Evasione di Iva e contributi, indagato il patron di Meltin'Pot.
L'azienda: «Concordato già in piedi da tempo»

Evasione di Iva e contributi, indagato il patron di Meltin'Pot. L'azienda: «Concordato già in piedi da tempo»
di Federica SABATO
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Venerdì 26 Febbraio 2016, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 12:24
Sequestro preventivo equivalente da due milioni di euro all'imprenditore Cosimo Damiano Romano, patron di Meltin' Pot, azienda che opera nel campo della moda e dell’abbigliamento, residente nel sud Salento. Il provvedimento è stato emesso ieri dal giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati, su richiesta del pubblico ministero Francesca Miglietta, a seguito di una lunga indagine condotta dalla Guardia di finanza della compagnia di Gallipoli, al comando del maggiore Francesco Mazza. Gli uomini delle Fiamme gialle hanno bussato alla porta dell’imprenditore ed effettuato una serie di controlli dal punto di vista fiscale. Durante l’analisi della contabilità e dei vari riscontri incrociati, effettuati con l’Agenzia delle Entrate e con l’ Inps,  sarebbero emerse delle anomalie. Nello specifico all’imprenditore sono stati contestati gli articoli 10bis e 10ter del decreto legislativo 74 del 2000 ovvero l’omesso versamento di Iva e di contributi.

Le cifre di cui si parla non sono certo irrisorie, ma piuttosto consistenti considerato il giro d’affari che ruota attorno al marchio di moda dell’imprenditore. La guardia di finanza infatti contesterebbe l’omesso versamento dell’imposta sul valore aggiunto per quasi un milione e 400mila euro e il mancato versamento di ritenute alla fonte a titolo di acconto da parte del sostituto d'imposta per quasi 700mila euro.
A seguito di tutti i riscontri effettuati anche in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, e appurate le presunte anomalie tributarie,  i militari hanno proceduto al sequestro di alcuni beni immobili. Tra questi una parte della fabbrica destinata a deposito dei materiali e dei prodotti. Nello specifico si tratta di tre grandi capannoni, conti correnti e 7 fabbricati situati a Gallipoli, in località Baia Verde, e ad altri tra Matino e Parabita. Il provvedimento è stato notificato ieri all’imprenditore, che ha nominato un suo legale di fiducia, insieme al quale preparerà le sue memorie difensive al fine di ottenere il dissequestro degli immobili.
L'amministratore della società è ora indagato.

La replica amareggiata dell'imprenditore: «Transazione già avviata, chiesta la revoca del sequestro»
«Apprendiamo dagli organi di stampa, con totale sorpresa e rammarico, di un procedimento giudiziario a carico della nostra Società e del suo Amministratore, rispetto al quale vorremmo comunicare che i fatti si riferisconoad eventi del 2013, anno in cui, per la precisione il 25 Ottobre, la Società ha depositato formale domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo».  «La Società - si legge ancora nella nota - ha già dato mandato ai propri legali di presentare immediata istanza per richiedere la pronta revoca del provvedimento di sequestro preventivo».



 
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