Novaya Gazeta, Mosca revoca la licenza al giornale indipendente. «Ennesimo colpo alla libertà di stampa»

Le pubblicazioni cartacee del quotidiano erano state sospese dalla redazione stessa già da marzo per i troppi i paletti imposti dalla censura del Cremlino

Novaya Gazeta, Mosca revoca la licenza al giornale indipendente russo. «Ennesimo colpo alla libertà di stampa»
Novaya Gazeta, Mosca revoca la licenza al giornale indipendente russo. «Ennesimo colpo alla libertà di stampa»
di Gianluca Cordella
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Lunedì 5 Settembre 2022, 16:43 - Ultimo aggiornamento: 17:55

«È l'ennesimo colpo all'indipendenza dei media russi». Con queste parole la portavoce dell'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Ravina Shamdasani ha commentato la notizia che questa mattina ha fatto il giro dei media europei: Mosca ha revocato la licenza alla “Novaya Gazeta”, quotidiano indipendente russo diretto da Dmitry Muratov, Premio Nobel per la pace nel 2021. Le pubblicazioni cartacee del quotidiano, per la verità, erano state sospese dalla redazione stessa sin dal marzo scorso. Troppi i paletti imposti dalla censura russa per poter pensare di portare nelle edicole un giornale in qualche modo credibile. Ma, nonostante questo, oggi è arrivata comunque l'ulteriore mazzata, firmata dall'ente statale per il controllo sui media, Roscomnadzor, e motivata con dei buchi di documentanzione legati al cambio di proprietà del 2006. Curiosamente – ma poi nemmeno troppo – il provvedimento arriva a pochi giorni dalla morte dell'ex leader dell'Unione Sovietica Mikhail Gorbaciov, che, sull'onda del premio Nobel per la pace ricevuto nel 1990, sostenne tre anni dopo il lancio della “Novaya Gazeta”

Dmitry Muratov, direttore della Novaya Gazeta e Premio Nobel per la Pace nel 2021 (foto ANSA)

In una nota il quotidiano ha spiegato che si appellerà contro la decisione del tribunale. Quel che sembra chiaro è che il provvedimento – al di là delle motivazioni ufficiali - vada comunque inserito in una più ampia strategia di repressione delle libertà di stampa posta in essere dal Cremlino, specie dopo l'invasione dell'Ucraina.

In questo quadro va probabilmente inserita anche la condanna a 22 anni di reclusione del giornalista Ivan Safronov, accusato di alto tradimento.

Nemmeno a farlo apposta, la notizia è stata comunicata dalla Novaya Gazeta Europa (l'edizione online creata dopo la sospensione dell'edizione cartacea russa) che ha sottolineato come le accuse nei confronti del reporter siano sostanzialmente infondate e come l'arresto sia invece legato alla passata attività giornalistica del cronista.

Quel che è certo è che il colpo alla libertà dei media non è passato inosservato a livello internazionale. «Siamo profondamente preoccupati per la decisione del tribunale di Mosca di revocare la licenza di Novaya Gazeta – ha spiegato l'Onu per bocca della Shamdasani – E' l'ennesimo colpo all'indipendenza dei media russi, le cui attività sono state ulteriormente compromesse dalle restrizioni legali e dall'aumento dei controlli statali imposti a seguito dell'attacco della Federazione Russa all'Ucraina».

Il fenomeno in espansione

D'altra parte quello della libertà di stampa è un problema quanto mai sentito in Russia considerando che il Paese è il terzo al mondo per numero di giornalisti morti dal 1991 ad oggi. Sono ben 47 i reporter assassinati nel periodo, 31 – compresa Anna Politkovskaja – se si circoscrive l'analisi alla finestra 1999-2022, vale a dire l'arco temporale nel quale Vladimir Putin ha ssunto il potere da premier o da presidente della Repubblica. Non a casa proprio la Gazeta, dallo scoppio del conflitto di febbraio, aveva lanciato l'allarme per un altro esodo, più silenzioso di quello dei profughi ucraini. Quello dei giornalisti russi che hanno scelto di abbandonare la propria patria per rifugiarsi all'estero e poter così continuare a fare la propria professione senza il rischio della censura, nella migliore delle ipotesi.

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