Metaverso, la frontiera archeologica: esperienze virtuali alle Case Romane del Celio

Metaverso, la frontiera archeologica: esperienze virtuali alle Case Romane del Celio
di Valeria Arnaldi
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Mercoledì 14 Dicembre 2022, 15:25 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 10:12

Ambienti antichi, ripensati all’insegna della virtualità per consentire esperienze immersive.

E tutti da esplorare alla ricerca di nuovi modi per vivere i luoghi della cultura. Insieme. C’è anche la socializzazione, pensata per i più giovani ma non solo, tra gli obiettivi di ArcheoVerso, primo progetto per la valorizzazione del metaverso nel mondo culturale, che mira a superare la fruizione tradizionalmente passiva dei siti a favore di una nuova “visione” partecipata. Nato dalla collaborazione tra CoopCulture e il Centro di Ricerca DigiLab dell’ateneo romano Sapienza – è stata appena firmata la convenzione – infatti, il progetto mira ad approfondire nuove modalità di studio e indagine degli spazi culturali per superare la percezione solitaria e promuovere la dimensione collettiva delle visite. Anche a distanza. E così, storia e tecnologia si fondono per dare nuova vita – e voce – al passato.

LA FRUIZIONE

 Primo teatro di sperimentazione, le Case Romane del Celio. «Sappiamo bene ciò che si può ottenere con realtà virtuale e aumentata, vogliamo andare oltre e capire quello che le moderne tecnologie possono offrirci – spiega Giovanna Barni, consigliera delegata Innovazione e Sviluppo di CoopCulture – il progetto nasce dall’analisi dei nuovi fabbisogni. Il primo è ampliare la fruizione del patrimonio culturale, andando al di fuori dei percorsi turistici più tradizionali e noti» Da qui, l’idea di scegliere come teatro di sperimentazione, le Case Romane del Celio, note anche come “casa dei martiri Giovanni e Paolo”, che si trovano sotto la basilica dei Santi Giovanni e Paolo, appunto, tra Colosseo e Circo Massimo. Originariamente destinati ad accogliere botteghe e magazzini, gli ambienti nel III secolo sono stati trasformati in una domus e conservano alcuni tra gli affreschi più suggestivi dell’età tardo-antica. «La tecnologia consente nuovi modi di esplorare i luoghi della cultura ad oggi, però, la gran parte degli spazi non offre esperienze immersive. L’approccio, peraltro, è sempre esclusivamente personale, poco partecipato. L’intento, con il metaverso, è creare luoghi dove l’individuo non sia solo ma possa interagire con altri, dunque spazi più socializzanti, per venire incontro alle esigenze di target differenti, a partire da giovani e scuole». La fruizione dell’ambiente culturale diventa quindi uno strumento relazionale, con ciò che comporta in termini di gradimento della visita, certo, ma anche di condivisione della conoscenze, per fare della cultura argomento di dibattito e regalarle nuova “vita”. «La convenzione stipulata con CoopCulture per ArcheoVerso rappresenta una felice novità nel rapporto tra Centri di ricerca e imprese – commenta Paola Buzi, direttrice presso il DigiLab – Nel concreto, in ArcheoVerso verranno integrate esperienze virtuali e reali applicate a un selezionato numero di luoghi della cultura. Per ogni sito o museo individuato verrà creato un ambiente virtuale fruibile sia in remoto che in presenza, a supporto e non sostituzione del normale processo di visita, integrando una serie di servizi, mediante il digitale, altrimenti non fruibili normalmente. Un vero e proprio metaverso archeologico insomma». Barni aggiunge: «Il fine è portare più soggetti a visitare un luogo digitale, gemello di quello reale, come se si trovassero insieme al suo interno, anche se in realtà sono fisicamente lontani, per fare della fruizione culturale un’esperienza di relazione. Non si tratterà di esperienze sostitutive della visita ma di attività preparatorie alla visita stessa». Nel corso di due anni, il progetto provvederà alla definizione delle tecnologie più idonee per rendere interessante l’esperienza dell’utente nel metaverso digitale, anche con la realizzazione di una piattaforma scalabile per la creazione e l’articolazione degli ambienti virtuali e di attività per viverli al meglio. Non mancheranno pacchetti di servizi per la valorizzazione dei differenti luoghi, servizi didattici su tecnologia e innovazione sociale. «Già nel primo anno, definiremo il prototipo del sito – annuncia Barni – e avremo un modello da applicare poi in altre realtà. Roma si avvicina al Giubileo e ha bisogno di essere dotata di ulteriori percorsi e opportunità di visita».

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