«Vicenda da chiarire ma la nostra Chiesa non discrimina»

«Vicenda da chiarire ma la nostra Chiesa non discrimina»
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Mercoledì 15 Marzo 2017, 11:19 - Ultimo aggiornamento: 12:10

«Piena vicinanza alle categorie considerate deboli o emarginate». Non si fa attendere l’intervento di monsignor Fernando Filograna, vescovo della diocesi di Nardò Gallipoli, in merito alla vicenda che vede coinvolto un prete esorcista di Casarano e un fedele - Stefano Romano, 32 anni, fotografo di Matino - sottoposto a un rito di esorcismo dopo aver dichiarato la propria omosessualità. Questo, almeno, quello che si evince dal servizio di 18 minuti mandato in onda dalla trasmissione televisiva “Le Iene” e realizzato a maggio del 2016 dalla iena Nina Palmieri.
«Per ogni situazione che riguarda la vita delle persone - scrive il vescovo, che sta accertando i contorni della vicenda - il primo atteggiamento che ha sempre caratterizza questa Chiesa locale è quello di una riflessione serena e di un’analisi attenta dei fatti, in un clima di discernimento e di preghiera al Signore. Tutto ciò diventa ancor più vero in questa circostanza che coinvolge dimensioni delicatissime del vissuto umano come la spiritualità, l’orientamento sessuale e i rapporti familiari. Esprimiamo dolore e preoccupazione per lo spaesamento generato in tanti, fedeli e non, dal servizio mandato in onda domenica dalla trasmissione televisiva “Le Iene”. I contorni della vicenda sono tutti ancora da approfondire, ma sento di dover ribadire l’assenza di ogni qualsivoglia forma di discriminazione nella Chiesa e di manifestare, come sempre, la piena vicinanza a categorie considerate deboli o emarginate».
[/PALLINOBLU]Stefano - che oggi vive lontano dal Salento - aveva a suo tempo denunciato alla trasmissione il rito medievale a cui era stato sottoposto dopo aver confessato in famiglia la propria omosessualità. Da qui, l’idea di documentare una “seduta” nella sacrestia con il parroco che - nelle scene andate in onda - più volte ha chiesto al demonio di allontanarsi dar ragazzo.
E dopo la bufera scatenata dalla messa in onda del servizio, lo stesso parroco - molto noto a Casarano - era intervenuto per contestare i “tagli” fatti dalla trasmissione che a suo parere non hanno reso la vicenda nella sua interezza. [PALLINOBLU]«Il servizio andato in onda - aveva spiegato il parroco-esorcista - è completamente falsato ed è stato montato ad arte per perorare una tesi che nulla ha a che fare con la realtà: sono stato ingannato e raggirato. In effetti, il ragazzo si è presentato la prima volta consigliato dalla famiglia. A conclusione del primo incontro, nel corso del quale abbiamo pregato con il consenso del giovane, ho detto al ragazzo che qualora avesse ravvisato benefici sarebbe potuto ritornare».
Il ragazzo, in effetti, avrebbe chiesto nuovamente aiuto al sacerdote. «È tornato la seconda volta – continua il prete - con un altro giovane, presentatomi come suo compagno e che aveva una telecamera nascosta, millantando di stare male e mi ha chiesto aiuto. Io l’ho accolto e ho chiesto quali disturbi avesse. Durante la preghiera ha iniziato a manifestare i sintomi propri di un disturbo spirituale, e che alla luce di quanto accaduto, devo ritenere posture studiate, naturalmente non presenti nel servizio mandato in onda. Diversamente non mi sarei inoltrato nella preghiera, in assenza di sintomi legati a disturbi di natura spirituale».
Il sacerdote respinge le accuse di avere pregiudizi nei confronti degli omosessuali. «La forzatura emersa è il collegato ad arte lasciato intendere tra l’esorcismo e l’omosessualità. La preghiera, invece, era motivata dalle manifestazioni di disturbi spirituali, non già dall’omosessualità. Infatti io non ho mai accolto persone in base all’orientamento anche sessuale, ma perché chiedono semplicemente di essere aiutate. È stato scorretto e lontano dalla verità l’avermi attribuito di aver stabilito un legame tra il disturbo e l’omosessualità».
 

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