Ragazza uccisa nel lago. Nonno accusato di abusi

Ragazza uccisa nel lago. Nonno accusato di abusi
di Claudio TADICINI
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Giovedì 28 Febbraio 2019, 11:07 - Ultimo aggiornamento: 17:49
Violentata per anni dal nonno materno prima di essere uccisa all'età di 19 anni. Abusi sessuali che sarebbero stati perpetrati tanto in Svizzera, dove la giovane viveva insieme alla madre e alla nonna, quanto a Tricase durante le vacanze estive, dove vive il nonno quasi novantenne che - a distanza di sei anni dalla denuncia sporta nei suoi confronti - nelle scorse settimane è stato indagato per quelle terribili violenze. È l'atroce retroscena sull'omicidio della giovane, nata in Svizzera da padre genovese e madre tricasina, il cui corpo senza vita è stato ritrovato il 17 gennaio 2018 sulle rive del lago di Neuchâtel.
Scomparsa il 22 novembre dell'anno precedente, la ragazza fu legata e poi ammazzata da un suo amico d'infanzia reo confesso, che la colpì alla testa con un oggetto contundente, per poi abbandonarne il cadavere in una zona paludosa del piccolo comune di Cheyres-Châbles, nel Canton Friburgo. Sul banco degli imputati, nel procedimento penale che si è aperto il 16 gennaio scorso davanti al giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Lecce Michele Toriello, con l'accusa di violenza sessuale aggravata e continuata è finito il nonno materno della vittima, l'ottantottenne D.M., di Tricase, su richiesta del pubblico ministero Carmen Ruggiero. Gli abusi sessuali contestati all'anziano si sarebbero consumati tra il 2005 e l'agosto 2009 tra la Svizzera ed il Salento, a partire da quando lei aveva appena 7 anni. E non soltanto tramite toccatine delle parti intime. Ma anche - come sarebbe avvenuto in tre occasioni, in assenza della nonna materna - rapporti sessuali completi, cui costringeva la nipotina dopo averle bloccato le mani per impedirle di sottrarsi agli abusi o dietro le minacce di uccidere la nonna o, ancora, di non farle rivedere più la madre.
Rimasta dormiente in Procura per anni, la querela a carico di D.M. fu presentata nel 2013 in seguito al racconto della giovanissima vittima, che rivelò le attenzioni che le riservava il nonno. A distanza di oltre un anno dal ritrovamento del cadavere della 19enne, è però riemersa dall'oblio prepotentemente nei mesi scorsi, con la richiesta di rinvio a giudizio dell'uomo. Procedimento parallelo a quello instaurato in Svizzera, già avviato da tempo. Nel fascicolo d'inchiesta tra le mani dei giudici elvetici, inoltre, compaiono due lettere in cui l'ottantottenne scrive alla ex moglie, ammettendo di avere toccato la nipotina, perché «non lo dovevano fare altri». Le due missive, tuttavia, al momento non sono state acquisite dai magistrati italiani. Avviato a metà gennaio, l'udienza è stata aggiornata al prossimo 16 aprile, quando verrà reso noto l'esito della perizia psichiatrica richiesta dall'avvocato difensore dell'uomo, Ivan Mangiullo, per verificare l'infermità mentale dell'anziano e l'eventuale suo impedimento a presenziare al processo. La madre e la nonna della 19enne, invece, si sono costituiti parte civile con l'avvocato Luigi Massimiliano Aquaro.
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