«Piena vicinanza alle categorie considerate deboli o emarginate». Non si fa attendere l’intervento di monsignor Fernando Filograna, vescovo della diocesi di Nardò Gallipoli, in merito alla vicenda che vede coinvolto un prete esorcista di Casarano e un fedele - Stefano Romano, 32 anni, fotografo di Matino - sottoposto a un rito di esorcismo dopo aver dichiarato la propria omosessualità. Questo, almeno, quello che si evince dal servizio di 18 minuti mandato in onda dalla trasmissione televisiva “Le Iene” e realizzato a maggio del 2016 dalla iena Nina Palmieri.
«Per ogni situazione che riguarda la vita delle persone - scrive il vescovo, che sta accertando i contorni della vicenda - il primo atteggiamento che ha sempre caratterizza questa Chiesa locale è quello di una riflessione serena e di un’analisi attenta dei fatti, in un clima di discernimento e di preghiera al Signore. Tutto ciò diventa ancor più vero in questa circostanza che coinvolge dimensioni delicatissime del vissuto umano come la spiritualità, l’orientamento sessuale e i rapporti familiari. Esprimiamo dolore e preoccupazione per lo spaesamento generato in tanti, fedeli e non, dal servizio mandato in onda domenica dalla trasmissione televisiva “Le Iene”. I contorni della vicenda sono tutti ancora da approfondire, ma sento di dover ribadire l’assenza di ogni qualsivoglia forma di discriminazione nella Chiesa e di manifestare, come sempre, la piena vicinanza a categorie considerate deboli o emarginate».
[/PALLINOBLU]Stefano - che oggi vive lontano dal Salento - aveva a suo tempo denunciato alla trasmissione il rito medievale a cui era stato sottoposto dopo aver confessato in famiglia la propria omosessualità. Da qui, l’idea di documentare una “seduta” nella sacrestia con il parroco che - nelle scene andate in onda - più volte ha chiesto al demonio di allontanarsi dar ragazzo.
E dopo la bufera scatenata dalla messa in onda del servizio, lo stesso parroco - molto noto a Casarano - era intervenuto per contestare i “tagli” fatti dalla trasmissione che a suo parere non hanno reso la vicenda nella sua interezza. [PALLINOBLU]
Il ragazzo, in effetti, avrebbe chiesto nuovamente aiuto al sacerdote. «È tornato la seconda volta – continua il prete - con un altro giovane, presentatomi come suo compagno e che aveva una telecamera nascosta, millantando di stare male e mi ha chiesto aiuto. Io l’ho accolto e ho chiesto quali disturbi avesse. Durante la preghiera ha iniziato a manifestare i sintomi propri di un disturbo spirituale, e che alla luce di quanto accaduto, devo ritenere posture studiate, naturalmente non presenti nel servizio mandato in onda. Diversamente non mi sarei inoltrato nella preghiera, in assenza di sintomi legati a disturbi di natura spirituale».
Il sacerdote respinge le accuse di avere pregiudizi nei confronti degli omosessuali. «La forzatura emersa è il collegato ad arte lasciato intendere tra l’esorcismo e l’omosessualità. La preghiera, invece, era motivata dalle manifestazioni di disturbi spirituali, non già dall’omosessualità. Infatti io non ho mai accolto persone in base all’orientamento anche sessuale, ma perché chiedono semplicemente di essere aiutate. È stato scorretto e lontano dalla verità l’avermi attribuito di aver stabilito un legame tra il disturbo e l’omosessualità».
«Vicenda da chiarire ma la nostra Chiesa non discrimina»
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Mercoledì 15 Marzo 2017, 11:19 - Ultimo aggiornamento: 12:10
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