Ecomafie, Puglia sul podio per le illegalità ambientali

Ecomafie, Puglia sul podio per le illegalità ambientali
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Venerdì 5 Luglio 2019, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 09:54
In Italia ogni ora vengono accertati più di tre reati ambientali, per un totale di oltre 28mila nel 2018 per un business che vale 16,6 miliardi di euro. Lo afferma il rapporto Ecomafia 2019 di Legambiente presentato ieri a Roma. Il bilancio complessivo dei reati contro l'ambiente passa dagli oltre 30mila illeciti registrati nel 2017 ai 28.137 reati accertati lo scorso anno, soprattutto a causa della netta flessione degli incendi boschivi (-67% nel 2018) e in parte alla riduzione dei furti di beni culturali (-6,3%). Diminuiscono inoltre le persone denunciate, 35.104 contro le oltre 39mila del 2017.

«Sul fronte dei singoli illeciti ambientali - spiega il rapporto - nel 2018 aumentano sia quelli legati al ciclo illegale dei rifiuti che si avvicinano alla soglia degli 8mila (quasi 22 al giorno) sia quelli del cemento selvaggio che nel 2018 registrano un'impennata toccando quota 6.578, con una crescita del +68% (contro i 3.908 reati del 2017). Nel 2018 lievitano anche le illegalità nel settore agroalimentare, sono ben 44.795 le infrazioni ai danni del Made in Italy (contro le 37mila del 2017) e il fatturato illegale - solo considerando il valore dei prodotti sequestrati - tocca i 1,4 miliardi (con un aumento del 35,6% rispetto all'anno precedente). In leggera crescita anche i delitti contro gli animali e la fauna selvatica con 7291 reati - circa 20 al giorno - contro i 7mila del 2017».

Quasi metà dei reati ambientali accertati nel 2018 si sono verificati in quattro del Sud: Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Lo scorso anno, si legge, nelle quattro regioni si è concentrato quasi il 45% delle infrazioni, pari a 12.597. Anche quest'anno la Campania domina la classifica regionale delle illegalità ambientali con 3.862 illeciti (14,4% sul totale nazionale), seguita dalla Calabria (3.240), la Puglia (2.854) e la Sicilia (2.641). La Toscana è, dopo il Lazio che ha registrato poco più di 2.000 reati, la seconda regione del Centro Italia (1.836), seguita dalla Lombardia, al settimo posto nazionale. La Campania domina anche la classifica regionale delle illegalità nel ciclo del cemento con 1.169 infrazioni, davanti alla Calabria (789), Puglia (730), Lazio (514) e Sicilia (480).

«Con questa edizione del rapporto Ecomafia e le sue storie di illegalità ambientale - ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - vogliamo dare il nostro contributo, fondato come sempre sui numeri e una rigorosa analisi della realtà, per riequilibrare il dibattito politico nazionale troppo orientato sulla presunta emergenza migranti e far sì che in cima all'agenda politica del nostro Paese torni ad esserci anche il tema della lotta all'ecomafie e alle illegalità».

Intanto da una analisi Coldiretti/Ixè divulgata in occasione della presentazione del rapporto di Legambiente emerge che due italiani su tre (68%) sono preoccupati dell'impatto di quello che mangiano sulla salute anche per effetto del ripetersi degli scandali alimentari. «Una reazione giustificata - sottolinea Coldiretti - dalle con quasi 123 al giorno, per un totale di 44.795 illegalità nel settore agroalimentare, ai danni del Made in Italy , con un aumento rispetto al 2017 in cui se ne erano registrate 37mila e un valore dei prodotti sequestrati di 1,4 miliardi.

Dalla mozzarella sbiancata con la soda al pesce vecchio rinfrescato con un «lifting» al cafados, dal pane cotto in forni con legna tossica fino al miele «tagliato» con sciroppo di riso o di mais, sono solo alcuni esempi di come la criminalità porti in tavola prodotti illegali, pericolosi. In questo contesto è importante realizzare la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900».
Da registrare anche una nota del consigliere regionale di Fratelli d'Italia Puglia Erio Congedo. «Notizie negative che riguardano la Puglia ci dimostrano che nella nostra regione c'è ancora tanto da lavorare e che, ancora una volta, siamo in classifiche che raccontano una storia da combattere con determinazione e fermezza.

Si tratta del Rapporto ecomafia 2019 di Legambiente relativo all'anno 2018: la Puglia figura tra le quattro regioni del sud coinvolte per il 45% in infrazioni ambientali, con 2854 illeciti -di cui 711 a Bari- e 730 illeciti nel ciclo del cemento. Questo dimostra che sul tema ambientale c'è ancora molto da lavorare per tenere alta la guardia, soprattutto a tutela di quelle aziende che da sempre lavorano nel pieno rispetto della legge: la legalità non può e non deve avere falle gestionali».
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