che in Italia, per come è fatta, i servizi museali sono dentro i servizi pubblici essenziali», incalza Renzi.



LE CONTROMISURE

Era stato lo stesso Garante degli scioperi Roberto Alesse, in mattinata, a premere in questo senso, «altrimenti vorrebbe dire continuare a dare una pessima immagine del Paese». Sulla stessa lunghezza d'onda l'invito del ministro dell'Interno Angelino Alfano ad «approvare subito la legge sulla regolazione dello sciopero, a tutela degli utenti dei beni pubblici», sostenuto anche dal coordinatore Ncd, Gaetano Quagliariello: «Basta #scioperiselvaggi».



Le pressioni sono state bipartisan, dal Pd («diritti sindacali legittimi ma in un quadro normativo certo», per la deputata Chiara Braga), al M5S («è desolante vedere i nostri siti chiusi per un'assemblea con migliaia di turisti fuori», per le senatrici Montevecchi e Serra). In pratica, con il nuovo decreto la fruizione dei beni culturali sarà regolamentata «alla stregua di scuole, treni e ospedali», ha sottolineato Franceschini. Vale a dire con fasce di garanzia per gli utenti-visitatori e con la possibilità di ricorrere alla precettazione. «È uno strano Paese quello in cui un'assemblea sindacale non si può fare, riunirsi è democrazia», la replica a caldo del leader Cgil Susanna Camusso all'ira del Governo. Aggiungendo, a proposito del decreto, che «essere servizio essenziale non vuol dire che non sia possibile fare scioperi o assemblee».



IL CONFRONTO

La segretaria Cisl Annamaria Furlan spinge al confronto: «Non è sollevando polveroni mediatici che si risolve il problema, l'assemblea era stata autorizzata dai dirigenti, bisogna mettersi intorno a un tavolo». Resteranno nella memoria le scene di rabbia e disagio di ieri al Colosseo. «Avevo acquistato i biglietti per me e la mia famiglia online - racconta Rosemary, americana - fa così caldo, è un incubo e domani partiamo». Per i turisti anche la beffa: il cartello che avvisa della chiusura indica «from 8.00 am to 11 pm» dove pm sta per le 23 della sera. Invece l'assemblea Rsu a Palazzo Massimo è finita alle 11.



I lavoratori rivendicano gli straordinari mai ricevuti da novembre a oggi e la necessità di più personale, specie di custodi. Una vertenza per cui i sindacati nazionali hanno già annunciato uno sciopero. «Abbiamo liberato il Colosseo dalle auto e dai camion bar ora lo libereremo anche dai ricatti - il commento del sindaco di Roma Ignazio Marino - Il Colosseo chiuso è uno schiaffo in faccia alle persone e uno sfregio intollerabile».